Apr 122016
 

Operare nella “Modernità liquida” (efficace definizione dell’epoca contemporanea coniata dal sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman) mantenendosi a galla nel mare magnum dei contenuti disponibili in rete è un compito molto difficile, si sa.
Anche per chi produce musica è indispensabile aggiornarsi continuamente e saper individuare le nuove tendenze – sia per quanto riguarda i supporti (siamo ormai al tramonto dell’era dei CD) che per i canali di diffusione e promozione.

Un breve soggiorno a New York per alcuni concerti ha permesso a chi scrive di farsi un’idea a proposito di alcune interessanti realtà operanti negli USA.

livamphome

Certo non stiamo parlando di applicazioni che “svoltano la vita” (il software perfetto per fare i soldi facili non è stato ancora inventato) ma di strumenti utili per allargare il proprio bacino di utenza, per creare contenuti autonomamente – che si tratti di interviste, making of, backstage etc. oltre ai live veri e propri – , per rendere sempre più interattivo e diretto il rapporto con i propri fans. Un aspetto decisamente importante per una band o un artista, e in particolar modo per chi vuole mantenere la propria indipendenza.

Abbiamo incontrato Livamp, una piattaforma che, in partnership con alcuni locali, offre gratuitamente agli artisti la possibilità di trasmettere il proprio live in diretta streaming ad alta definizione – e in seguito, di poterla vedere in differita sul sito – con l’opzione di ricevere piccoli contributi economici da parte degli spettatori online.

Un’altra piattaforma è Stageit, che punta invece sul “qui e ora”: gli artisti possono infatti decidere di trasmettere ciò che vogliono dal luogo che preferiscono: casa propria, la sala prove o il locale dove si terrà il prossimo concerto. In questo caso, il pubblico online potrà acquistare i biglietti in anticipo per poter assistere alla performance e avrà anche la possibilità di interagire con l’artista, tramite chat.
Tutto questo avverrà esclusivamente in diretta e non verrà registrato (almeno, non da Stageit) mantenendo così le caratteristiche di un evento unico e imperdibile per i fans che hanno acquistato il biglietto.

onlinelive

Queste realtà, a un rapido sguardo, offrono alcuni interessanti spunti di riflessione:

1. In un momento di recessione per il mercato tradizionale, gli elementi che mantengono valore agli occhi del pubblico sono l’esperienza del live e l’interazione con gli artisti.

2- Lo streaming (malgrado Spotify, vedi anche l’articolo uscito recentemente su Soundbound) può rappresentare un’opportunità per gli artisti indipendenti. Tuttavia è ancora molto difficile trarre un guadagno effettivo da questo genere di trasmissione dei contenuti. Proprio qui possono entrare in gioco piattaforme come quelle di cui abbiamo parlato.

E’ chiaro comunque che il panorama musicale italiano e quello statunitense sono molto differenti: negli States esiste un’industria culturale di tutto rispetto e il musicista è considerato un lavoratore, mentre in Italia la situazione è diversa, vuoi per la minore dimensione del giro di affari, vuoi per la lentezza e il conservatorismo delle istituzioni che finora non sono state in grado di supportare adeguatamente lo sviluppo di nuove realtà e professionalità nel campo della musica e della cultura.

Il pubblico statunitense, poi, è indubbiamente più abituato a contribuire in prima persona per sostenere il lavoro degli artisti. Assistere a un live in un locale può costare dai 15 dollari a persona in su: in più, spesso è obbligatoria la consumazione. Quando in un locale non si paga l’ingresso, il pubblico è più che disposto a lasciare buoni contributi nel “tip jar” destinato all’artista – cosa che qui in Italia non è affatto scontata.

Infine, realtà come quelle di cui abbiamo parlato possono funzionare esclusivamente in presenza di infrastrutture tecnologiche efficienti. Nella città di New York il collegamento WiFi aperto e disponibile a tutti è presente nei musei, nei locali, nella metropolitana. Presto verranno messi in opera punti di collegamento ad alta velocità anche per le strade: in Italia c’è ancora molto da fare.

Ma se già Repubblica.it stringe un accordo con Facebook Live per realizzare dirette, forse non siamo troppo lontani.
Dice Fidji Simo, product manager director di Facebook, azienda dove è arrivata cinque anni fa e dove ora guida il settore video e news: “Abbiamo visto che la gente vuole vivere gli eventi mentre si realizzano e commenta oltre 10 volte di più sui video Live di Fb che sui normali video. Vogliamo che chi segue una diretta si senta ancora più coinvolto. Le nuove funzionalità saranno implementate su iOS e Android nelle prossime settimane”.

LA NOSTRA INTERVISTA A ELIZABETH E. ZAVOYSKIY DI LIVAMP.COM

livamp

Quando è stato creato il progetto Livamp e come si è sviluppato nel tempo?
Livamp è un progetto nato circa un anno e mezzo fa, con l’idea di dare maggiore visibilità agli artisti di talento, trasmettendo i loro concerti globalmente attraverso un servizio di free streaming. Subito dopo il lancio di questo progetto, abbiamo sviluppato una serie di servizi supplementari dedicati agli artisti: una piattaforma di management virtuale (management.livamp.com) e una dedicata alla ricerca di fondi (livamp.com/funding).

Qual è in genere la reazione degli artisti quando li contattate?
Ogni artista ha le proprie particolarità, comunque la reazione prevalente è molto positiva – siamo un servizio gratuito che dà la possibilità ai musicisti di raggiungere fans che non hanno la possibilità di essere presenti fisicamente.
Dato che, oltre a questo, conserviamo e rendiamo disponibili le performance anche dopo i concerti, il video diventa naturalmente un ottimo strumento promozionale per gli artisti. In più, c’è anche un “tip jar” elettronico con il quale i fans possono ricompensare gli artisti: che cosa si può desiderare di più?

Come funziona il “tip jar”?
Dato che la maggior parte dei live che trasmettiamo è gratuita, si tratta semplicemente un sistema con cui il pubblico può dimostrare che ha apprezzato lo show: è un processo di transazione, noi riceviamo la “mancia” tramite il sito, poi contattiamo l’artista e lo informiamo di quello che ha ricevuto. Molto semplice!

Quanto ai gestori dei locali, c’è paura di perdere pubblico “fisico” o si rendono conto del valore aggiunto rappresentato dalla vostra proposta?
Il nostro obiettivo non è assolutamente quello di togliere pubblico ai locali, anzi!… In realtà non c’è niente che possa sostituire l’esperienza di un live vissuto in prima persona.
Però il nostro servizio può portare maggiore visibilità anche ai locali da cui trasmettiamo. I gestori capiscono benissimo questa cosa e usano molto i nostri video sui loro social e i loro canali promozionali.
Insomma, il mondo digitale si muove velocemente ed è un treno che secondo noi vale la pena di prendere!

Qualche consiglio per gli artisti: quali sono gli ingredienti per un live perfetto?
Anzitutto, ci vuole tempo e tanto impegno per sviluppare un buon live: abbiamo scritto molto su questo argomento, potete dare un’occhiata a questa sezione del nostro blog: http://blog.livamp.com/our-thoughts/stagepresence
Queste le nostre “dritte” fondamentali: siate sicuri di voi, non dimenticate di raccontare ai fans chi siete e dove possono trovarvi, impegnatevi nel rapporto con il vostro pubblico e fate sempre ciò che per voi è la cosa giusta.

Dal punto di vista tecnico, di cosa c’è bisogno per trasmettere un concerto in streaming ?
Per trasmettere al meglio un live, gli ingredienti base sono:
1. un approccio professionale e attento alla ripresa del suono;
2. una buona illuminazione;
3. un buon collegamento a internet.
Se ci sono queste tre cose, siamo già a cavallo.

Avete mai collaborato con artisti italiani? E con locali italiani?
Abbiamo trasmesso i live di molte band italiane: il nostro servizio è stato lanciato contemporaneamente a Londra e a New York, quindi vediamo spesso artisti italiani, specialmente nei locali di Londra.
Recentemente abbiamo iniziato a collaborare con alcuni locali di Lisbona quindi è probabile che arriveremo presto anche a Roma o Milano!

Livamp, come abbiamo visto, offre anche molti altri servizi agli artisti: qual è attualmente la vostra maggiore fonte di reddito?
Calcola che siamo ancora molto giovani come azienda: la nostra maggiore fonte di reddito al momento è il nostro servizio di management virtuale. Quando abbiamo creato questa piattaforma, avevamo l’obiettivo di creare un “nodo” a cui i musicisti potessero rivolgersi per ottenere un aiuto in più, abbordabile con qualsiasi budget, su misura e on-demand.
Ad esempio, se sei bravo con il booking ma non sei altrettanto bravo -o non hai tempo- per l’aspetto social media e promozione, noi possiamo aiutarti a creare una campagna mirata sui social e garantirti una promozione continuativa. Se invece è il contrario – sei un musicista emergente e non sai da dove cominciare – noi possiamo cercare i locali che potrebbero essere adatti per i tuoi concerti e gestire l’organizzazione e la comunicazione.
Questi sono solo degli esempi: fondamentalmente, il nostro scopo principale è quello di portare nuove energie e soluzioni creative per far crescere sempre di più un’industria che amiamo.

Ludovica Valori

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