Dic 172007
 

Regia di Paul Haggis (2007) con Tommy Lee Jones, Charlize Theron e Susan Sarandon.

Chi è Davide e chi è Golia? Nell’odierna Valle di Elah, il luogo biblico dove la fionda del coraggio sconfisse la forza bruta, e cioè nell’Iraq del 2007, sarebbe facile l’identificazione delle due parti in causa.
Lo è forse per noi Europei, spettatori (?) di questo conflitto del quale non è possibile capirne i contorni e le conseguenze. Per la provincia americana, imbevuta di patriottismo fino al midollo, con le villette addobbate a stelle e strisce, le cose sono un po’ più complicate da giudicare.
Soprattutto quando il giovane soldato Mike sparisce, appena rientrato in America dal caos iracheno. Il padre (un Tommy Lee Jones perfettamente fotografato ed intenso) parte dal Tennessee verso la base militare del New Mexico presso la quale era distaccato il ragazzo.
La scoperta del brutale assassinio del figlio lo porta ad imbattersi nell’ispettrice Charlize Theron (brava e bella, anche senza un filo di trucco). La poliziotta decide di farsi aiutare da lui, visti i suoi trascorsi nella polizia militare e l’indubbia capacità di indagine con la quale viene aiutata nel sopralluogo sulla scena del delitto e nella lettura delle deposizioni. Il giallo si complica, per l’ostracismo da parte dei militari che non gradiscono interferenze esterne che potrebbero deturpare l’immagine dell’esercito già ampiamente compromessa dai notiziari che continuamente trasmettono l’orrore del conflitto.
Gli ideali di patria e di gloria nei quali il padre ha sempre creduto vacillano paurosamente man mano che la verità viene a galla, le certezze sulle quali ha costruito la propria famiglia vengono a mancare, come gli viene rinfacciato dalla moglie, una sgualcita ma imponente Susan Sarandon.
La pellicola prosegue con un ritmo ora intenso ora drammaticamente riflessivo, costellata da una serie di scontri, verbali e fisici di grande violenza e forte impatto. La scoperta della verità non placa l’ansia dei protagonisti, né tanto meno quella degli spettatori, ai quali non resta altro che assistere ad un mesto alzabandiera, con il simbolo degli USA capovolto, quale segno di allarme, pericolo ed in un certo senso, di sconfitta.
Paul Haggis non raggiunge i picchi del precedente pluripremiato Crash, ma ci regala un grande film di dettagli importanti, in cui la tensione della vicenda è ben calibrata con la denuncia civile.
I dubbi e gli errori dei personaggi sono ben rappresentati e la sensazione che resta , insieme all’orrore per la guerra e le sue conseguenze, è che ad essere rovesciata non è solo la bandiera della scena finale, ma anche l’idea di bene e male, giusto e sbagliato, vicino e lontano.

Recensione by Fabrizio

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