Apr 212013
 

Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli, 12 aprile 2013

★★★★☆

Ha scelto un nome che in lingua swahili significa “libero come un uccello”. Con la stessa libertà Meshell Ndegeocello ha elaborato il progetto “A dedication to Nina Simone”, il tour che ha fatto tappa all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito della manifestazione My Festival, ideata da Patti Smith. Un concerto, quello del 12 aprile, che Meshell Ndegeocello ha voluto dedicare alla grande artista statunitense scomparsa nel 2003, non ricalcando le versioni originali dei pezzi, ma rendendo la performance personale e spaziando dalle creazioni di Nina ai brani che l’artista stessa amava interpretare. Da parte delle due cantanti c’è, del resto, un approccio simile per quanto concerne la musica: il piacere di percorrere sentieri di diverso tipo, quali jazz, soul, blues per quanto riguarda Nina e – per Meshell – anche reggae, rock, funk e hip hop.
Si tratta di doti eccellenti, di una capacità di ricerca e di sperimentazione indubbiamente lodevoli; rischiano però, come è successo a nostro parere nel concerto dell’Auditorium, di creare una distonia e una mancanza di fluidità che non valorizzano appieno la capacità espressiva di questa brava cantante, che è anche cantautrice, bassista, multistrumentista e rapper. Un’artista nominata dieci volte ai Grammy Awards, tedesca di nascita e statunitense d’adozione, che ha adottato fin dall’adolescenza il nome Ndegeocello, libera come un uccello, appunto, a testimoniare la sua grande sensibilità e il precoce desiderio di spaziare oltre i confini consueti. Anche nel concerto del 12 aprile si è confermata una particolarità di questa cantante, rilevata da Slowcult già nel passato, ossia l’eterno alternarsi della dolcezza al carattere duro e un po’ scontroso. Notevoli alcuni brani, con un crescendo di suggestioni potenziato dall’uso sapiente delle percussioni; un po’ “sottotono” risultavano altri pezzi.
L’ideale sarebbe il giusto mezzo: la forza prorompente unita a un sentimento romantico e riflessivo. Le due anime di chi ha davvero qualcosa da dire e lo fa attraverso la musica e un’espressione vocale che non si dimentica.

Recensione di Daniela Delli Noci

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