Nov 272018
 

  images figurinaTi renderai conto di interpretare un personaggio più vicino a te stesso di quanto tu abbia mai fatto prima”. Così ripeteva il regista Richard Curtis a un dubbioso Rowan Atkinson, ovvero l’esilarante Mr. Bean che negli anni ’90 ha fatto divertire con le sue gag le platee di tutto il mondo. Quel personaggio era il celebre commissario Jules Maigret, le cui inchieste sono state trasmesse nel 2016 dalla rete britannica Itv (la stessa di Downton Abbey), grazie agli adattamenti dello sceneggiatore Stewart Harcourt, già autore delle antologie televisive dedicate a “Poirot” e “Miss Marple”, tratte dai romanzi di Agatha Christie. Dopo essere stati recentemente presentati in Italia su La Effe di Sky, i quattro film della serie stanno passando in questi giorni su Paramount Channel per la gioia di tutti gli estimatori di Maigret che, fin dalle sue prime imprese risalenti al 1931, è stato tradotto in 55 lingue e pubblicato in 44 Paesi, così come innumerevoli sono state le sue presenze sul grande e piccolo schermo.

Quanti attori hanno rivestito questo ruolo? A cominciare da Jean Gabin che nel 1958 portò nei cinema italiani Il commissario Maigret (Jean Delannoy), accanto a una giovanissima Annie Girardot. Proprio sulle orme dello stesso serial killer si spinge Rowan Atkinson nel primo film della serie, La trappola di Maigret, attraverso una Montmartre notturna e livida che fa da cornice agli efferati delitti di cinque donne. Una storia dai risvolti torbidi e inquietanti che sembra fatta apposta per un osso duro come il grande Gabin, ma come avrà potuto dipanare l’intricata matassa e assicurare alla giustizia un criminale lo stravagante Mr. Bean armato solo della sua comicità surreale? “Ho sempre impersonato figure strane, eccentriche, mai normali. Stavolta ho dovuto trovare un modo per rendere un uomo molto ordinario che fa un lavoro straordinario”. E da buon attore inglese (classe 1955) è riuscito a completare quella che sembrava una metamorfosi impossibile.

Rowan-Atkinson-as-Detective-MaigretSe il Maigret impersonato negli anni ‘60 dal nostro Gino Cervi aveva la stazza di un omone flemmatico e buongustaio, quello di Rowan Atkinson è asciutto, malinconico, compassionevole. Tra un interrogatorio e l’altro non ci sono a confortarlo i bicchierini di calvados e formidabili boccali di birra bevuti alla “Brasserie Dauphine”, né le bettole che odorano di aromi succulenti. Questo Maigret è rigoroso, introspettivo, mai un sorriso, tutto teso a delineare identikit psicologici più che le sembianze di un volto. Nel suo ufficio al Quai des Orfévres si mette subito in allarme quando uno sconosciuto gli chiede aiuto per telefono e prova un senso di fallimento se non riesce a salvarlo da una brutta fine, come nel secondo film della serie, Il morto di Maigret, anche questo girato a Budapest dove si sono ricostruiti i suggestivi ambienti di una Parigi anni ’50. Appostamento dopo appostamento, porta alla luce i più luridi segreti senza mai cedere alla tentazione di far bella mostra della sua autorità, come se prima di mostrarsi fervido tutore della legge sentisse l’urgenza di ripercorrere i tortuosi retroscena che spingono una mente a delinquere. Occhi negli occhi individua e smaschera qualsiasi tipo di criminale, anche se ha le sembianze di una donna seducente (Il crocevia delle tre vedove). Sguardi gravi e gesti contenuti da parte dello stesso attore che è stato l’imbranato Padre Gerald di Quattro matrimoni e un funerale (Mike Newell, 1994) o il pastore anglicano che si ritrova involontariamente coinvolto in una black comedy della più divertente tradizione inglese (La famiglia omicidi, Niall Johnson, 2005).

La prova di Rowan Atkinson ha entusiasmato il produttore della serie, John Simenon, secondogenito del leggendario Georges Simenon che ha scritto 76 romanzi e 26 racconti dedicati a Maigret da lui stesso descritto come “un tipo pesante dalla mole elefantesca”, tutto il contrario di Atkinson che è riuscito a scarnificare fino all’essenza quella poderosa fisicità animalesca. “E’ una delle interpretazioni più veritiere di sempre – ha dichiarato John Simenon – Ciò che conta è l’espressione di empatia e sensibilità, più importante di qualunque altro elemento”. Un riconoscimento davvero importante dopo le numerose performances di eccellenti interpreti in altrettanti fortunate serie televisive, prima fra tutte quella che ha avuto per protagonista l’ottimo Bruno Cremer in oltre cinquanta episodi prodotti tra il 1991 e il 2005. Meno convincente, invece, quello interpretato da Jean Richard per la televisione francese dal 1967 al 1990: ottantotto episodi dove paiono quasi del tutto assenti quell’”empatia e sensibilità” che rappresentano il tratto più peculiare di Maigret, segno dell’infinita gamma di sfumature attraverso cui può essere incarnato uno dei personaggi più popolari della letteratura del Novecento. Una letteratura senz’altro di genere, ma scritta da un autore che ha firmato ben altri capolavori degni di Camus e Dostoeskij, intervallati, quasi per diletto, proprio dalle inchieste del suo commissario (Simenon concludeva ognuna nel giro di una settimana!).

Eppure Rowan Atkinson ha mantenuto qualcosa, a cominciare dalla moglie Louise (la signora Maigret interpretata da un’incantevole Lucy Cohu) nonché l’irrinunciabile pipa che gli tiene compagnia quando porta avanti un’indagine insieme agli storici ispettori Janvier o Lapointe, mentre si ritrova sempre più immerso nelle plumbee atmosfere che fanno da sfondo a un omicidio. Le stesse dentro cui si svolge il quarto episodio della serie, Maigret al Picratt’s, ambientato a Pigalle, in un locale a luci rosse dove lavora una spogliarellista trovata strangolata perché sa troppe cose su un delitto che sta per essere commesso. Fronte corrucciata, labbra serrate, cravatta e gilet scuri, anche stavolta dipana intrecci dopo averli rimaneggiati per giorni e giorni.

MaigretSenz’altro l’accoppiata Maigret e Mr. Bean ha attratto subito la curiosità delle platee televisive internazionali, un connubio oltremodo singolare che alla fine si è rivelato vincente. Già dopo le prime inquadrature, infatti, la curiosità di verificare eventuali stonature viene presto fugata da una recitazione impeccabile e convincente, da taluni giudicata fin troppo neutra e fin troppo sotto le righe. Punti di vista. A tanti estimatori di Maigret è piaciuta molto, magari gli stessi che videro deluse le loro aspettative rispetto ai due episodi con protagonista Sergio Castellitto e diretti nel 2004 da Renato De Maria. Malgrado con l’impersonare a lungo lo stesso personaggio si corra il rischio di rimanerne poi imprigionati, ci auguriamo che dopo questa prima serie Rowan Atkinson continui a rivestire i panni di Maigret (che per ora sta passando il mercoledì in prima serata su Paramount Canale 27 e poi ritrasmesso il venerdì a notte fonda). Del resto, di inchieste ce ne sono ancora altre 72!

Ornella Magrini

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