Gen 232011
 

Roma, Teatro Vittoria, dal 13 gennaio al 6 febbraio 2011

★★★★½
Agatha Christie, la più famosa autrice di libri gialli, insieme all compagnia “attori&tecnici” è al teatro Vittoria con un lavoro scritto nell’immediato dopo guerra e rappresentato ininterrottamente a Londra per 55 anni a partire dall’ottobre del 1952. “Trappola per topi” è una sceneggiatura tratta dal suo racconto “Tre topolini ciechi” scritto per volere della regina Mary e ridotta per il teatro dalla stessa Christie.
Sul palco vivono i tipici personaggi dei suoi libri, immersi nelle atmosfere inglesi un po’ retrò, che rivelano loro stessi man mano che l’azione si fa più incalzante e misteriosa.
E’ una scrittura perfetta, che predilige sicuramente l’intreccio della trama dai rigorosi tempi narrativi, ma che dona anche qualche interessante approfondimento psicologico e sociale nella descrizione dei personaggi e nei dialoghi; quest’ultimi inoltre anche molto divertenti.
Ma lo spettacolo non si fa solo con un buon testo. Infatti quello che rende meritevole di nota “Trappola per topi” è il buon gusto del regista e il suo coraggio di proporre uno spettacolo assolutamente tradizionale. Stefano Messina ha intuito che alla presenza di uno testo teatrale scritto in modo egregio, non serve inventare alcunché: la regia è già scritta nelle battute. Il suo prodotto quindi non fa altro che rendere concreto ciò che è parola, regalando al pubblico circa un’ora e mezza di situazioni e intrecci tanto cari a tutti i lettori dell’autrice.
Gli attori sono bravi e caratterizzano al meglio ciascun eccentrico personaggio, tanto da presentarci quasi tutta la gamma del genere umano. C’è la signora antipatica, c’è la ragazza moderna, c’è l’uomo infantile, ci sta quello pragmatico, c’è la sognatrice e colui che sembra avere un segreto …
La scenografia curata da Alessandro Chiti è assolutamente convenzionale ma allo stesso tempo così veritiera da sembrare quasi un pezzo di casa tagliato e trasportato in teatro.
“Trappola per topi” è uno spettacolo veramente rassicurante dove chi vi assiste riconosce tutti gli aspetti che concorrono a creare un’opera teatrale, si rilassa e si gode questo gioiellino così serenamente e consapevolmente tradizionale da essere una rarità tanto da apparire più audace di alcune performance di nuovo teatro.
E comunque l’assassino è ……….. No! Non si dice mai, come ci ha raccomandato a fine spettacolo lo stesso Stefano Messina!

Recensione di Claudia Pignocchi

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