Dic 172011
 

Miracolo a Le Havre, regia di Aki Kaurismaki, con Andrè Wilms, Kati Outinen, Jean Pierre Darrousin, Jean Pierre Leaud, Pierre Etaix, Blondin Miguel.
Finlandia/Francia/Germania, 2011, 93 minuti.

★★★★☆

La cifra stilistica del finlandese Aki Kaurismaki è sempre stata quella del Realismo Poetico. Cantore dei sentimenti degli emarginati, dei perdenti, della speranza di riscatto degli Ultimi, nella sua lunga filmografia ha sempre inteso sottolineare, con ironia e profonda immedesimazione nelle situazioni e nei personaggi, come tra le persone umili si possano a volte riscoprire quei sentimenti di solidarietà e di mutua assistenza che la Modernità sembra ormai aver quasi cancellato dalla nostra vita quotidiana.
Nelle vicinanze del porto di Le Havre vive il lustrascarpe Marcel Marx (Andrè Wilms), con la moglie premurosa Arletty (Kati Outinen), che si trova ad accudire un marito sognatore, eterno ragazzo, e la cagnolina Laika.
La loro vita è sconvolta dall’improvvisa grave malattia di Arletty, che deve ricoverarsi in ospedale, e dall’incontro di Marcel con Idrissa (Blondin Miguel), giovane immigrato di colore, ricercato dalla polizia, approdato in un container e diretto a Londra dalla madre.
Kaurismaki, che ha dedicato numerose opere a proletari, emarginati e perdenti, non smentisce in questa nuova opera la sua poetica. Immediatamente scatta la solidarietà del quartiere, la fornaia, il fruttivendolo, la barista a turno fanno a gara a nascondere il ragazzo.
La trama è molto semplice, eppure è un’opera che non si dimentica facilmente. Utilizzando detta solidarietà Marcel riesce, dopo aver organizzato addirittura un concerto rispolverando una vecchia rock star un po’ sfiatata per reperire fondi, ad imbarcare il ragazzo, con la complicità di un ispettore di polizia contorto e stralunato, ma fondamentalmente umano.
Il film è descritto mirabilmente da una battuta del medico che ha in cura Arletty: “Ci vorrebbe un miracolo”, e nonostante lo scetticismo della donna, che risponde che nel suo quartiere i miracoli non avvengono, il miracolo si compie. La moglie che i medici davano per spacciata, improvvisamente guarisce e ritorna accanto ad un attonito Marcel, nella vita di tutti i giorni. L’arrivo a casa dei due coniugi, nel giardino antistante la quale è fiorito nel frattempo uno splendido ciliegio, è di folgorante poesia; Kaurismaki sobriamente si trattiene dal rappresentare l’emozione e la gioia dei due, ed incarica la pianta di esprimere l’incanto del miracolo avvenuto, come in un film di Ozu. L’Autore si compiace nel descrivere la vita di questo quartiere ai margini del mondo con toni brechtiani e surreali, ponendo l’accento sull’Amore, visto in ottica di puro Romanticismo, e sottolineando la necessità che la vita delle persone sia permeata da principi morali irrinunciabili.
I riferimenti cinefili sono numerosi: il nome Marcel si rifà al grande cineasta francese Marcel Carnè, autore del grande capolavoro “Les Enfants du Paradis”, nel quale recitò appunto Arletty, una delle più grandi interpreti di tutti i tempi del cinema francese.
Nel contempo il cognome Marx è tutto un programma, per una poetica centrata sul riscatto degli ultimi; L’Autore guarda, altresì, certamente anche a Robert Bresson per la limpida rappresentazione della visione etica dell’Uomo e a Manuel De Oliveira per la qualità narrativa, nonché a De Sica e Zavattini, il cui capolavoro “Miracolo a Milano” è espressamente citato, quando uno dei protagonisti si trova ad affermare che nel quartiere di Le Havre adiacente il Porto, il “Buongiorno vuol dire ancora Buongiorno”.
Magnifica opera dall’atmosfera sognante, intrisa di un lirismo pacato, e di un profondo, poetico amore per la Vita, lascia nello spettatore la quieta emozione che a volte si avverte tra la veglia ed il sonno, dopo un sogno luminoso.

Recensione di Dark Rider

 Leave a Reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

(required)

(required)

*