Giu 232016
 

Roma, Planet Live, 10 giugno 2016

★★★½☆ 

DSC_0164 [800x600]Nell’antipasto estivo (e gratuito!!) della rassegna Progressivamente, meritorio e prestigioso festival che quest’anno in aggiunta alla tradizionale collocazione di fine estate/inizio autunno ha previsto un supplemento di concerti tardo primaverili, ecco una graditissima sorpresa, ovvero la ricomposizione dei Saint Just. La formazione rappresenta un capitolo importante e significativo nella storia del prog italiano dei primi anni settanta, con due album di particolare spessore, anticipatori di molta musica degli anni a venire ed oggetto di culto per collezionisti ed amanti del genere. Il gruppo oggi prevede la sola Jenny Sorrenti della formazione originale, ma i nuovi elementi della band (Giuseppe Mazzillo/tastiera, Dario Spinelli/basso, Davide Ferrante/batteria, Giuseppe Spinelli/chitarra) sembrano aver ben catturato lo spirito, le sonorità, l’energia e la poetica delle origini. Indubbiamente il loro compito è facilitato dalla presenza magnetica della leader e cantante , che non ha perso assolutamente in carisma, carica comunicativa e capacità interpretative. L’appuntamento di stasera ha acquisito un valore aggiunto, visto che alcuni brani del concerto registrati live faranno parte della riedizione su CD del l’album Prog Explosion, finora disponibile (per modo di dire) solo su vinile, la cui uscita è prevista per il prossimo autunno.

Jenny appare in ottima forma e la scaletta scelta per la serata alterna sapientemente brani dei Saint Just ad altri appartenenti al repertorio solista della cantante anglo-napoletana. Tra i brani più apprezzati, sicuramente il trittico iniziale, comprendente Il Cercatore, Il fiume inondò e Tristana.

DSC_0165 [800x600]Indubbiamente una parte significativa della serata è rappresentata dai racconti che precedono o spiegano i brani, una vera enciclopedia vivente sui fermenti giovanili dell’Italia a cavallo tra la fine degli anni sessanta e la prima metà del decennio successivo, con anedotti e racconti su Francesco Di Giacomo, un esordiente ma già valente Pino Daniele, Peter Kaukonen, le comuni freak sulle rive del lago di Bracciano, le jam sessions fino all’alba ed altri episodi raccontati senza eccedere in nostalgia, ma con l’orgoglio e la voglia di condividere le sensazioni di un periodo irripetibile di controcultura e grandi ideali.

Un piccolo spazio della scaletta è stato dedicato alle cover, una dei Jefferson Airplane, Somebody to Love, a rappresentare il flower power della west coast di fine anni sessanta, un’altra Dreams, presa a simbolo dell’emancipazione della donna (la cantante Stevie Nicks) che si appropria dello scettro dei Fleetwood Mac a metà degli anni settanta. Per finire, un omaggio al fratello Alan Sorrenti, con una suggestiva versione di Vorrei incontrarti, definito dalla sorella uno dei brani italiani più importanti del novecento: al netto di un inevitabile giudizio di parte, di certo una splendida canzone. Si finisce con un doveroso ricordo di Marcello Vento, compianto musicista e compagno di vita di Jenny, con il brano Fragili, che riporta chi vi scrive ad una bellissima nottata a Ventotene di qualche anno fa.

DSC_0147 [800x600]Una serata particolarmente riuscita, preceduta dall’esibizione dei Lisergia, onesta ma non indimenticabile rock band di non particolare originalità; una serata da salutare con particolare affetto e piacere, come quando si ritrova un’amica di vecchia data alla quale siamo da anni legati da stima e profonda riconoscenza e che ha ancora tante cose importanti da raccontarci.

Recensione e foto di Fabrizio Forno

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