Set 302019
 

Durata dal 28 al 31agosto.

the-perfect-candidate-locandinaSi parte in sala Darsena sezione In Concorso, con la visione di “The Perfect candidate” di Haifaa Al Mansour(prod. Arabia Saudita – Germania) ★★½☆☆.La storia è quella di un giovane dottoressa saudita Maryam (Mila Alzahrani) che presta servizio in un pronto soccorso di periferia. L’allagamento della strada di accesso alla struttura sanitaria e le estenuanti richieste di intervento alle disinteressate autorità locali, sono motivo di frustrazione per il medico, ma anche occasione per una sua iniziativa, vissuta come spiazzante per il rigido contesto sociale, provocatoria per la comunità tradizionalmente maschilista e destabilizzante anche per la sua famiglia.Si tratta di un film gradevole, con interpreti convincenti,e originale nel senso che nonostante l’ambientazione, la regista non propone vicende legate ad una storia di contestazione del velo, ma prosegue nel racconto di gesti di emancipazione, come aveva già fatto nel 2012 con il suo precedente lungometraggio “La bicicletta verde”.

verdictIn sala Casinò- sezione Orizzonti Concorso- c’è “Verdict” di Raymond Ribay  Gutierrez  (prod.Filippine)
★★★½☆.
Il film è uno sguardo quasi documentaristico sulle vicende giudiziarie conseguenti ad una denuncia di violenza domestica. Movimenti di macchina febbrili, inquadrature strette sui protagonisti, Joy moglie rassegnata e Dante, marito violento e sbandato, ambientazioni decadenti e claustrofobiche, atmosfere pesanti come l’aria umida e bollente che si respira nelle stanze del commissariato, nelle sale delle udienze, nelle strade del quartiere. E’un film coinvolgente e cupo, capace di rilasciare con rigore e credibilità l’angoscia di una storia ruvida, che nello scorrere della narrazione assume anche toni kafkiani. La pellicola ha vinto il premio speciale della giuria Orizzonti.

ad astraIl giorno dopo in sala Grande, sezione In Concorso c’è “Ad astra” di James Gray (prod. Usa 2019), che è anche co-sceneggiatore insieme ad Ethan Gross. ★★★☆☆.Il Maggiore Roy McBride, Brad Pitt, è un astronauta esperto, dalla preparazione impeccabile e dalla tenuta psicologica ineccepibile, ed è figlio d’arte. Il padre infatti, un allucinato Tommy Lee Jones, è considerato una leggenda nell’ambiente scientifico e militare, a capo di una missione spaziale che negli anni precedenti si era svolta con sviluppi ufficialmente mai del tutto chiariti, che in qualche modo portano al coinvolgimento del protagonista. Si gioca tutto sulle implicazioni del rapporto padre/figlio, e sulle più ampie riflessioni dell’uomo che esplora voracemente l’universo alla ricerca di nuovi spazi abitabili e risposte ad ataviche domande. Gray, spesso in concorso a Venezia con i suoi lavori, realizza un film molto ben girato, con una ricercata cura anche per il dettaglio, con inquadrature piene e avvincenti. Sono riusciti e ben interpretati i momenti dedicati alle riflessioni del protagonista, e ben rappresentati gli elementi cardine della storia. Peccato che il film non riescaad essere costante nella tenuta del livello, dal momento che proprio nella parte conclusiva vengono scelti espedienti narrativi non del tutto convincenti.

-kingmaker-01In sala Perla troviamo “The kingmakers” di Lauren Greenfield (prod. Usa) ★★★½☆ Il documentario, sezione Fuori Concorso, propone con sapiente montaggio, le interviste all’ eccentrica Imelda Marcos, ottantenne vedova del presidente filippino Marcos, che ripercorre con nostalgia il suo ruolo di first lady e “madre” del popolo filippino, e le testimonianze degli oppositori al regime. E’molto interessante questo continuo cambio di registro: da una parte il ritratto dei vezzi e della benevolenza matriarcale di Imelda che, attenta a non farsi toccare, distribuisce banconote alla folla fuori dal finestrino del treno, o in un reparto di pediatria. Dall’ altra i racconti delle violenze subite dagli avversari politici del marito, e ora del figlio Bongbong, che ancora oggi con il sostegno dell’ingombrante madre, tenta di riportare in famiglia il potere politico.

Jan KomasaIn sala Perla 2, per le“Giornate degli autori” viene proposto “Boze Cialo –Corpus Christi” di Jan Komasa (prod. Polonia – Francia) ★★★★☆. Il sorprendente racconto prende le mosse da un oscuro carcere minorile, dove il giovane e ispirato       Daniel in attesa di scontare la sua condanna, aiuta il parroco a servire messa, coltivando il desiderio di diventare prete. Di lì a poco viene rilasciato e, disattese le raccomandazioni del parroco, si ritrova per caso a vestire i panni di sacerdote in una piccola cittadina. Questa comunità diventa teatro di interessanti dinamiche innescate dal protagonista, interpretato da uno straordinario ed inquietante Bartosz Bielenia, che riesce a muoversi in atmosfere livide e, con una ambigua e per alcuni versi violenta carica vitale sconvolge rassicuranti abitudini, laceranti dolori e odi mai sopiti. Direi che considerato il livello di questo film, dovremo seguire con attenzione i prossimi lavori di Komasa.

 

Marriage story” di Noah BaumbachIl mattino presto al Palabiennale, sezione In Concorso – si assiste a “Marriage story” di Noah Baumbach (prod. Usa) ★★★★★.Grande capacità del regista, che è anche sceneggiatore, di mettere abilmente in scena, visto che l’ambientazione è di fatto teatrale, il progressivo sfilacciamento della intensa storia d’amore tra un regista newyorchese, uno splendido Adam Driver e la moglie attrice e sua musa ispiratrice, interpretata da una sorprendente Scarlett Johansson, che per fedeltà al ruolo stavolta non mette in particolare risalto fascino ed avvenenza. La proclamata volontà di affrontare in amicizia la separazione viene inesorabilmente travolta dalle fisiologiche complicazioni legali, nate per la gestione del figlio della coppia. Questo tipo di trama è già stata esplorata innumerevoli volte sul grande schermo, ma in questo caso i dialoghi estremamente brillanti, l’intensità degli attori, veramente irresistibili soprattutto in una delle scene più drammatiche, consentono a Baumbach di dar vita ad un film originale, toccante, ed estremamente umano, senza mai cedere a toni melensi o alla tentazione dell’effetto patinato.

La llorona” di Jayro BustamanteIn sala Perla per le “Giornate degli autori” in programma c’è“La llorona” di Jayro Bustamante (prod.Guatemala – Francia) ★★½☆☆.  In questo film il regista si ispira al ricordo della tragedia del popolo del Gutemala ai tempi della presidenza di Efrain Rios Montt. All’ indomani del processo, Enrique, un generale in pensione accusato di genocidio, si ritira nella sua casa, accompagnato da moglie, figlia e piccola nipote. La villa del generale è assediata notte e giorno da dimostranti, che esibiscono con fierezza le foto di parenti vittime del regime. I volti dei desaparecidos, le dinamiche familiari ormai lacerate dall’emergere dei trascorsi sanguinari del generale, la presenza misteriosa di una nuova domestica, si combinano con una suggestiva fotografia ed una buona dose di realismo magico, per costruire il racconto di una sorta di vendetta nei confronti del sanguinario e ormai patetico generale.

Irréversible – Inversion IntégraleIn sala Perla 2, -sezione Fuori concorso Proiezioni speciali – “Irréversible – Inversion Intégrale” di Gaspar Noé (prod. Francia) ★★★☆☆. Il film del provocatorio Noé, che ne è anche sceneggiatore, era stato presentato a Cannes nel 2002 proposto con un montaggio al contrario, già allora aveva sollevato giudizi controversi, ed è rimasto famoso per l’interminabile scena del brutale e devastante stupro della protagonista femminile Alex, interpretata da Monica Bellucci. La versione oggi proposta a Venezia è quella in cui è stato ripristinato il montaggio originale, cronologicamente corretto. La visione è disturbante, qualche spettatore lascia la sala. Non è semplice trovare il personale registro per seguire questa discesa all’inferno, che fin dai titoli di testa con un ritmo sempre più serrato porta a confrontarsi con una violenza furiosa e senza scampo. Il linguaggio visivo,più che essere funzionale alla trama,rappresenta proprio un elemento cardine della narrazione. Nelle scene iniziali è il colore verde che predomina, e i protagonisti sono còlti nella rassicurante intimità domestica. Poi la storia si sposta all’esterno e le luci cominciano a raffreddarsi, prende progressivamente il sopravvento il colore rosso, la telecamera rotea disordinatamente fino a diventare parte dell’incedere delirante di Vincent Cassel, che dà corpo a Marcus, primitivo e animalesco compagno di Alex. L’epilogo non può che lasciare fortemente turbati e inquieti.

Adults in the roomsPer la sezione Fuori Concorso si prosegue in sala Darsena con “Adults in the rooms” di Costa-Gavras (prod. Francia – Grecia) ★★★☆☆. Il film è basato sul libro “Adults in the room: my battle with Europe’s Deep Establishment” di Yanis Varufakis, ed è la ricostruzione delle vicende legate al drammatico braccio di ferro tra la Grecia di Tsipras e le istituzioni europee nel 2015. Costa Gavras parte dal punto di vista dell’allora ministro delle finanze e, con attori resi estremamente somiglianti ai protagonisti delle febbrili negoziazioni di allora, imprime un ritmo serrato al film e ci racconta le complesse trame politiche, mettendo l’accento su ipocrisie di apparati politici ed economici. Il risultato è un film brillante, che può spiazzare per il ricorso ad alcune “trovate” che risolvono la rappresentazione di quel momento drammatico, e che ci impone comunque profonde riflessioni.

Joker-2Per la sezione In Concorso si prosegue in sala Darsena con “Joker” di Todd Phillips (prod. Usa 2019) ★★★★★. Il regista, che è anche co-sceneggiatore,è stato produttore di “A star is born”, presentato lo scorso anno a Venezia. Questo “Joker” è un film potente e lacerante: Joaquin Phoenix è così scarno e quasi fisicamente ridotto quando lo vediamo vestire i panni del clown vessato o del figlio amorevole, ma come riempie meravigliosamente la scena quando trionfa nella delirante onnipotenza di Joker. Il suo profondo disagio mentale probabilmente non lo avrebbe condotto al male, ma Arthur/Joker nel suo mondo oscuro e tormentoso non trova altro che una esaltata e terribile violenza, quale unica difesa alle sempre più schiaccianti umiliazioni. E’un affresco cupo, emozionante e senza speranza, quello che riesce a disegnare Phillips con la macchina da presa. E’grande cinema e ha vinto il Leone d’oro per il miglior film.

Citizen KPer la sezione Fuori Concorso,viene presentato “Citizen K” di Alex Gibney  (prod. UK) ★★★★☆. Il documentario racconta la scalata finanziaria dello spregiudicato e ricchissimo Mikhail Khodorkovsky nella Russia degli anni‘90 e la sua caduta in disgrazia coincidente con l’arrivo al potere di Putin. Di fatto “K” ha sostenuto diversi giudizi per evasione fiscale e scontato 10 anni di duro carcere ai confini dell’ impero: è molto interessante seguire la sua trasformazione da controverso esponente dell’oligarchia, a simbolo dell’opposizione a Putin. Appassionante il ritmo che Gibney riesce ad infondere alle interviste al protagonista e molto efficace la ricostruzione delle vicende e dei personaggi di spicco. Diversi minuti di applausi in sala Grande, dove il documentario è stato proiettato in presenza del regista e di Khodorkovsky, che attualmente vive in esilio a Londra.

wasp-networkPer la sezione In Concorso si prosegue in sala Perla con “Wasp network” di Olivier Assayas (prod. Brasile – Francia – Spagna – Belgio)

★☆☆☆☆.

Dal romanzo “Os ultimos soldados da guerra fria” di Fernando Morais, il regista Assayas che è anche sceneggiatore, ci porta nelle trame del controspionaggio cubano degli anni ’90. A dispetto però della presenza di attori del calibro di Penelope Cruz,Edgar Ramirez, Gael Garcia Bernal, il film risulta piatto, slegato, didascalico a tratti, quando ha bisogno di ricorrere spesso alle scritte in sovrimpressione per giustificare il repentino salto da una situazione all’ altra. Neanche la fotografia mi è sembrata convincente. Peccato, perché il tema avrebbe potuto essere intrigante.

 

Reportage di: DiDo

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