Dic 302008
 

Roma, Init, 16 dicembre 2008
★★★★☆
Dopo un po’ di attesa, preceduti da segnalazioni che ne facevano un evento impedibile, all’Init di Roma arrivano i Deerhoof. Indubbiamente le attese della vigilia sono state ampiamente ripagate.
La formazione presente include, oltre ai già conosciuti Greg Saunier (batteria), John Dieterich (chitarra) e Satomi Matsuzaki (basso e voce), il nuovo arrivato Ed Rodriguez, seconda chitarra di questa serata.
Lo spettacolo inizia subito senza perdersi in chiacchiere, la band parte in quarta e presenta le canzoni estratte dall’ultimo album, “Offend Maggie”, di recentissima pubblicazione ed accolto da entusiastiche recensioni. Il pubblico apprezza e viene coinvolto dal continuo scambiarsi di assoli di John e Ed, dal biondo Greg dal drumming che ricorda nelle movenze e nella fisicità dell’interpretazione il grande Stewart Copeland, il quale, nonostante il fisico mingherlino, effettua colpi devastanti alla scarna ma efficacissima batteria. Su tutti giganteggia (si fa per dire) la cantante e bassista Satomi, alta un metro e un fagiolo ma dall’inesauribile energia, specie quando non adopera il suo Hofner a violino e inizia a saltellare qua e là come un folletto.
Alle nuove canzoni si mischiano anche i classici dei precedenti album (come una splendidamente eseguita “+81”), ma il loro genere ormai è indecifrabile, in una canzone si può ascoltare un jingle che sembra preso da uno spot, e subito dopo un rock più “noisy” e psichedelico possibile, segno della loro irrefrenabile e continua voglia di sperimentare. Indubbiamente l’arrivo del secondo chitarrista aumenta lo spessore e l’efficacia della performance dal vivo, grazie ad un suono compatto e ben articolato tra le due chitarre. Il loro particolare miscuglio di melodia e sperimentazione colpisce nel segno e li eleva al rango di veri paladini dell’indie d’oltreoceano.
Tra un pezzo e l’altro, osservo con piacere che non siamo solo noi spettatori a divertirci, ma anche loro; nonostante gli ormai dodici anni di carriera, i quattro di San Francisco ci dimostrano una partecipazione non indifferente, non c’è alcuna traccia di noia sui loro volti; nell’encore, Satomi è talmente scatenata che cade dal palco, tuttavia continua a cantare in mezzo a noi esaltati.
Nonostante il piccolo incidente, la performance è durata un’ora e mezza, davvero intensa e senza pause, e dopo gli autografi, lo scambio di qualche battuta con John e Greg, davvero disponibili e soddisfatti dell’accoglienza, dopo essersi concessi per le foto di rito, possiamo fare ritorno a casa stanchi, ma felici.
Go, go, champions!

Recensione di Giuseppe Saju – Fotogallery di Fabrizio

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