Giu 082014
 

Le Meraviglie, di Alice Rohrwacher, con Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Sabine Timoteo, Agnese Graziani, Monica Bellucci. Drammatico, durata 111 min. – Italia 2014.

★★★★☆

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Ci voleva una regista straordinaria, originale e sentimentale come Jane Campion per consacrare il film di Alice Rohrwacher: “E’ un film che mi ha molto toccata – afferma – Abbiamo adorato la protagonista della storia perché ha interpretato un personaggio vivo, vero. Direi che Le meraviglie mi è rimasto incollato addosso, mi sono trovata dentro il film, colpita dalle immagini e da questa storia sofisticata. Ti bastano pochi minuti per capire quanto quello che vedi nel film sia un ricordo personale”. 

Le Meraviglie merita il Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes 2014 e stupisce: meraviglia. Le meraviglie di cui ci racconta Alice Rohrwacher hanno la forza del sentimento, la leggerezza della semplicità e la profondità dell’amore. Sono le vite dei componenti di una famiglia, intrecciate con l’ambiente naturale, con il territorio, i desideri e un’aspirazione al bene, al giusto e alla felicità. Una piccola azienda familiare di apicoltori composta da madre, padre e quattro figlie. La maggiore Gelsomina, la protagonista della storia, è già una piccola donna responsabile e impegnata nel duro lavoro insieme al padre, a tratti brusco e autoritario. La secondogenita, Marinella, è una bambina smarrita che cerca spesso rifugio nell’affetto protettivo della madre, tenera e comprensiva. Le due più piccole sono selvagge e abbandonate a loro stesse; temerarie e incoscienti si sono alleate nel gioco libero esplorativo senza alcun controllo. La vita di questa famiglia sembra essere scandita dal lavoro e dal consapevole abbandono agli eventi, ai sentimenti, alle emozioni più vere. Non ci sono filtri tra di loro. Vivono in simbiosi con il loro ambiente naturale, in una casa rurale, essenziale. Il film racconta dell’aspirazione a cambiare e della volontà di conservare. La lotta tra queste due esigenze porterà dapprima a una frattura e all’incomprensione, poi a una catarsi d’amore in cui nulla di quello che conta verrà perso. La famiglia resterà unita, profondamente legata anche nel cambiamento. Gelsomina è il perno attorno al quale sembrano muoversi tutti gli altri personaggi, la sua forza ha una genuina e innocente determinazione, non cela i suoi sentimenti, ha una consapevolezza matura e responsabile. E’ generosa e severa con se stessa così come con le sorelle. Sa di avere un ruolo fondamentale nella vita della famiglia e nel suo rapporto privilegiato con il padre cede al senso del dovere ma allo stesso tempo trasgredisce per trovare la sua verità.

Il film è estremamente poetico, diretto con grazia e verismo è la semplicità tradotta in immagine e nei dialoghi, tanto che sembra di percepire con tutti i sensi umani l’aria, il sudore, la gioia, la delusione che emergono dalla storia. Sono personaggi umani eppure emblematici, ognuno di loro è un pianeta a sè stante che abita l’universo e dell’universo fa parte, condizionandone l’energia vitale.

recensione di Costance

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