Dic 202012
 

La parte degli angeli, di Ken Loach, con John Henshaw, Paul Brannigan, Roger Allam, Regno Unito, Francia 2012

★★★★☆

L’ultimo film di Ken Loach ci racconta una storia che piacerà molto a chi ama la Scozia, il whisky, il kilt e soprattutto le storie di riscatto.
I protagonisti sono Robbie, un ragazzo a dir poco difficile, e un gruppetto di coetanei conosciuti in un contesto di lavoro socialmente utile, ove scontano varie tipologie di pene provenienti dalla loro esistenza disadattata.
Grazie all’influenza benefica della sua ragazza Leonie – che mette al mondo il loro bambino – e del suo assistente sociale, Robbie comincia a fare dei cambiamenti comportamentali, seppur sofferti e non sempre lineari, e a desiderare di vivere in maniera più dignitosa insieme alla sua donna e al suo bellissimo bimbo.
Nonostante il film a metà sembri scivolare irrimediabilmente verso la tragedia, con un colpo di reni e di ingegno vira grazie al cielo verso la commedia, offrendo anche più di uno spunto di risata.
Quello che è interessante è che il riscatto arriva attraverso un’azione non propriamente virtuosa, uscendo quindi dalla morale comune che ci ha sempre fatto credere che esistono azioni buone e azioni non buone.
In questo film non è così, ma molto più aderente alla vita vera ci fa notare che, tra il nero e il bianco esistono infinite sfumature di grigio. E proprio saltando su un cavallo grigio Robbie, Leonie e il loro bambino agguantano quella felicità che all’inizio della pellicola sembra esser loro negata per sempre.
E’ esattamente il tipo di ambientazione sociale e geografica che ci si aspetta dal regista. E’ un film sicuro che piace e piacerà a chi già ama i suoi film come la sottoscritta ma allo stesso tempo è più luminoso di altre sue opere in cui tratta storie di emarginazione del proletariato inglese. I personaggi sono molto buffi ma per chi conosce un po’ gli scozzesi in fondo non così inconsueti. I rapporti che si instaurano tra i protagonisti sono genuini e basici e proprio grazie a questo i ragazzi possono sperare in una evoluzione.
Bellissimi i paesaggi delle Highlands e dei dintorni di Glasgow e pure molto apprezzabili le musiche di George Fenton.
In Italia il film è uscito con qualche polemica di troppo dovuta al fatto che Ken Loach ha rifiutato il Gran Premio al festival di Torino per solidarietà nei confronti dei lavoratori licenziati del Museo del Cinema.
Ciò che però rimane è comunque un gradevolissimo film che infatti non a caso lo scorso maggio a Cannes ha vinto il premio della giuria.

Recensione di Claudia Pignocchi

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