Feb 232010
 

Regia di Paolo Virzì. Con Micaela Ramazzotti, Claudia Pandolfi, Stefania Sandrelli, Valerio Mastandrea.
116 min. – Italia 2010.

★★★½☆


Livorno anni 70. La storia ruota attorno alla figura di Anna, madre e moglie bellissima, vincitrice suo malgrado di un concorso di bellezza che scatenerà le ire del marito geloso e possessivo, portandola all’abbandono del tetto coniugale e trascinando con sé i due piccoli figli, Valeria e Bruno,  dei quali segnerà per sempre nel bene e nel male la loro vita.
Tra un continuo girovagare nell’attesa di una sistemazione migliore, l’ingenua spontaneità di Anna si trova a fare i conti con le figure di una provincia maliziosa, bigotta e puritana, pronta a giudicarla e nello stesso tempo ad approfittarsi di lei, senza però scalfire minimamente la sua disarmante semplicità e la sua innata vitalità. A fare le spese di tutto ciò è soprattutto Bruno, il primogenito che ritroveremo al presente, nei nostri giorni, indolente professore parcheggiato in un istituto alberghiero di Milano. La sua vita scorre in maniera piatta e monotona tra lezioni, cannabis e psicofarmaci con i quali cerca di attenuare, invano, il suo disagio esistenziale. L’arrivo della sorella Valeria, ora madre anch’essa e moglie apparentemente felice, lo riporta al cospetto di Livorno e di una madre anziana e malata terminale che nonostante ciò, a differenza di lui conserva ancora intatte la bellezza e la grande gioia di vivere.

L’ultimo film di Virzì ci porta ad una riflessione delicata e intensa sui rapporti umani, sulla famiglia, su noi stessi, sul prima e sul poi. È capace di condurci per mano a ripercorrere i nostri passi, ora con nostalgia ora con dolore, prima a ritroso e poi in avanti, fino a fare i conti col nostro passato prossimo e con le aspettative mai realizzate forse per colpa nostra, forse di qualcun altro, ma non certo dei nostri genitori dai quali possiamo trarre insegnamento volendo (o avendo voluto) anche e soprattutto dai loro errori. L’interpretazione degli attori è ottima: a partire dalla bella Micaela Ramazzotti (la giovane Anna) che riesce a reggere benissimo il confronto con la sua alter-ego anziana, un’eterea e sublime Stefania Sandrelli controbilanciata a sua volta dal travaglio e dall’inquietudine espressi da un intenso Valerio Mastandrea nei panni di Bruno, quel figlio disadattato e musone, pesce fuor d’acqua che rimanda col pensiero al suo precedente personaggio nel bel film di Zanasi  “Non pensarci”. Brava anche Claudia Pandolfi nei panni di Valeria, a prima vista donna felice e realizzata, svelandosi pian piano profondamente frustrata, avendo voluto creare forse troppo in fretta quelle certezze carenti nel passato (marito, figli, famiglia), a discapito delle sue future aspettative ed esigenze. Nota di merito infine per i comprimari, autori di veri e propri gioielli di caratterizzazione, tra i quali su tutti spicca Marco Messeri, eterno e fedele innamorato.

Un film piacevole, divertente senza però cadere nel comico o nella macchietta, e allo stesso tempo drammatico, ma senza sfociare nel melenso e strappalacrime, mantenendosi sempre sul giusto equilibrio. Il messaggio che traspare forte e chiaro è quello che la vita va accettata per ciò che è e goduta fin nelle più piccole cose, come ad esempio un bagno liberatorio nelle non certo limpide acque della Livorno di oggi.

Recensione di Claudia Giacinti

  3 Responses to “La prima cosa bella”

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  2. […] “Acque sicure” chiude il set magnificamente riportandoci alle atmosfera di “La prima cosa bella” di Paolo Virzi che rappresenterà l’Italia ai prossimi Oscar. Dal porto di Livorno a […]

  3. […] del calibro di David Riondino, Nada e Stefano Bollani, che alcuni ricorderanno anche nel film ‘La prima cosa bella’, sempre di Virzì, Rondelli artista atipico ed anticonvenzionale, mai disposto a scendere a […]

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