Lug 292012
 

Ilarosso: labellapresenza (Inri/Audioglobe, 2012)

★★★☆☆

Abbiamo scoperto Ilarosso quando i Perturbazione vennero per il loro tour di celebrazione di “In Circolo” alla Locanda Atlantide di Roma. E il percorso artistico di Ilarosso (Ilario Rosso: Testi e musiche nonchè voce, chitarre e opinioni opinionabili,) è strettamente legato a quello dei Perturbazione e non solo per residenza geografica (Ilarosso a Torino, i Perturbazione a Rivoli), ma perchè in questo lavoro hanno giocato un ruolo fondamentale Gigi Giancursi (chitarre) e Cristiano Lo Mele (chitarre) che il cd lo hanno anche registrato e missato. Ila Rosso si definisce un “disoccupato laureato in Fisica, cantastorie contemporaneo con influenze dalla musica classica alla nenia popolare, passando per lo swing, il liscio, il tango e la ballata”. Ed ascoltando questo bel cd è tutto vero, sin dalla prima traccia “la bella presenza” con un ritmo molto coinvolgente per un un viaggio tra locali, ubriachi, finti giovani, puttane e viaggi in India invisi per chi ascolta.
La periferia,l’esodo verso le grandi città e gli obbobri dei centri commerciali fanno capolino nella “Città Espansa”. Siamo già rapiti dallo stile scanzonato di Ilarosso che si muove tra una musica molto minimal tra theremin, violoncelli, fisarmoniche e percussioni. L’ospitata di Dargen d’Amico e il suo rap metropolitano si sposa perfettamente con l’atmosfera retrò della “Città Espansa” con la malinconia della “luce dei lampioni che va via”.
Quando stiamo pensando che in fondo Ila Rosso è il figlio naturale di Fred Buscaglione come di Brassens ecco il primo singolo del cd, il punk folk di “il figlio di papà” uno dei brani piu belli e godibili dell’opera dove si descrive un tipo alla soglia dei fatidici enta, che con trascorsi da punkabbestia da centro sociale con la “cagna sempre inquieta” si trova poi a chiamare il suo papà per un posto di lavoro in banca. (Il tutto da un cellulare che non manca dal risuonare tra le note del brano).
Mentre “la falla (lavorare stanca)” racconta in modo scanzonato leggero tematiche pesanti come quelle del (non) lavoro e dell’emigrazione ci rendiamo conto che “Labellapresenza” è quasi un concept album, una polaroid scattata su i tormenti di questa società, tra giochi di parole e qualche divertissment scorre un inquetudine di fondo, un voler descrivere i tempi moderni con gusto, ironia, musica per far muovere non solo il piede, ma per far aprire gli occhi su di noi e le nostre sottili perversioni e ossessioni.
Prendiamo per esempio “I giovani” che dopo un intro acustico e l’arrivo di un beat coinvolgente fotografa perfettamente la gioventù di oggi, quella della sbronza e del “parchetto” dedita al godimento del presente, (la frase “i giovani non pensano al domani” è ripetuta più e più volte) coinvolti nello studio e nell’Erasmus per ragioni ben diverse dallo studio (“la lingua la uso per il cunnilingus”).Un brano che lascia un senso di tristezza in sottofondo.
“Francia” è, senza bisogno di specificarlo, un brano che parla dei nostri cugini, introdotta da una bellissima fisarmonica (suonata da Gabriele Montanaro) ecco un ritorno a tematiche più leggere dove vengono citati personaggi come Alain Delon e Brigitte Bardot, con un uso massiccio di francese usato in modo simpatico con un delizioso intermezzo vocale femminile di Carlotta Sillano.
Dopo “L’onanista” e ” I fiori di campo” quest’ultima uno degli apici del cd con la sua malinconia struggente (stupendo il violoncello di Gabriele Montanaro) ecco che l’atmosfera del cd cambia radicalmente con “Irpinia” atto d’accusa veemente e senza mezzi termini diretta a chi ha gestito i fondi post terremoto del 1980 (sono usati anche samples dei tg dell’epoca). Un occasione per arrivare a parlare delle stragi di stato il tutto sotto un violoncello che con la sua tensione è il perfetto compagno di racconto di Ila Rosso. Mentre pensiamo che “alla mattina” sia l’ultima traccia ecco comparire la ghost track che era spiccata nel live set alla Locanda Atlantide: un racconto di una sera un pò sopra le righe, tra baristi, vino e citazioni di Raffaella Carrà, un ottima chiusura per un cd da scoprire piano piano per entrare nel mondo pieno di colori e di malinconie di Ilarosso.

Recensione di Fabrizio Fontanelli

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