Ago 302016
 

The Wrecking Crew, diretto da Denny Tedesco. Produzione: USA, 2008. Durata: 101’

★★★★★

In una Roma dove l’offerta culturale quest’estate è stata decisamente scarsa è sempre confortante trovare un oasi, un rifugio dove passare del tempo prezioso, tra relax e cultura a prezzi popolari e con una programmazione di qualità. Quale migliore occasione dunque per assistere a questo interessantissimo docufilm uscito nel 2008 per la regia di Denny Tedesco nel giardino del Monk Club, una delle poche arene estive dedicate al cinema dell’Estate Romana. Ma chi era dunque la “Wrecking Crew”? Presto detto. Tutti voi sicuramente, o la maggior parte di voi in casa possiede quel cd, quel vinile, o quel brano dove la “Wrecking Crew” ha suonato sebbene non compaia nei credits. Ebbene si, la “Wrecking Crew” era un folto gruppo di session man che negli anni 60 trovate come band che suonò per i Beach Boys, Frank Sinatra, Nancy Sinatra, Sonny and Cher, Jan & Dean, The Monkees, Gary Lewis and the Playboys, Mamas and Papas, Tijuana Brass, Ricky Nelson, Johnny Rivers e Phil Spector’s Wall of Sound. Solo per nominarne alcuni.  “Be my baby” delle Ronettes? Ecco, chi suona è proprio la “Wrecking Crew” per fare un esempio. “Everybody loves somebody” di Dean Martin? Anche. E per gettare una luce su quel periodo d’oro per la musica ecco che nel docufilm i musicisti si rincontrano, si siedono attorno a un tavolo e sciorinano aneddoti, ricordi, riprendono a volte gli strumenti e fanno sentire quel riff, quel giro di basso (La grande Carol Kay unica donna della “Wrecking Crew”). Il film è opera di Denny Tedesco, figlio di Tommy Tedesco uno dei musicisti più importanti della “Wrecking Crew”, una storia personale che si intreccia con quella di tutto l’ensemble e che da una vivida idea di come si faceva musica negli studi di registrazione dell’epoca. Recuperate questo prezioso film e lasciatevi trasportare nella epoca d’oro della musica e diamo finalmente credito e luce a questo manipolo di grandi session man che erano molto di piu di semplici session man, erano la base solida per grandi brani e grandi melodie.

Un epoca irripetibile e unica.

recensione di Fabrizio Fontanelli

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