Giu 202009
 

regia di Roberto Salinas con Dacia Maraini. Durata 55 min. – Italia 2009

Roma, Nuovo Cinema Aquila, 12 giugno 2009

★★★½☆

Locandina Maraini.pngProseguono le uscite su grande schermo per la collana “Primi piani”, prodotta da Interlinea Films, serie di documentari dedicati a figure di spicco della scena culturale italiana del XX secolo:
Il Nuovo Cinema Aquila, divenuto in breve tempo uno dei poli multimediali più importanti nel panorama capitolino, dopo i lavori su Mario Monicelli, sul Professor Andrea Carandini ed il giornalista Valentino Parlato, presenta una breve biografia di Dacia Maraini, figura centrale della cultura italiana e dell’impegno sociale dagli anni sessanta ad oggi; come i precedenti lavori già elencati, anche questo é ad opera del regista Roberto Salinas.
Strutturato come una lunga intervista alla protagonista ed impreziosito da numerosi filmati dell’Istituto Luce, nonché da alcune immagini dell’archivio personale della scrittrice, il documentario riesce ad evitare le insidie della celebrazione agiografica, stabilendo da subito un tono di una profonda intimità e confidenza con l’intervistata, quasi si trattasse di una chiacchierata tra amici, centrando comunque l’obiettivo di un racconto meticoloso e puntuale di una famiglia davvero unica e quello di fornirci un bel ritratto di una delle più autorevoli intellettuali del nostro tempo.
L’appassionato ricordo dell’infanzia in Giappone, segnata dalla prigionia nei campi di concentramento, della fame e degli stenti di quel periodo, il ritorno in Italia nella materna Sicilia, l’approdo a Roma, le prime riviste letterarie, gli incontri decisivi con Moravia e Pasolini, l’impegno civile, il Teatro di Strada, la poesia: tutto raccontato con passione, ma anche molta modestia e naturalezza, confermandoci l’impressione di una persona vera, di una figura davvero unica nel panorama culturale italiano.
Il documentario si fissa maggiormente sugli anni della gioventù e degli inizi della carriera della Maraini, quasi a voler invitare gli spettatori più giovani a scoprire da soli il percorso più recente della sua vita artistica, preferendo la funzione di ‘motorino d’avviamento’ dell’interesse verso questa grande donna dei nostri tempi.
Ecco allora il racconto degli espedienti per vincere la fame della segregazione giapponese, ecco il senso di clausura patito nella Sicilia degli anni 50 da una giovane donna dalla formazione culturale e dall’educazione incentrata sui principi del libero pensiero e dell’emancipazione dell’individuo; ecco infine gli appuntamenti culturali di una Roma sempre provinciale, ma viva e pulsante, quando al bar Rosati era frequente imbattersi in Corrado Alvaro al tavolo con Renato Guttuso e, naturalmente Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini.
Alla fine della proiezione, accolta con particolare calore dagli spettatori presenti all’anteprima, la Maraini ha risposto alle domande della giornalista Chiara Valentini ed anche a quelle del pubblico: serena e disponibile, dai magnetici, sempre sorridenti, splendidi occhi azzurri, la Maraini ci ha dimostrato anche di persona che la coerenza, l’impegno nel sociale mai ostentato o utilizzato come bandiera, la disponibilità verso i lettori sono parte del suo DNA e ne rappresentano l’inimitabile cifra stilistica, che caratterizza l’intera opera letteraria e teatrale di una donna davvero speciale.

Recensione di Fabrizio

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