Gen 212009
 

Roma – Circolo degli Artisti – 15 gennaio 2009

★★★★☆


Sono passati più di vent’anni, ma l’energia e la passione sono rimaste pressoché inalterate.
Il ritorno a Roma dei Casino Royale, dopo il breve live-set al Circo Massimo di fine agosto 2008 in occasione della ‘Human Race’, viene salutato da un folto gruppo di fedelissimi della prima ora che si entusiasmarono all’epoca di ‘Dainamaita’, mescolati a ragazzi molto più giovani, che forse li hanno scoperti solo di recente, grazie alla pubblicazione del loro ultimo CD in collaborazione con XL.
Il lungo silenzio successivo alla separazione dal cantante Giuliano Palma, venne interrotto nel 2006 dalla pubblicazione di ‘Reale’, un ottimo esempio di pop raffinato, con i suoni giusti ben calibrati e selezionati dalla prestigiosa produzione di Howie B.
A metà 2008 eccoli di ritorno con un disco che ripropone in chiave reggae ‘classico’ undici brani scelti in tutto il repertorio della più che ventennale carriera del gruppo. Il concerto di stasera ci ha presentato per intero questo recente progetto.
Il folto ed eterogeneo pubblico si è subito lasciato trascinare dal ritmo in levare che ha rapidamente trasformato il locale sulla Casilina in una dancehall giamaicana. Il concerto si è aperto con un tributo ai Clash, band da sempre ben radicata nei cuori dei Casino Royale, dalla quale mutuano la sincerità di intenti, la coerenza e per l’appunto l’amore per il reggae. La sigla di apertura del concerto infatti è tratta dalla colonna sonora del film ‘The magnificent seven’, titolo anche del primo brano di ‘Sandinista’, seminale album (all’epoca triplo LP) della storica band londinese.
Si sale poi sul ‘Treno per Babylon’, per una corsa attraverso alcuni classici come ‘Cose difficili’ e ‘Là sopra qualcuno ti ama’, tratti dal loro capolavoro del ’95 ‘Sempre più vicino’, sfrondati dalle atmosfere bristolliane e rigenerati in chiave ‘roots’.
Un sussulto ed una stretta al cuore dei più ‘anziani’ tra i presenti ha accolto l’avvio di ‘Re senza trono’ una delle più originali e fresche canzoni d’amore dei primi anni novanta.
La rilettura reggae ha riguardato anche un paio di brani del precedente ‘Reale’, album in parte costituito da musiche composte negli anni del lungo silenzio, che i Casino Royale, tra i primi in Italia, avevano messo a disposizione dei propri ascoltatori in download gratuito.
La scelta dei suoni, sempre molto accurati e vero marchio di fabbrica della band, è stata nella direzione ‘vintage’con un’amplificazione rigorosamente ‘sixties’, quasi a voler omaggiare il reggae degli inizi, quello della Trojan e della Tuff Gong Records, per intenderci. A suffragare questa ipotesi, ci piace evidenziare il grande lavoro in controcanto del vocalist e tastierista Patrick Benifei, che in alcuni brani ha sfoggiato dei gorgheggi alla Horace Andy, in perfetto stile Trojan. La solida base ritmica, possente ed ipnotica, che vede arruolato per questa tournèe Alessandro Soresini, batterista degli Smoke, ha completato l’opera amplificando il coinvolgimento del pubblico.
Un discorso a parte merita Alioscia, frontman di verde imberrettato, irrefrenabile e coinvolgente, sornione ed impeccabile, che trasmette sul palco ed in sala un’irresistibile voglia di divertire e divertirsi.
Il concerto si chiude così come era iniziato, con altri due omaggi ai Clash: il primo, col brano ‘Cosmic Sound’, alle cui registrazioni aveva partecipato il grande Mikey Dread, anche lui presente in Sandinista, recentemente scomparso ed il cui ricordo è ben presente nelle note di copertina del CD.
Il brano scelto come bis finale dai Casino Royale è uno di quelli che tutti gli amanti dei Clash vorrebbero sentire all’infinito: ‘Revolution Rock’, che nella versione offerta dal vivo non ha davvero nulla da invidiare all’originale in termini di calore, energia e passionalità.
Buone vibrazioni, grande partecipazione e la netta sensazione di avere a che fare con belle persone, sincere e coerenti, aggettivi che non sempre riusciamo ad utilizzare pensando al panorama musicale italiano (e non solo quello). Impressioni puntualmente confermate dal breve incontro nel backstage con Alioscia ed il chitarrista Pardo. Nel breve scambio di battute, si è parlato del nuovo disco, la cui realizzazione è programmata a partire dal prossimo febbraio, dapprima nello studio della band, per poi spostarsi alle Officine Meccaniche, i prestigiosi studi di registrazione di Mauro Pagani.E’ prevedibile un nuovo cambio di direzione, probabilmente riprendendo il discorso del precedente album; le buone idee sembrano esserci, onestà intellettuale, determinazione e passione sono quelle di sempre: speriamo di non doverli aspettare a lungo.

Recensione by Fabrizio

  One Response to “CASINO ROYALE : stile e coerenza”

  1. […] vocale che si è venuta a creare. Eccoci qui, di nuovo al Circolo dopo poco più di due anni dalla precedente esibizione, curiosi per verificare se l’impressione dei primi ascolti del nuovo lavoro, ovvero la […]

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