Mar 282016
 

saraPik1In più di dieci anni di esperienze varie, coverband, band allo sbando, collaborazioni, eventi, festival, sagre della pannocchia organizzate nei buchi di culo dei paesi nostri, ho maturato alcuni consigli che sento di dare ai gruppi emergenti. Ecco qui una lista di 20 punti essenziali che io stessa stamperò e appiccicherò sul frigo per ricordarmi tutti giorni quanto sia difficile non impazzire cercando di fare quello che si ama in questo mondo:

1) Vestirvi come un componente degli Afterhours non fa di voi un componente degli Afterhours.
Lo stile però conta certamente, a quarant’anni non ve potete visti’ ancora come degli adolescenti metallari, e su!

2) Andare ai concerti di altre band emergenti è essenziale: per farvi un’idea di quello che gira, ma anche per alimentare un circuito di “alleanza”. Arroganza fa rima con alleanza ma non è la stessa cosa.

3) Andare a sentire un’altra band e restare poggiati al bancone con la faccia schifata e le mani in tasca, mentre sparate critiche ad alta voce, sui musicisti che si stanno esibendo, insieme al vostro vicino, non vi rende simpatici, ma solo teste di cazzo.

4) Fare sempre e solo considerazioni negative sugli altri non vi farà diventare automaticamente migliori.
Se vi comportate da testa di cazzo ai live degli altri poi non potete pretendere che ai vostri concerti la gente si comporti meglio.

5) Non tutti i locali sono gestiti da “localari”, perciò fatevi i vostri giri, andate a vedere di prima persona, non fatevi influenzare dalle dicerie e cominciate a frequentare solo quelli che offrono davvero un servizio serio ai musicisti, quindi invitate i vostri amici a fare altrettanto.

6) Organizzare un tour pensando di voler suonare solo nei locali “più fichi e pieni di gente” non aiuterà a “farvi” il vostro pubblico. Suonate ovunque potete (rispettando le considerazioni del punto precedente) così vi creerete il vostro pubblico.

7) Cominciate a suonare nella vostra città, non potete pensare di fare un “tour italiano” quando ancora dovete iniziare a farvi conoscere nel posto in cui vivete.

8) Un concerto al mese è poco se volete farvi conoscere. Dovete suonare e non dormire per giorni, mesi, anni! (Ah, i contest non sono da considerarsi date vere e proprie).

9) Quando sarete in grado di fare un live come si deve allora potrete pensare di chiedere un cachet, non viceversa.

10) Se non siete ancora pronti per i live però meglio rinchiudersi in sala, le date non sono la cosa fondamentale, la cosa fondamentale è suonare bene ed essere credibili.

11) Avere tanti like su facebook non vuol dire suonare bene ed essere credibili.

12) Una volta che vi siete fatti la gavetta sui palchi, festival, sagre della ciambella a zampa, e suonato le vostre canzoni per mari e per monti allora sarete pronti per “confezionarle” in studio.

13) Registrare in studio è un lavoro e si paga. Dovrete risparmiare per questo. No, non c’è più nessuno che ascoltandovi dirà: “oh bravi, ora vi do i soldi così fate un CD e diventate famosi”. No, rega’ è una favola e le favole si sa non sono reali.

14) Voi stessi siete “il prodotto” delle vostre fatiche, dovete essere voi i “promotori” di voi stessi per prima cosa cercando di essere professionali. Bere quindici birre prima di esibirvi non vuol dire essere professionali, non nel settore musicale, e nemmeno in quello degli “alcolisti anonimi”.

15) La promozione sui social va curata e non fatta a cazzo di cane. Postare di continuo i vostri link sulle bacheche degli altri non vi aiuterà, dovrete creare post che suscitino interesse perché voi stessi dimostrate interesse per quello che state dicendo. Se non siete in grado di farlo dovrete pagare qualcuno, il social media manager non è una figura mitologica, “essi vivono”!

16) A volte però un adesivo attaccato nel cesso di un locale funziona ancora meglio che un selfie con la maglietta del vostro gruppo che avete soltanto voi.

17) L’album se è solo su soundcloud non è un album. Se avete registrato qualcosa per bene, “stampatelo” pure e curate la copertina e il progetto grafico e tutto quello che serve per presentare un prodotto quantomeno più verosimilmente accostabile all’idea di “album”. La musica ha ancora bisogno del supporto “materiale”!

18) Circondatevi di gente seria ed onesta che crede in voi e non vi usa soltanto per i propri scopi. (Attenzione questo mondo scarseggia di persone con queste caratteristiche).

19) I redazionali si pagano, gli articoli promozionali e robe simili si pagano (a certi livelli naturalmente), ecco perché nessuno li fa per voi. Ci sono i booking e gli l’ufficio stampa che si occupano anche di questo e attenzione, attenzione anche quelli si pagano, a percentuale sui cachet quelli “più seri”, quelli che si fanno pagare e vi vendono un pacchetto a prescindere non sono da considerarsi tali. (il punto016-sara-pik 19 è stato riassunto per questioni di “spazio”, ho comunque ampliato le specificazioni sulla questione su suggerimento di G. Lateana che giustamente era venuto a puntualizzare nei commenti 😀 )

20) Potete sempre contare sulle vostre forze, e mandare le vostre robe alle webzine e ai giornalisti che ancora si prodigano a recensire la musica emergente, ma allora non potete prendervela se oltre le buone impressioni vi arrivano anche critiche, magari sono giuste e potrebbero aiutarvi a crescere, ci avevate mai pensato?

Sara Pik

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