Dic 012010
 

Sono entrato nella famiglia Slowcult in punta di piedi, ero un semplice fruitore del sito dove ogni tanto andavo per immergermi nei ritratti di Rosa, la nostra fotografa-giornalista. Apprezzavo il lavoro svolto da questo team, il loro appassionarsi agli artisti e il loro bagaglio culturale che li poneva sempre in grado di saper quello che stavano scrivendo o immortalando.
Poi una bella sera invitai Rosa a vedere gli Oasis al Palalottomatica e al termine del concerto lei mi invitò a gettare giù due righe per slowcult, lei aveva scattato le foto, l’articolo sarebbe stato completo.
Accettai con entusiasmo, il fanzinaro che da sempre è in me (scrivevo per la fanzine italiana degli U2 e andavo in giro a intervistare e recensire le band irlandesi in quel di Dublino negli anni 90) battè un colpo ed entrai nella Slowcult family.
Da quell’articolo molte cose sono accadute, tante Slowcene, tanti progetti, confronti appassionati, tante bottiglie di vino, deliziose torte rustiche, accesi dibattiti sulle ultime uscite o sui dischi/libri/dvd dell’anno, idee di recensioni, ancora tanti bicchieri di vino (sempre slow per carità), deliziosi tiramisu, e intanto ecco la mia intervista telefonica a Paolo Benevegnù pre concerto Dissolution a Roma, il mio reportage ai miei amici Swell Season, il tutto mentre il sito cresceva, acquistava nuove energie, e occupava più aree di conoscenza (quanto imbarazzo per me scrivere di Calder senza avere tante nozioni di architettura, chiedo perdono). L’idee delle slowfeste è arrivata quasi naturalmente, un’altra occasione per stare tutti insieme, e anche celebrare il nostro amore per il lento fluire del sapere con chi volesse condividere con noi questo emozionante viaggio.
La prima Slowfesta fu assolutamente homemade in quel del Beba do Samba, avendo tre validi gruppi in seno a Slowcult perchè non fare tre piccoli showcase? Che bella serata che fu…ci divertimmo tutti e consolidammo il nostro legame, la storia d’amore tra noi (sì, d’amore si tratta) era entrata in una nuova fase.
Quando pochi mesi fa però pensammo a una nuova slowfesta, a meno di un anno dalla precedente, era chiaro a tutti che questa volta Slowfesta doveva fare un salto in avanti. Uscire dal proprio guscio e aprirsi al mondo..stabilito questo iniziammo tutti a mettere sul piatto le nostre idee, cosa fare, chi coinvolgere e sopratutto dove farla. Tassello dopo tassello, mail dopo mail, sopralluoghi dopo sopralluoghi tutto miracolasamente si stava incastrando alla perfezione. Fu chiaro a tutti di dividere in due la serata. Non solo musica, ma anche pittura, letteratura, e poi perchè non bookcrossing? E perchè non coinvolgere i bravissimi fotografi che conoscevamo? Per la parte musicale Verner, Marco Parente e i Perturbazione diedero subito la loro disponibilità a esibirsi per Slowcult. Gli autori letterari risposero all’appello entusiasti. Eravamo pronti, un crescente senso di eccitazione ci permeava. E Slowfesta fu! La Locanda Atlantide si è rivelato essere il luogo perfetto per ospitarci, il bookcrossing ha avuto un successo insperato, quanta gioia a vedere le persone entrare nella Locanda con 1 libro o più da condividere con persone sconosciute, ma affini nella richiesta di nuove storie e magari autori mai affrontati prima. Qualche foto birichina che non ne voleva sapere di essere esposta poichè troppo timida, non rovinò un’esposizione fotografica molto particolare e apprezzata.
La parte letteraria si è risolta con molta grazia nella parte musicale. Le deliziose storie in musica di Verner hanno riscaldato gli animi, l’operetta di Marco Parente (inedita fino alla Slowfesta) ha catalizzato l’attenzione di un pubblico che minuto dopo minuto cresceva di numero. Un pubblico attento, partecipe e affascinato.
I Perturbazione, che dire? Il loro set acustico per Slowcult è diventato ormai famoso presso i loro tanti fans, Tommaso e Gigi hanno raccontato loro stessi, le loro canzoni, le loro vite, ci hanno fatto entrare con grazia nelle loro vite e nei loro rapporti personali, cosa di cui non finiremo mai di ringraziarli. E ci hanno cullato facendoci arrivare alle prime ore del nuovo giorno tutti felici, emozionati, con una quel tipo di stanchezza che ci avrebbe portato a ricominiciare tutto il giorno dopo da quanta viva energia e piacere ci permeava.
Il mio grazie e anche quello della nostra bella famiglia va a voi che ci avete seguito sia fisicamente che sulla rete, grazie a chi ha letto i nostri report, a chi ha guardato i nostri video incuriositi dal nostro lento fluire del sapere.
Un fluire che rimane in prima linea nell’andare a capire cosa avviene nel nostro mondo, un fluire che scruta le nuove pulsioni dal basso sempre pronto a gettare un occhio d’inchiostro elettronico ad ogni fermento e ad ogni nuovo (o vecchio) arrivo in città (e non solo).

Cheers Slowcult!

Pensieri di Fabrizio Fontanelli

Visita la fotogallery e guarda i video in esclusiva

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