Ago 092015
 

The Frames, Iveagh Gardens, Dublin 4-5 luglio 2015
★★★★★

11379198_431627333691389_1791924196_n-500x500L’occasione era quella super, nel 2015 sono scattati i 25 anni dei Frames, una delle band piu amate e seguite in terra irlandese, e non solo, una band che nell’ultimo tempo è stata “accantonata” per il viaggio solista di Glen Hansard (di cui tanto ho scritto qua su Slowcult) specialmente dopo il progetto “Swell Season, il film “Once” e l’Academy Awards per “Falling Slowly” come migliore canzone originale. Era un pò inevitabile che Glen spiccasse il volo a suo nome, d’altronde storicamente aveva alternato gigs con i Frames alle sue soliste. Ma i Frames anche nel variare delle formazioni erano sempre rimasti al suo fianco come band.
E anche molte canzoni del film “Once” provengono poi dall’ultimo lavoro in studio dei Frames “The Cost”. Dunque un infinito gioco di rimandi in questi 25 anni.
Era il 1991 e mi trovavo a un festival in Thurles, Co.Tipperary in Irlanda, il glorioso “Trip to Tipp-Feile Festival” che per un po di anni fu un punto di riferimento per i festivals irish di musica rock, ben prima di Oxegen o Witness. E nel pomeriggio i Frames suonarono e da li scattò l’amore per questa band di cui tutti poi parlavano a Dublino, per i loro suoni alla Pixies e il carisma di Glen, da poco visto sugli schermi nel film “The Commitments” di Alan Parker tratto da un racconto della Barrytown Trilogy di Roddy Doyle.
Comprai da Hmv “Another love song” e iniziai a seguire e conoscere da vicino il mondo Frames. Dunque ben felice di rivedere i ragazzi in azione dove si è avverato anche un evento veramente speciale, che in cuor mio desideravo accadesse, e che le foto delle prove uscite pochi giorni fa confermarono. La reunion sul palco della primissima formazione dei Frames, quella del 1990 appunto.
La prima cosa che noto arrivando agli Iveagh Gardens è come vivono i festival gli Irlandesi, molto laid back, relaxed, si guadagna la prima fila senza troppi spasimi, tutti bevono sorridono e si godono il sole. L’atmosfera perfetta per molti di noi per vivere una serata con la “Soundtrack of our life” come un mio amico Dublinese mi dice. Si perchè in questa due giorni e nella data di Cork ci saranno tutti i fans storici ovviamente e gli ultimi arrivati sospinti da “Once” (in questi giorni il musical è in cartellone all’Olympia di Dublino peraltro).
Alla Booka Brass Band il compito di scaldare gli animi pre Frames, definiti come Ireland’s first New Orleans style Brass, i ragazzi già si erano messi in mostra all’Electric Picnic e altri piccoli festival tipo Glastonbury. E la Booka Brass Band con i suoi ottoni conquistano il curioso pubblico dublinese confermandosi come il perfetto opening act per questi pomeriggi piuttosto assolati e estivi per l’Irlanda.
E poi è Frames time, la band sale sul palco nell’ultima line up, ma coadiuvata da David Odlum primo chitarrista della band, anche lui con Colm, il violinista, uno dei fondatori dei Kila, una delle band traditional/world music irish piu amate, sia produttore dei Frames, di Josh Ritter, Luka Bloom e Miriam Ingram.
Il concerto è una summa dell’era Frames, come lecito aspettarsi, scorrono “Perfect Opening Line”, “Seven day Mile”, “God Bless Mom”, “Your face” con una “Redemption Songs” di Bob Marley in chiusura, la veemente “Finally”, la scherzosa “Bananaman”, l’inno “Revelate” fino a una grande sorpresa su “Star Star” dove la coda finale di “Hotellounge” non viene come al solito lasciata al bassista Joe Doyle, ma a Tom Barman dei dEUS in persona ospite super gradito e super acclamato. Che rimane sul palco anche per la “Roses” dei dEUS, ottimamente suonata dai Frames.
Dopo il viaggio di “Fitzcarraldo” ecco il momento della reunion della prima line up dei Frames, con Glen, Colm, Dave Odlum, Norren O’Donnell e John Carney (regista anche di “Once”). “The Dancer” mi riporta dritto al 1991 al Feile Festival, il brano non ha perso smalto, come neanche gli altri 3 tratti dal primo cd dei Frames tra cui la splendida ballad “Before you go”. Un momento indimenticabile, la band sorride, scorrono aneddoti dei primi Frames e l’atmosfera è quella di una grande festa con una Noreen che sembra abbia fatto il patto col diavolo, stessa voce e movenze di 25 anni fa. Dopo una versione dei Frames di “The model” dei Kraftwerk Il set principale non può che finire con “Heyday” del compianto Mic Cristopher, grande amico di Glen e cantante dei Mary Janes band “gemella” con i primi Frames, con la quale spartivano anche Karl Odlum fratello di Dave. Mic è tragicamente scomparso in tour con i Waterboys un po di anni fa, e Glen si è occupato lui della sua legacy terminando assieme a molti artisti irlandesi il suo disco solista “Skylarkin”. Tutto il pubblico canta in coro e il ricordo di Mic vive ancora per Dublino.
La band poi chiude con il brano a cappella “Devil Town” di Daniel Johnston e saluta tutti dando appuntamento a molto presto..ovvero domani sera….
Il concerto della sera dopo ricalca ovviamente quello della sera prima, stesso svolgimento, solo con qualche cambio di set list. Alla splendida “People get Ready” spetta l’inizio del concerto, e a spiccare nella set list sono la rarissima “Angel at my table”, “Underglass”, la coda di “With or Without you” degli U2 su “Fake” e nel set prima Frames line up, addirittura”15 Seafort Parade” brano mai uscito su nessun cd dei Frames, e che mi riporta alle decine di bootlegs che collezionavo di concerti loro e b sides.
Gradite soprese della serata sono anche la strumentale “Turbit”, e “What happens when the heart just stops” per chi scrive uno degli apici della scrittura di Glen Hansard. Questa sera niente dEUS, ma un omaggio dovuto a uno dei primi riferimenti sonici della band, come dicevo sopra, ovvero i Pixies. “Where is my mind” fa esplodere Iveagh Gardens.
Piccola curiosità on stage, è la presenza on stage di Noreen anche su “Revelate” e “Fitzcarraldo”.
C’è spazio nel concerto anche dell’inedito “None but I” presente in “Longitude” il cd commemorativo dei 25 anni dei Frames.
Un vero e proprio Happening, un sentito omaggio a una delle band irlandesi più importanti e seminali. Per ricordare a tutti quanto i Frames hanno dato alla musica irlandese e mondiale. Chiedo a Glen se ci saranno altre occasioni o registrazioni per la band. La risposta è sempre quella ” Don’t know”. E sarebbe un vero peccato per il grandioso songbook della band, per il violino superbo di Colm, per la loro energia e visione. Lunga vita ai Frames!

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Live Report di Fabrizio Fontanelli
Rehearsal pics by Ivi Rebova

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