Feb 102013
 

Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi, 30 Gennaio 2013

★★★☆☆

Per definizione, il disturbo bipolare è caratterizzato da un alternarsi tra stati emotivi diversi. Quale migliore definizione, quindi, per il tour che unisce i percorsi artistici di un quasi esordiente di belle speranze e di una ormai celebrata personalità della scena indie italiana? Mai come in questo caso infatti ci si trova di fronte ad una dicotomia musicale, ad un susseguirsi di slanci in avanti e repentine retromarce, ad un alternarsi di sensazioni e reazioni differenti. Senza voler troppo smontare il grosso battage che aveva accolto l’uscita del primo album da solista dell’artista siciliano, resta evidente la disparità di spessore musicale, artistico ed espressivo tra i due: Meg cerca di condurlo con mano esperta ed elegante, senza troppo evidenziare il gap esistente tra i due, ma in realtà troppe le incertezze, troppo lieve la consistenza di Colapesce per non parlare di uno sbilanciamento, di un ‘disturbo bipolare’. Troppo ampia la distanza tra le due personalità, spavalda nella sua dolcezza quella di Maria Di Donna, impacciata ed incerta quella di Lorenzo Urciullo. Un solo album, per quanto degno di nota (?) contro una decennale e corposa discografia solista, senza parlare dei trascorsi con Bisca e, soprattutto , 99 Posse. La curiosità era tanta, la collaborazione tra i due per il brano Satellite, brillante gioiellino pop per il quale qualcuno aveva gridato al piccolo miracolo (?) aveva innescato l’idea alla base di questo tour, dal quale Colapesce non potrà che uscire cresciuto e maturato ma del quale non si riesce a vedere quale beneficio artistico potrà godere Meg, che sul palco sembra un purosangue costretto a mordere il freno e rallentare la corsa, con il rischio di incappare in un poco meraviglioso declino. L’alternanza di brani in scaletta sembra evidenziare quest’aritmia cardiaca, con qualche raro caso di sincronismo e reale fusione progettuale (Sottocoperta, la già citata Satellite) ed il resto del programma nel quale il sottoscritto accettava i brani di Colapesce come l’intervallo del film al cinema, domandandosi quando sarebbe ripreso lo spettacolo. Resta il piacere dell’ascolto di alcune perle del repertorio della cantante di Torre del Greco (Napoli Città Aperta, Distante e l’ormai classica Simbiosi) e di un omaggio finale a Battiato, in cui i due artisti sembrano davvero ricongiungersi e far crescere il rimpianto per uno spettacolo che non c’è stato ma che un brano come Summer on A Solitary Beach sembrava poter permettere. Ovviamente il giudizio finale fa la media tra le due stelle scarse di Colapesce e le quattro di Meg. Peccato, un’occasione mancata!

Recensione di Fabrizio Forno, foto di Massimiliano Max Marcoccia

Scaletta:

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