Giu 172008
 

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Modena, Stadio Braglia, 14 giugno 2008. C’era un che di palpabile nell’aria del Braglia, si sentiva che doveva succedere qualcosa, che non era il solito concerto. Alle spalle tanto tempo. Aspettativa, attesa lunga tremila e più giorni, un’ira irrefrenabile tenuta in ibernazione ma in costante fibrillazione. Bambini che diventano uomini aspettando i loro profeti. Uomini che incanutiscono schiacciati dalla vita che volentieri renderebbero indietro per un urlo di liberazione. Si aspetta ancora, ma è un nonnulla ora che si è consapevoli dell’inevitabilità dell’evento. Nel mentre, evapora tutto facilmente, senza lasciare traccia: Linea 77, Gallows; indipendentemente dalla loro volontà non ci si può fare niente, è inevitabile; rimane loro il pregio di essere stati, inconsapevolmente o meno, degli agnelli sacrificali. Pian piano, ci si avvicinava all’inevitabile momento di catarsi collettiva. Il chiacchiericcio svanì ed i mormorii si abbassarono di tono.
La luna oscurò il sole e si fece notte, sorse dal nero delle tenebre una grande stella rossa, le sirene trillarono ed il settimo sigillo venne aperto e i quattro cavalieri nelle loro vesti arancioni con un cappuccio nero cominciarono ad intonare il cantico del risveglio. Ed ebbe inizio l’Apocalisse.
Il palco si illumina ed ecco quattro prigionieri di Guantanamo in tuta arancione e cappuccio nero rimanere immobili di fronte al pubblico, accompagnati dal suono di una sirena per attimi che sembrano un’eternità. La sirena lentamente ammutolisce e le note di Bombtrack cominciano a ringhiare … i Rage s’impadroniscono degli strumenti e suonano il primo pezzo del concerto imprigionati nei pigiami della vergogna. Appena finito il primo brano, un rapido cambio di look ci presenta i quattro nella loro classica mise … Zack De La Rocha privo di ogni dettaglio roccketaro, Tom Morello con l’immancabile visiera calcata sulla zucca, Tim Commerford sfoggia il suo torso tatuato e Brad Wilk in lontananza nascosto dalla batteria fa vibrare le bacchette.
Secondo incantesimo dopo Bombtrack, la bandiera delle EZLN a fare da sfondo e parte l’inno dell’Internazionale … mai dichiarazione politica sonoramente più commovente.
I brani vengono snocciolati uno dopo l’altro, Bulls On Parade, People of the Sun, Testify… La scaletta non riserva sorprese ed il copione sembra essere quello dei passati recenti concerti. Non c’è posto per introdurre i pezzi o salutare il pubblico, i 4 suonano come forsennati ad un ritmo tiratissimo. Siamo circondati da gente in delirio che canta a squarciagola i pezzi dei Rage … il pogo regna sovrano e chissà che non conteremo qualche testa rotta alla fine del concerto! Bullet in the Head scalda ancora di più gli animi e Zack sembra guardare con ammirazione il suo pubblico. Scambio di energie… il pubblico si inebria della batteria, del basso, delle scivolate sapienti di Tom Morello lungo il manico della sua chitarra e urla in sincrono col suo profeta Zack… i Rage in cambio si nutrono dell’energia vitale di un pubblico vibrante pieno di pugni alzati e teste annuenti a ritmi esagerati.
I minuti corrono via veloci, Down Rodeo, Guerrilla Radio, Renegades of Funk e Calm Like a Bomb riempiono l’aria di eccitazione, urla e deliri. Da quanto tempo che non assistevamo ad un vero delirio di metallo e voce, di rabbia urlata e condivisa. Sleep Now in the Fire è l’ultimo pezzo prima dell’immancabile bis.
Solo una volta rientrato sul palco, Zack si concede il lusso di aizzare la folla con le sue graffianti parole, al di là dei testi dei suoi pezzi. La bellissima Wake Up viene tagliata a metà da un discorso di Zack contro Bush e Berlusconi, che invita a prendere coscienza di ciò che siamo e a prendere atto che la politica parte dal basso e non si fa solo nel gabinetto del presidente… waaaaaaaaaaakkkkkkkkke uuuupppppppppppppppppp !! E l’urlo che segue e mai come ora può essere più vero. I rage si erano sciolti circa dieci anni fa dopo la disastrosa prima guerra del Golfo con de La Rocha che diceva di aver fallito la sua missione politica « Sento di dover lasciare adesso i Rage, perché il nostro processo nel prendere le decisioni è completamente fallito. Non incontra più le aspirazioni di noi quattro collettivamente come band, e dalla mia prospettiva, ha minato i nostri ideali artistici e politici. Sono estremamente orgoglioso del nostro lavoro, sia come attivisti che come musicisti, così come sono riconoscente e grato a tutte le persone che hanno espresso solidarietà e condiviso questa incredibile esperienza con noi. ». Ci ritroviamo oggi nel 2008 in cui il mondo sembra essere ancor più cattivo e vigliacco, le guerre non sono finite e Guantanamo è l’emblema della sopraffazione contro ogni diritto.
A Wake Up seguono la bellissima Freedom e Township Rebellion, per finire Killing in The Name le cui strofe ripetute “Some of those that work forces are the same who burn crosses”, “And now you do what they told ya”, “Those who died are justified, for wearing the badge, they’re the chosen whites” ribollono nello stadio in completa adorazione ed esaltazione. Se proprio bisogna trovare qualche pelo, allo spettacolo è mancata un po’ di sana improvvisazione (autentica o preparata) tipiche di molti live rock, dove c’è anche uno scambio di effusioni tra band e pubblico. Una sola ora e mezzo di concerto senza concedere nulla in più, vietato andare fuori dalle righe, fuori da una scaletta congelata per tutto questo tour 2008. Ma quello a cui abbiamo assistito non era certo un concerto rock era piuttosto una liturgia pagana, un rito liberatorio, che come tutti i riti ha bisogno di seguire un identico percorso ogni volta che viene rappresentato.
Ci chiediamo se dopo questo delirio ai Rage non verrà voglia di scrivere qualche nuove pezzo. Il Sistema continua a darci pugni nello stomaco e noi continuiamo ad aver bisogno di Rabbia contro il Sistema!

Recensione by Magister e Lisa
Insipired by Giovanni di Zebedeo



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Scaletta
Bombtrack
Internazionale
Bulls on Parade
People of the Sun
Testify
Know Your Enemy
Bullet in the Head
Down Rodeo
Renegades of Funk
Born of a Broken Man
Guerilla Radio
Calm Like a Bomb
Sleep Now in the Fire
Wake Up

Bis:
Freedom
Township Rebellion
Killing in the Name of…

Photogallery RATM

Foto scattate da Magister. Clicca sulle foto per ingrandirle.

  5 Responses to “E Zack tornò sulla Terra per risvegliare i vivi e i morti. E fu l’Apocalisse”

  1. Non so che concerto hai visto te, ma la prima canzone suonata da incappucciati è stata Bombtrack e non Testify.

    Concordo su tutto il resto!

    Saluti!

  2. In fase di redazione abbiamo invertito l’ordine di Testify e Bomtrack. Ora lo abbiamo corretto, grazie per la segnalazione!

  3. Nice text.., brother

  4. omg.. good work, bro

  5. nice work, brother

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