Mag 102018
 

Ho incontrato Giulia Tripoti la prima volta nel maggio 2010: eravamo entrambe ospiti degli amici Yo Yo Mundi, storica band piemontese che amiamo molto, sul palco allestito dall’Associazione Ex Lavanderia nel parco di Santa Maria della Pietà, per un’iniziativa sul 32° anniversario dell’approvazione della Legge Basaglia. Fu una serata molto bella e da allora in poi ci siamo incontrate tante volte, in occasioni altrettanto significative: dalla Festa per la Cultura organizzata dall’Associazione Controchiave nei lotti della Garbatella alle serate estive di Toffia (Rieti) per la manifestazione “Riviviamo il centro storico”. E’ decisamente un’artista che ama sporcarsi le mani Giulia: e lo fa anche in senso letterale, coltivando la terra nel suo casale in Sabina, La casetta gialla. Tra una carezza alla sua Lana, un bellissimo pastore maremmano, e un’occhiata al video del suo nuovo progetto, il Karkum Trio, Giulia ha accettato di partecipare alla prossima Slowfesta di primavera il 19 maggio al Wishlist e ci ha raccontato la sua storia.

Giulia Tripoti

Giulia Tripoti


Ciao Giulia, stiamo guardando il video del tuo nuovo progetto, il Karkum Trio. Vuoi raccontarci come è nato? Che cosa significa Karkum?

Ho creato il Karkum Trio assieme al mio amico polistrumentista tarantino Claudio Merico alcuni mesi fa. L’intento è quello di dar vita ad una formazione acustica che viaggi tra ritmi e sonorità mediterranee, contaminandosi con West Africa, Medio Oriente e musica tradizionale del Sud Italia. Un progetto di musica originale, dove in primo piano rimangono canzoni e temi quali viaggio, amore, custodia e trasmissione della propria tradizione culturale. Il nostro primo singolo “Vorrei”, che è appena uscito, si caratterizza infatti per il mix di sonoritá tra Africa, Puglia, Irlanda e Andalusia, in sostanza una world music d’autore. Un viaggio musicale “speziato”, con odori e sapori di terre lontane e vicine, da qua il nome “Karkum” (kharkoum=curcuma in arabo, karkum=giallo in dialetto marocchino).

Con voi c’è un musicista africano, Ousmane Coulibaly: come vi siete incontrati?

Mi è stato suggerito da un amico musicista. Cercavamo un musicista professionista di kora disponibile a suonare strumenti tradizionali anche su musica originale non prettamente di sonorità africana. Ousmane, oltre ad essere bravissimo, ha grande professionalità e serenità nell’approcciarsi alla musica, è un ragazzo speciale.


Sei attiva da molto tempo sulla scena romana, quali sono gli altri progetti musicali che hai in piedi attualmente?

In effetti canto dal ‘97.. 21 anni!!! Ad oggi, oltre a Karkum Trio, ho all’attivo: Italia Migrante (world music italiana), Giulia Tripoti band (musica etno-rock originale) e il duo romano Luna e Laltro (canzoni di baci, schiaffi e carceri romani).
Mi piace spaziare dalla world music al progressive, senza limiti.

Karkum Trio

Karkum Trio

Cosa pensi della situazione della musica indipendente in Italia?

Penso che la musica indipendente trovi sempre meno porte aperte. Nel mio caso, per indole, mi sento naturalmente vicina al concetto di “indipendenza”, nel senso di libertá dal bisogno di “etichettare” e di far parte di uno schema prestabilito, trovando però difficoltá nel propormi in contesti live al di fuori delle nicchie. La rete oggi è uno strumento dalle potenzialitá eccezionali, ma non senza il rischio dell’effetto meteora.
Un’altra difficoltá che ha oggi un artista indipendente è il fatto che mancano gli altri segmenti della filiera: spesso succede che le figure del produttore, manager, booking, ufficio stampa, pr e magari anche videomaker, fonico siano riassunte in un’unica persona: l’artista stesso…

Oltre a essere musicista gestisci anche un’impresa agricola: come riesci a coniugare le due attività?
Non ho un’impresa agricola, ma devo dire che quello che facciamo, io e il mio compagno Lucio, è un’impresa nel vero senso della parola! Sono scappata dalla città da quattro anni per andare a godermi la campagna nel pieno dell’autoproduzione. Mi autoproduco, senza utilizzare alcun veleno, grani antichi, frutta, ortaggi, legumi e tutto ciò che ne otteniamo dalla loro trasformazione in casa, a mano.
Le due attività si sposano benissimo! Dall’autoproduzione musicale a quella nei campi e in più posso suonare in qualsiasi ora della giornata… cosa si può volere di più? Sono vegana, mangio solo quello che viene dalla fatica delle mie braccia e lavoro con la mia prima passione, la musica. Peccato che le giornate abbiano solo 24 ore (ride).


Qual è il tuo rapporto con le nuove tecnologie? Pensi che i social siano utili per la diffusione della musica indipendente?

Assolutamente sì, oggi sono il mezzo più veloce per poter far conoscere la propria musica ovunque. Stabiliscono il primo contatto. Direi un passaggio fondamentale che annulla le distanze.


Ricordiamo che in un tuo disco di qualche tempo fa hai avuto come ospite Tony Levin, storico bassista dei King Crimson. Puoi raccontarci questa esperienza?

Sono riuscita ad avere la sua mail. E’ stato tutto molto semplice e naturale, come dovrebbe essere in generale in ambito musicale… ho mandato le linee di basso, gli spartiti e la base delle canzoni a Tony, che è uno dei miei miti! Le ha ascoltate, gli sono piaciute e ha accettato senza problemi di incidere più tracce di basso e stick via internet. Una persona veramente disponibile.

Che tipo di musica ascolti nel tempo libero?

Tanta tanta tanta musica del Mali, Senegal e West Africa in generale, Arto Tuncboyaciyan and Armenian Navy Band, Trilok Gurtu, Zawinul… poi appena scopro gruppi/artisti nuovi di world music li ascolto all’infinito. Gli ultimi entrati nella mia playing list sono i Mode Plagal, New York Gipsy All star, Silvia Perez Cruz.

Si avvicina l’estate: quali saranno i prossimi appuntamenti con la tua musica, oltre naturalmente al concerto del 19 maggio per la Slowfesta di primavera?

Ci si prepara per festival in piazza/locali anche fuori dal Lazio, ma ancora con date in via di definizione tra Nord e Sud Italia.

Giulia Tripoti - foto di Luigi Orru

Giulia Tripoti – foto di Luigi Orru

Sito ufficiale


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Intervista di Ludovica Valori

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