Mag 272019
 

“Meglio stasera che domani”, Nuovo Cinema Palazzo, 10-11 maggio 2019

★★★½☆

Meglio stasera che domaniEd eccoci all’opera terza della coppia Ivan Bellavista e Sandra Conti, che prima hanno resuscitato Moliére, e poi hanno messo in scena vite immaginarie. Adesso invece è tutto reale, ahimè, troppo reale: reale per la coppia di protagonisti (attori anche nella finzione) che, per tirare a campare, è costretta a svendere la propria arte a due coniugi, assecondando i loro capricci; e reale per i coniugi stessi, che dietro un’apparente complicità, nascondono i peggiori problemi di coppia. Che forse neanche ci sono. “Si chiude una trilogia” – dice Ivan Bellavista – “’Il Moliére immaginario’ era uno spettacolo sulla morte, con i personaggi che non esistono più; ‘Un verso capolavoro’ è invece uno spettacolo sulla vita. Infine, in ‘Meglio stasera che domani’ la vita va verso la morte: gli attori sono costretti a mortificarsi, pur di fare il loro mestiere, arrivando a fingersi anche oggetti o animali. L’ispirazione dello spettacolo viene da ‘I suggeritori’ di Dino Buzzati, con la differenza che, anziché limitarci al triangolo lui, lei e l’amante, qui la situazione è un po’ più complessa.”

Non mi sento di aggiungere altro:quando si parla di Ivan Bellavista e Sandra Conti, è inutile raccontare trame o seguire un filo logico. È invece un teatro che va vissuto, e lasciarsi trasportare dalle immagini, dalle situazioni, dalle parole, e, in questo spettacolo, anche dai balli. Il corpo di ballo è la vera novità di questo spettacolo. La compagnia di ballerini di Paola Maffioletti entra in scena due volte, cimentandosi in tre generi completamente diversi tra loro, ed al contempo risultano funzionali allo spettacolo. “L’idea del corpo di ballo è nata quasi scherzando con Paola [Maffioletti, ndr].” – racconta Ivan – “È unelemento nuovo che va sondato ed approfondito per il futuro. Mi piacerebbe coinvolgerlo in una partecipazione più attiva, e non solo come ballerini.” L’altra novità riguarda il coinvolgimento di Antonio Rezza, a cui Ivan ha fatto da spalla in tutti gli spettacoli da “Fotofinish” in poi: l’istrionico performer ha qui un ruolo inedito, cioè i rumori di scena. “Anche questa collaborazione è nata da una chiacchierata, ed Antonio, a cui devo tanto, è stato estremamente gentile a prestarsi.” Infine, il numero di attori della compagnia sale da tre a quattro, con Alessandra Sani, che si aggiunge ad Ivan Bellavista, Sandra Conti e Matteo Di Girolamo. Tutti e quattro apparsi in gran forma. Si divertivano – era palese – e sono riusciti a trasmettere il loro divertimento al pubblico. Non facile, bravi.

Lo spettacolo si regge sugli stessi elementi-cardine dei due precedenti: cambio improvviso di situazioni, giochi di parole e metateatro. In parte, quindi, è qualcosa di già visto, anche perché lo spettacolo riprende molto dalla comicità, quella buona, che si vedeva in teatro negli anni Novanta. Ad un certo punto, ho avuto l’impressione di vedere il prequel di “In principio era il Trio”, indimenticato spettacolo del Trio Marchesini/Solenghi/Lopez. Ma gli elementi originali ed innovativi, che sono più nascosti all’inizio, emergono piano piano nel corso della rappresentazione, per poi culminare nel finale. Del resto, Sandra ed Ivan ci avevano già abituato a finali ad effetto. Mentre in “Un vero capolavoro” ci emozionano, in “Meglio stasera che domani” ci spiazzano completamente. Non è detto che la rappresentazione andata in scena sia quelle definitiva. “È stata la prima prova – dice Bellavista – e qualcosa sarà senz’altro modificato.” Meglio, così avremo la scusa per ritornare a vederlo.

recensione e intervista di Andrea Longobardo

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