Lug 242014
 

Mascara: “Isaac”, “Guerra” “Lupi” (2013-2014)
★★★★☆

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I Mascara sono una vecchia conoscenza di noi di Slowcult, ho praticamente adottato la band visto che è stata una delle mie prime recensioni in assoluto, mi piacque moltissimo il loro primo ep ” L’amore e la filosofia” e li ho seguiti nel loro proseguio di viaggio, con il bellissimo album “Tutti usciamo di casa”. La band di Varese dopo questo lavoro full lenght del 2012 ha fatto uscire subito dopo due eps autoprodotti come “Isaac” e “Guerra”
“Isaac” la title track è un piccolo gioiello di new wave e ci introduce in un piccolo ep a tema. Ci racconta Fusaro Lucantonio il cantante dei Mascara: “Ci sta un filo conduttore in Isaac, due ragazzi Laica e Isaac che che devono affrontare una guerra che incombe sul posto in cui vivono. Se prima i due protagonisti vivono insieme l’evento piano piano si accorgono di avere una reazione diversa che li cambia profondamente e questo cambiamento li allontana passo dopo passo.E’ stato per me un modo di affrontare il tema del caos e della perdita ma allo stesso tempo della costruzione dell’identità dei protagonisti.Qui è concentrata la paura del cambiamento come momento imprevisto. Il terrore che alla fine si possa diventare qualcosa di inaspettato e distante dalle proprie aspettative. Quella di trasformarsi in un lupo selvaggio in un mostro tutto istinti fuori controllo”.
E’ bello da parte dei Mascara questo creare dei micromondi (ma allo stesso tempo universali) anche in poche canzoni. Temi universali di crescita, tensioni emotive, e di immersione totale in tempi mai facili e mai con facili risposte.
Con “Guerra” i Mascara rendono omaggi a una delle band più importanti per lo sviluppo della new wave italiana, ovvero i primi Litfiba. “Guerra” la title track è rivista in Mascara style, accompagnando l ep con tre gustosi remix (molto bello l’ultimo Alternative Mix) in stile degli ep anni 90 dove le band amavano sperimentare attorno al brano di punta, esercizi di stile a volte, ma a volte con eccitanti “scambi di vista” con platoni di deejay che poi nel tempo sarebbero diventate vere e propri punti di riferimento del suono.
Racconta a proposito Fusaro: “Guerra rimane un omaggio partito davvero per gioco in sala prove ed è poi diventato un buon modo per connettersi con un mondo che conoscevamo ma non così approfonditamente. Abbiamo deciso di tenere questo solo brano perché era quello più incisivo ma abbiamo portato per tre live l’intero “Desaperecido” dei Litfiba riarrangiato da noi con una veste che non sapesse eccessivamente di cover ma di brani inediti, qualcosa con una vita propria insomma. All’interno dell’Ep ci sono delle belle collaborazioni e come al solito da una cosa piccola ne abbiamo tirato fuori un vero e proprio lavoro curato in ogni suo aspetto. E’ il nostro modo di fare le cose ormai”.
E arriviamo a “Lupi” del 2014, un album che, come nella consolidata abitudine dei Mascara, farà felici tutti gli amanti di una new wave mai sparita dagli orizzonti sonori. Un album dove pulsa la gioventu, il pathos, una tensione sotto pelle, pronta ad esplodere in scenari urbani e ricchi di suggestioni. Segnalo “Macchine da Guerra” (con un bell’inserto di sax), “Gocce di benzina”,” Dei per sempre”, l’incalzante “Cattedrali al Neon” e la finale “Vita Sonica”.
Dice Fusaro Lucantonio:“Avevo in mente un tipo di turbamento…e alla luce di quanto stà succedendo in buon parte del mondo, vedi Ucraina vedi i conflitti sulla striscia di Gaza, direi che non sono andato molto lontano per immaginare un certo tipo di ambientazione.
Un turbamento che non è dettato da un pensiero costante rispetto al conflitto, ma qualcosa comunque che mettiamo lì in un angolo delle nostre vite sappiamo che ci sono ma sono pensieri sporadici.Forse è qualcosa del subconscio che ha lavorato a mia insaputa e mi ha spinto a riflettere sulle mie paure cercando però di darmi un contesto in cui inserire elementi lontani dalla vita che conduco tutti i giorni”
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A proposito del ritorno dei due personaggi dell ep precedente Isacc e Laila, Fusaro dice:“Loro sono due persone in carne ed ossa che vivono in una città come quelle coinvolte nei fatti odierni. Immagina a Gaza questa notte non poter uscire, non poter vedere gli amici, dover sostenere i controlli di routine e i posti di blocco armati. Ci sono le emozioni ma tanto lavoro è stato fatto anche per creare questo caos latente fatto in musica…so che è difficile tradurlo quando con pochi elementi costruisci una così complessa architettura il rischio di non essere a fuoco è altissimo”.
Ma la paura di Fusaro si traduce in un opera di alto livello piena di suggestioni e voglia di perdersi nella notte, alla ricerca di una gioventu tormentata, forse perduta, ma sempre viva in noi.
Una band in costante evoluzione, anche ricerca sonora (interessanti gli inserti di sax, forse preannuncieranno novità sonore, chissà?) e dove l’aspetto letterario dei brani è sempre anche lei una costante di questo viaggio affascinante e che porta l’ascoltatore a ritrovarsi tra le pieghe della gioventu e dei propri turbamenti.

Recensione e intervista di Fabrizio Fontanelli

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