Ott 142009
 

Roma, Circolo degli Artisti, 6 ottobre 2009

★★★★☆
Sophia 06oct09 031 [800x600] Robin Proper Sheppard ama Roma e Roma ama Robin Proper Sheppard. Questo sentimento popolare ha nuovamente ricolmato il Circolo degli Artisti dove il leader del collettivo dei Sophia (con l’accento sulla i) stavolta composto da ben nove elementi, quartetto d’archi compreso, ha presentato il suo nuovo album ‘There Are No Goodbyes’. Una piccola parentesi per sottolineare con piacere la nuova tendenza del Circolo ad iniziare i concerti ad un’ora più decente: i numerosi fan non più ventenni presenti in sala (tra cui il sottoscritto) sentitamente ringraziano…..
Il pubblico accoglie Robin con il consueto calore ed affetto, da lui abbondantemente ricambiato con ricorrenti riconoscimenti ed apprezzamenti per Roma e l’Italia in generale, ricordando ad esempio un vecchio concerto al Black-out di tanti anni fa nel quale il pubblico cantava le sue canzoni ad un volume più forte della sua voce amplificata, oppure ironizzando sul McDonald piazzato di fronte al Pantheon. L’amore, quindi: il sentimento attraverso il quale Robin è riuscito ad elaborare l’immenso dolore per la perdita del suo compagno di viaggio e bassista Jimmy Fernandez, all’epoca dei compianti e mai troppo celebrati God Machine, morto nel 94 al termine delle registrazioni del secondo album della band, dal simbolico titolo di One Last Laugh In A Place of Dying. L’amore del suo pubblico, l’amore dei suoi fan per le canzoni dei Sophia, anche di quelle più cupe e malinconiche dei primi album, con una tristezza struggente e sincera unita a raffinati arrangiamenti la cui gentilezza del tocco diventa caratteristica saliente del suo repertorio. Sophia 06oct09 033 [800x600] L’amore di Oh My Love, quindi, uno dei primi brani riproposti stasera, accompagnato da un ensamble davvero inconsueto per il palco del Circolo, tra cui oltre al già citato quartetto d’archi, protagonista del bonus CD dal vivo disponibile nella special edition dell’ultimo album, spiccava la prestigiosa presenza del polistrumentista Anthony Molina, di recente visto sempre da queste parti come bassista dei Mercury Rev e qui nella doppia veste di tastierista e seconda chitarra elettrica. L’amore allontana le tenebre, gli archi addolciscono ancora di più la voce soave di Robin, soprattutto nei primi bis, nei quali resta solo col quartetto e la sua chitarra acustica, per una serie di brani unplugged tra i quali ha brillato in particolar modo Heartache, dal titolo particolarmente evocativo. Mandati gli archi nei camerini e richiamati sul palco gli strumenti elettrici, la conclusione del concerto ci presenta il lato più rock, a tratti noise dei Sophia, quello che lo accosta ai Pixies ed ai Sonic Youth, con addirittura dei riff di chitarra Zeppeliniani. Sophia 06oct09 028 [800x600] Un finale che non deve sorprendere più di tanto, una dimostrazione di vigore ed energia perfettamente combinati con lo spleen più intimista, miscelati con onestà e coerenza, qualità rare che il pubblico gli ha sempre riconosciuto con l’amore col quale viene sistematicamente accolto. Non ci sono arrivederci, i Sophia sono sempre con noi. Utilizzando il titolo di un altro recente lavoro dei Sophia, la tecnologia non ci salverà, l’amore, forse, sì.

Recensione e foto a cura di Fabrizio

  One Response to “Sophia: Oh my Love (FiloSophia dell’amore)”

  1. […] organizzativa, ossia la contemporaneità del concerto, in altra sede, di Robin Proper-Sheppard aka Sophia e pure una semifinale di Champions League, ecco che si spiegano i trenta spettatori che hanno […]

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