Feb 162017
 

Massimiliano DI Loreto e Nicola Alesini: Ossigeno (2016, Helikonia)

★★★★☆

OssigenoMassimiliano Di Loreto e Nicola Alesini hanno cementato la loro amicizia frutto di tanti anni di frequentazione musicale, a partire dal Trio Pollock Project, con un album intenso e variegato. Percussioni, elettroniche, ance e corde si amalgamano in venti tracce, suggestive e struggenti, in un sodalizio, un dialogo ed un confronto frutto di una particolare sintonia ed unità d’intenti. Dopo la loro splendida versione di Space Oddity nel corso del David Bowie Tribute di quasi un anno fa, Slowcult si accosta nuovamente al Duo e per parlare di questo ottimo album ha scelto un intervista in parallelo ai due musicisti che lo hanno composto: ecco pertanto le domande e le risposte, che meglio di qualsiasi recensione possono aiutare a comprendere quest’opera.
-Voi due come due atomi di ossigeno, che come avviene in natura, costituiscono un importante componente, immateriale ma basilare: non potevate trovare un titolo migliore per identificare quest’opera….
M.: Esatto, credo che sia il titolo migliore per il primo di una serie di lavori che realizzeremo insieme. Spero tutti basati sull’improvvisazione..
-L’improvvisazione è per l’appunto la cifra artistica dominante del vostro lavoro, qual è il punto di partenza? C’è un approccio costante nella vostra creazione, ovvero un canovaccio da cui partite,  c’è una regola, magari sottintesa, che vi conduce nel corso delle tracce?
Il punto di partenza è la stima ed il rispetto umano e artistico tra me e Nicola. Sono anni che ci lavoriamo e l’improvvisazione appunto è il nostro motore di ricerca. Fondamentalmente ci piace raccontare storie e la regola è che siano storie che parlano di amore, di difficoltà interiori, di attenzione sull’andamento del nostro bellissimo pianeta, di noi.. Ma questo non ce lo diciamo mai prima di iniziare a suonare , è questo il bello del nostro viaggio! “Registriamo” le nostre impressioni su quanto viviamo quotidianamente..
N..per noi è come dipingere una tela a quattro mani,…anche se il più delle volte partiamo da una idea ritmica di Max, sulla quale io cerco una frase melodica conduttrice, o ci arriviamo come un flusso di coscienza.

 -L’album sembra sovente la logica prosecuzione delle vostre più recenti composizioni da solisti (penso sia a Jetsèmani che a Maria’s Call); siete d’accordo con questo punto di vista? Alcuni brani sarebbero potuti essere presenti in queste precedenti opere: siete d’accordo?

Si sono assolutamente d’accordo.
 Ci sono dei brani che potevano essere tranquillamente inclusi in Jetsèmani o in Maria’s Call ma non avrebbero avuto lo stesso respiro di Ossigeno. 
Per quanto mi riguarda in “Come la terra che calpestate” come mio primo lavoro da solista, ho dato molto spazio creativo ai miei collaboratori ma avevo delimitato nettamente una “zona” da cui non si poteva uscire..Due lavori ai quali per motivi differenti sono piuttosto legato..
su Ossigeno abbiamo avuto molta più libertà compositiva e si sente.

-L’album è permeato da un profondo misticismo, in alcuni brani in maniera molto evidente, non solo in Ganesha, il cui titolo già ne preannuncia le atmosfere: qual è il vostro sentimento verso la spiritualità ed in senso più ampio le discipline orientali?

Hai ragione! 
Personalmente da sempre studio la storia delle religioni e nell’induismo ho trovato molte volte una visione della vita a me più vicina. 
Ho sentito alcune volte l’ombra di Ganesh delineare alcuni momenti della mia vita..una emozione bellissima e difficile da narrare.
La mia spiritualità è da circa 25 anni l’Amrit , il nettare della mia esistenza, molto spesso è il sentiero che guida le mie mani quando suono..o che mi centra quando mi relaziono con l’ego dei musicisti..compreso il mio..
la spiritualità è parte integrante del nostro vivere,..è qualcosa di profondo, mai esibito o manifesto, traspare dai suoni, dalle note. Ma in modo spontaneo, non come sovrastruttura. Io e max non ne parliamo mai, non ci serve. E’ sottintesa tra noi.

-Nonostante il titolo della raccolta e l’eterea sensazione di molti brani, il disco sembra anche molto ‘terreno’, soprattutto nelle tracce più tribali, come FramedraDirezioni Diverse: questo doppio registro sembra essere un elemento portante dell’opera, ed in senso più esteso del vostro sodalizio… 

Da sempre con Nicola siamo molto attenti alla sfera”sociale” del nostro paese e non solo. Personalmente ho lavorato spessissimo in ambienti di solidarietà e di volontariato “sonoro” e in molti mi conoscono per questo..
In Ossigeno ci sono brani come “Assediate” che parla della guerra delle giovanissime donne curde di Kobane contro l’Isis, oppure “Tenda Rossa”, un ennesimo abbraccio agli indiani d’America confinati tra alcool e squallide riserve..”Platino” descrive la difficoltà che milioni di pazienti oncologici affrontano ogni giorno nel delirio di strutture spesso gestite da super eroi che distribuiscono la chemioterapia ai malati.
Ossigeno parla anche di questo.
 Ci ricorda che a volte non sappiamo più respirare e che viviamo spesso in uno stato di apnea che ci rende deboli e vulnerabili..
il fatto è che per noi non c’è confine tra i due mondi,…..

-Una banale curiosità: l’album contiene una ‘Ghost Track’, che titolo ha?

La ghost track è volutamente senza titolo. Ci piaceva l’idea che l’ascoltatore potesse dare un “suo” titolo a questo brano..un desiderio di leggerezza..
A Love Supreme indica chiaramente in Coltrane un vostro comune riferimento musicale: quali altri musicisti ritenete abbiamo maggiormente influenzato non solo il vostro stile, ma più in generale il vostro approccio con la musica?
Credo che per Nicola e me Coltrane sia stato un bel punto di riferimento..come compositori penso a Dolphy ,Parker, Mingus, e per quello che mi riguarda potrei citarne moltissimi altri. La contaminazione e la sperimentazione sono tra le basi del mio lavoro..
è scontato forse ricordare come Surman e Garbarek, siano dei riferimenti, come Davis e Hussell
-L’album è attualmente disponibile in formato digitale, spiegate le ragioni di questa scelta distributiva; inoltre, che ne pensate del ritorno del vinile? è possibile pensare ad una versione più ‘tangibile’ di questo lavoro?
Da sempre adoro il vinile, ci sono cresciuto e lo colleziono con grandissimo piacere. Il futuro è decisamente digitale e consente di raggiungere tutto il pianeta compresi paesi che non avrei mai immaginato..
Mi piacerebbe moltissimo realizzare in vinile il nostro prossimo lavoro..chissà..magari un doppio..

– Volete aggiungere qualche riflessione in più per completare il discorso su Ossigeno?

Non riesco molto bene a parlare brevemente di Ossigeno ma mi piace sempre pensare che quando qualcuno lo ascolterà potrà chiudere gli occhi e “vederci” mentre suoniamo nel suo salotto in un’intima atmosfera quotidiana.
Ossigeno è un lavoro essenziale. Scarno e volutamente realizzato sul concetto di sottrazione. Perché crediamo che dobbiamo recuperare il silenzio, la semplicità il dialogo a voce bassa. Realizzato senza alcuna sovraincisione. Registrato direttamente su due tracce.
Ringraziando gli artisti, segnaliamo il podcast della trasmissione Check-in di RCF  in cui è stato recentemente presentato l’album Ossigeno (a partire dal minuto 34.04).
Intervista a cura di Fabrizio Forno

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