Dic 142012
 

ZEPHIRO
KAWAITA ME (EP Autopr./Bitbazar CTCD 03 2012)

★★★☆☆

Tra le band orbitanti nel multiforme panorama underground musicale romano, una piacevole sorpresa arriva dal nuovo EP degli Zephiro, gruppo di wave-rock dalla carriera oramai decennale, con centinaia di concerti alle spalle (compresi un paio di tour in Giappone ed America) e live-set condivisi con artisti del calibro di Stefano Di Battista, Diaframma ed il guru Carl Palmer.
Li ricordavamo sul palco del Centrale del Tennis qualche anno fa, in una serata che vedeva la partecipazione di gruppi storici dell’hard-rock romano come gli SOS, o di nascenti realtà prog-metal come i IV Luna. In quell’occasione, gli Zephiro proponevano un mix di prog-rock con annessa cover di 21th Century Schizoid Man dei King Crimson tradotta in italiano, dimostrando buona verve seppur con uno stile ibrido ed in parte acerbo. Il nuovo lavoro, invece, vira decisamente verso una wave più convinta e meno convenzionale, come dimostra il cantato che alterna l’italiano dei primi tre pezzi agli ultimi due brani dell’EP, scritti (da Daisuke Ninomiya) ed eseguiti in giapponese; proprio la conclusiva Kage rappresenta probabilmente il miglior momento dell’intero prodotto, basata su ritmiche veloci e tonalità dai tratti vagamente psichedelici e con la chitarra di Claudio Todesco a plasmare le sonorità di un disco molto personale che in alcuni momenti ricorda (seppur lontanamente) le linee melodiche stile Franz Ferdinand meno commerciali.
Il trittico iniziale formato da La colpa, Come sempre e Certi giorni è esemplificativo delle caratteristiche del gruppo, con una sezione ritmica quadrata (al drum Alberto Maiozzi) che bene s’integra ai fraseggi del nuovo cantante-bassista Claudio Desideri, dotato di un timbro vocale pulito ed impostato, sorretto dalla chitarra che fa da filo conduttore “legando” tra loro i brani, prima del deciso cambio di rotta rappresentato dalla title-track Kawaita Me, cantata in giapponese e costruita su un tempo quasi progressivo, riuscita nelle sue incursioni filo-psichedeliche e reale anello di congiunzione tra le sonorità “passate” del gruppo e quelle attuali. Forse lo scotto maggiormente pagato dagli Zephiro ricade sulla scelta della lingua, giacché l’italiano, per un gruppo d’estrazione wave, può risultare penalizzante verso le orecchie meno accorte, vista la preponderanza di gruppi anglofoni in detto genere; ciò, tuttavia, premia il coraggio di una band che oltre alla lingua madre sceglie di utilizzare, come descritto in precedenza, il giapponese, rischiando forse oltre il lecito ma connotando il disco di un’originalità spesso mancante in molti lavori del belpaese. I testi, scritti in un apparente cut-up dai toni in parte decadenti, a tratti si uniformano forse eccessivamente alla trama sonora, riuscendo ugualmente a non scadere nel banale o nel ripetitivo, conservando uno stile manierista ma in grado di interessare l’ascoltatore senza tediarlo. Distribuito in un minimale digipack, Kawaita Me pone le basi per il futuro sviluppo del sound della band romana, in buona parte orientata verso una wave dalle cadenze lisergiche che fa ben sperare per il prosieguo dell’attività di un gruppo con alle spalle molta gavetta e pronto probabilmente per il definitivo salto di qualità. Se son rose….

Durata: 20’:10’’ Brani: 1) La Colpa 2) Come sempre 3) Certi giorni 4) Kawaita Me 5) Kage
Formazione: Claudio Desideri (voce e basso) Claudio Todesco (chitarra e cori) Alberto Maiozzi (batteria e cori)

Recensione di Fabrizio 82

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