Giu 072021
 

Modi:Tsunami (Oltre Le Mura Records 2021)

★★★★☆

In questo tempo di singoli che intasano un “mercato discografico” che vive di rapidi ( e fugaci) successi e poi altrettante discese rapide verso l’oblio, ci sono ancora artisti che scelgono di raccontare storie racchiuse in album di lunga durata. Modi, aka Giuseppe Chimenti, è al suo quarto album in studio; Ma “Tsunami”(uscito solo in vinile e in formato digitale) è un album molto diverso dai suoi precedenti, un album a forte impronta territoriale. Un percorso sonoro dove le sue ballate, a volte intimiste e a volte malinconiche, trovano un perfetto vestito sonoro in un elegante synth pop da richiami molto nobili. Ognuno troverà dei richiami. Alex di Nunzio (il disco è stato registrato presso il suo studio NRG di Palestrina) e Fabrizio Massara (già Baustelle, che ha prodotto l’album) hanno trovato la chimica perfetta con l’artista calabrese che mai è suonato cosi attuale e radicato in una realtà ben delineata; Infatti a me personalmente interessa sottolineare che “Tsunami”, sin dal “Il segreto del mattino” (Torpignattara alle prime luci dell’alba :” Si sveglia il caos Casilino”), è un album che sa raccontare un quartiere, che dipinge volti, traccia rotte aeree, e si immerge totalmente nei sapori delle vite che Modi ha osservato e tratteggiato con tocchi delicati e arguti (segnalo a proposito “Le conseguenze di un quartiere e la sperimentale “L’ombrello sul viso”); Brani come “Aprile 86” e “Aldo” ci riportano fuori dal Quartiere per ricordarci della tragedia di Chernobyl e per raccontare la storia di Aldo Braibanti, uno scrittore e intellettuale accusato di plagio e di conseguenza portato in manicomio criminale dove subì un numero elevato di elettroschock). Ma facciamoci raccontare da Modi in persona la genesi di “Tsunami”:

Quarto album. Questo però ha un sapore particolare. Sin dalla copertina si intravede che l’album ha una connotazione ben precisa

Giusta osservazione, infatti il disco si ispira a Torpignattara, il quartiere della zona est di Roma che mi accoglie da vent’anni, caratterizzato da una forte multiculturalità, frutto delle molte etnie dei suoi abitanti, provenienti principalmente dall’oriente del mondo. Ho sempre immaginato il mio quartiere come un’onda trascinatrice carica di energia, che porta con sé bagagli di esperienze e vita vissuta, capaci di fare riecheggiare memorie lontane e suoni ancestrali provenienti da Est, da quell’oriente che è la culla della civiltà. Ancora oggi penso che non ci possa essere termine migliore per raccontare il mio disco, per descrivere i profumi, i colori, l’amore, l’esplosione vitale che il quartiere emana e che ha permesso la nascita di quelle canzoni. Uno “Tsunami inarrestabile carico di diversità, pronto a inondare l’idea stessa della città metropolitana.

Facci fare un viaggio tra le singole canzoni, qualche storia che ha portato alla scrittura del disco, o qualche ascolto o suggestione che è stata fondamentale per la sua realizzazione

modi-cantante-1024x768 Esiste un filo conduttore che unisce le canzoni, una tematica ben precisa che riecheggia in tutto il disco, diciamolo pure “Tsunami” è un’onda anomala portatrice sana di diversità. I testi delle canzoni appartenenti al disco raccontano storie di tutti i giorni, storie di vita vissuta, storie di vite inventate, ma raccontati da un osservatore che ha occhi diversi, che guarda, con gli occhi della bellezza e guarda quello che gli sta attorno quasi come se spiasse da un’angolatura non convenzionale. Gli artisti guardano e creano bellezza, non intendo il bello dei canoni estetici odierni o cose simili, ma avere quella capacità unica di raccontare ciò che apparentemente risulta scontato alla maggior parte degli esseri umani, con poesia. Oltre alle vicissitudini del quartiere, non bisogna sottovalutare un insieme di spunti poetici – di rilevante importanza – come quelli di tipo musicale, cinematografico che hanno influenzato non poco l’andatura di “Tsunami”, ma non solo alcune canzoni hanno portato alla luce fatti di cronaca messi nel dimenticatoio come l’esplosione del reattore numero quattro della centrale nucleare di Cernobyl e il caso Braibanti, diciamo che non mi sono fatto mancare nulla.

Oltre le Mura records è un’etichetta fortemente voluta da te. Come si inserisce in una frammentazione eccessiva del mondo musicale romano e non?

Oltre le mura records nasce da una mia idea, quella di unire un gruppo di musicisti che avessero obbiettivi e idee comuni e con un forte spirito di collaborazione e sacrificio si scambiassero idee, umanità e condivisone degli obbiettivi, insomma un po’ utopico come discorso, ma con tanta pazienza si stanno ottenendo piccoli ma grandi risultati. Siamo neonati, piccoli, a tratti ingenui; Roma è una realtà olimpica, bisogna sgomitare, esistono i soliti circuiti che soffocano le piccole realtà, così come per il resto dell’Italia, l’arte dovrebbe essere fratellanza, amore, ed invece tutto cade sempre nella competizione, nella critica distruttiva in maniera spropositata e purtroppo sempre poco costruttiva.

Grazie Modi!

Grazie a voi!

Guarda il video di”L’Amore è un Dio”

Recensione e Intervista di Fabrizio Fontanelli

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