Apr 222008
 

Wombats2.jpg Roma 10 aprile 2008, Circolo degli Artisti
Le apparenze ingannano. Mesi ad aspettare l’esordio romano della band di Liverpool, idoli teenageriali e presenza fissa in ogni programma televisivo o radiofonico che si rispetti, un paio di singoli diventati in breve anthemici. Le prospettive di una serata memorabile c’erano tutte, il Circolo pieno di ragazzi entusiasti che a malapena arrivano ai vent’anni, la band che entra in scena sulle note dei Culture Club illuminati da colorate luci da discoteca. E poi ? Le apparenze ingannano. A salire sul palco sono tre ragazzi che avranno pure facce simpatiche e danno la sensazione di divertirsi, ma da lì a produrre uno spettacolo all’altezza ce ne passa. In un’ora (scarsa) di concerto, la maggior parte del tempo è utilizzato per accordare le chitarre (se hai cinque chitarre e due roadie da palco,Wombats1.jpg com’è possibile fare pause fisse di cinque minuti per accordarle tra un pezzo e l’altro ?) ottenendo il risultato di rendere il continuum del set completamente inesistente.Però una cosa in comune i pezzi dei Wombats la hanno : sono tutti uguali. Cominciano con riff accattivanti, proseguono con una strofa e sfociano in un ritornello in cui bassista e batterista fanno i controcanti in falsetto. Tutti così. Una buona produzione in studio nasconde questo difetto, ma dal vivo i nodi vengono al pettine. Qualche pezzo si salva, Moving to New York, Let’s dance to Joy Division e Backfire at the disco. Si salva soprattutto il pubblico entusiasta che balla e canta a memoria tutti i pezzi. Il resto è tutto da rivedere, un giorno (lontano) magari diventeranno la band migliore del pianeta, di certo l’impatto romano è stato sconcertante.Wombats3.jpg Ripensando alla prestazione degli Enemy di qualche tempo fa, stesso luogo, stessa formazione a trio, non ci sono paragoni. Tanto concreti, divertenti ed entusiasmanti i primi, tanto evanescenti ed a tratti indisponenti i Wombats.
La riflessione finale è sulle major discografiche e le loro scelte politiche di promozione. Solo così si può spiegare il successo di una band simile. Speriamo di essere smentiti presto. Intanto, le apparenze ingannano.
Recensione by Attilio

  2 Responses to “The Wombats: L’efficacia di una buona promozione”

  1. c’ero anch’io al concerto e sono pienamente d’accordo con te. Hanno suonato troppo poco e troppe pause tra una canzone e l’altra. per fortuna che sono entrato gratis!!!!

  2. […] personalit  ben introdotte nel settore (Fausto Marchionni, ad di Fonsai, gruppo assicurativoThe Wombats: L'efficacia di una buona promozione SlowcultLe apparenze ingannano. Mesi ad aspettare l'esordio romano della band di Liverpool, idoli … Le […]

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