Nov 112010
 

Bastard Sunday” dal 5 al 7 novembre 2010 ★★★☆☆
Parole sospese” – “Sacre” dal 9 al 14 novembre 2010 ★★★☆☆

Roma, Teatro Vascello

Al teatro Vascello in Roma è in questi giorni di scena una rassegna di spettacoli di danza contemporanea. L’onore dell’apertura è toccato alla “Compagnia Enzo Cosimi Danza” che ha presentato lo spettacolo “Bastard Sunday” liberamente ispirato alla vita e alle opere di Pier Paolo Pasolini.
Performance decisamente asciutta che offre al pubblico una visione senza diaframmi della poetica dello scrittore. Stilisticamente si traduce in alcuni espedienti efficaci a creare questo clima di apertura in cui tutto viene svelato. Si svela la totalità dello spazio scenico che permette allo spettatore di entrare all’interno dell’azione e si svela integralmente il corpo della bravissima danzatrice Paola Lattanzi. Tutto è esposto, tutto è manifesto, in una coreografia potente e sofferta che solo verso la fine si distende. Enzo Cosimi è uno dei coreografi più interessanti che l’Italia possiede e anche uno dei più produttivi. Conferma il suo bel talento con questo spettacolo difficile ma misurato, anche nella durata, in cui aleggia una componente simbolista invero un po’ criptica, che però tiene concentrata la platea. Interessante anche l’azione iniziale nel proscenio dove si ascolta la testimonianza di Pino Pelosi, così come molto buona è la musica curata e composta dal musicista berlinese Robert Lippok dei To Rococo Rot.

Più tradizionale nel suo impianto è invece lo spettacolo della compagnia “Imperfect dancers – compagnia balletto 90” seconda proposta della rassegna. Il Coreografo Walter Matteini si cimenta con delle coreografie intimiste che parlano della difficoltà dei rapporti tra i sessi e di incomunicabilità. Complice la sofisticata scelta musicale, prima fra tutti La sagra della primavera di Stravinskij, lo spettacolo scorre con facilità nei suoi tre atti presentando “Parole sospese” e “Sacre”
Ciò che balza immediatamente all’occhio è la buona preparazione di tutti i danzatori che permette un’esecuzione sicura e appassionata delle belle coreografie, che propongono una danza di largo respiro. Danza che trae anche ispirazione, in alcuni passaggi, da certi balli di strada come l’hip hop.
Certamente non è un’opera sperimentale, ma non per questo non cattura l’attenzione del pubblico che rimane affascinato dalla fluidità coreografica e dalla bravura dei danzatori.

Recensione di Claudia Pignocchi

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