Giu 252013
 

Biblioteca Renato Nicolini
Via Marino Mazzacurati, 76 Roma

Prosegue prorogata fino al 31 Luglio, a Roma, la mostra fotografica Passi del Nord “Luoghi, volti e parole del Nord Europa” di Emiliano Bartolucci, ideata e curata dal compianto Maurizio Bartolucci, protagonista ed organizzatore in questi anni di numerose iniziative culturali romane, sviluppate prevalentemente su tematiche sociali ed al quale è dedicata questa esposizione e la conseguente proroga.
La mostra in corso, Passi del Nord è un denso legame tra immagini e scrittura, racconta l’esperienza di viaggio condotta dall’autore da Amburgo fino al Circolo Polare Artico.
Un viaggio ispirato da grandi narratori, che hanno scritto pagine importanti nel secolo scorso e che ancora oggi, grazie alla straordinaria vena creativa del tutto nord europea, riescono a cogliere con ironia e inquietudine alcuni aspetti umani non semplici da raccontare.
Ad accompagnare la mostra con i loro scritti in questa selezione di immagini tra gli altri, Britt Annika Banfield, Jon Fosse, Hallgrímur Helgason ed il premio Nobel Halldór Laxness.
Allestimento e comunicazione a cura di Alberto Bartolucci.

Incontro Emiliano Bartolucci, caro amico, fotografo e espositore che con le sue mostre e le sue prospettive è sempre un occhio molto profondo che scruta paesaggi incontaminati e molto altro ancora…l’occasione di questo incontro con Slowcult è, appunto come da introduzione, la sua mostra fotografica “Passi del Nord”

Emiliano, Il tuo sguardo verso i Paesi del Nord è uno sguardo che va in profondità, ben oltre i colori e le immagini che hai catturato… Qual’ è stata la tua primissima impressione quando ti sei recato in quei posti?

E.B:Ciao Fabrizio, grazie per l’interesse rivolto verso la mia mostra, per la sensibilità mostrata nei confronti di questo progetto ed anche per la considerazione manifestata in generale per una forma d’arte, la fotografia, che spesso in Italia viene sottovalutata o addirittura non considerata tale, ma soltanto un mezzo per proporre immagini ricordo che di elegante contengono ben poco.
Ritengo Passi del Nord un prodotto discreto, dagli ampi contenuti formativi e ben amalgamato nel suo insieme e questo lo devo soprattutto a mio padre; malgrado le scarse risorse del momento economico che viviamo, reputo questa esposizione una proposta interessante e globalmente soddisfacente nel suo risultato definitivo.
Dopo questa lunga premessa, ti dico che ho intrapreso il mio cammino verso il Nord Europa nel 2004 e non l’ho mai considerato concluso, anche durante le pause più lunghe durate qualche anno in cui ho scelto altre mete o di soffermarmi in Italia, ho sempre tenuto aperte le porte del nord ed il sentiero verso quei luoghi, un’ urgenza espressiva dalla quale apprendere e non distaccarmi mai del tutto. Ho fatto ricerche, mostre, partecipato a dibattiti sui temi dell’ambiente e dell’importanza ecologista, che in quelle regioni ha sempre avuto attenzioni particolari e dalle quali tutti dovremmo trarne benefici, se considerati con il giusto impegno, ho finanche esposto le mie foto durante un incontro con psichiatri e psicologi di tutto il mondo tenutosi a Roma qualche anno fa, ascoltando le ragioni dei delegati nordeuropei, che con l’avvento del turismo di massa, hanno visto deturpate le loro abitudini e tradizioni. Il Nord Europa non è soltanto capitali affascinanti come Stoccolma ed Oslo, come Copenaghen, Helsinki o Reykjavik, è molto di più, un territorio vasto che copre una superficie importante del mondo, mostra spazi semi deserti e densi di fascino, come le immense Lapponia e Groenlandia nelle quali le popolazioni native sono state quasi annientate o usate ad arte per farne attrazioni turistiche di cattivo gusto.
Tornando alla tua domanda, chiaramente le primissime impressioni nel mio viaggio boreale sono innumerevoli e disparate, avendo toccato il Circolo Artico in tutte le zone scandinave ed in una piccola isola islandese, non posso dire di aver provato sempre la stessa sensazione, ognuno di questi paesi ha lasciato in me qualcosa di unico e che permane tutt’ora non solo nel mio bagaglio artistico/culturale, ma soprattutto in quello emozionale e sentimentale.
Se dovessi riassumere il mio primo viaggio oltre il Mare del Nord in una sola parola, userei il termine “ossigeno”, infatti la prima boccata d’aria nei paralleli glaciali è stata intensa e riconoscibile al primo respiro, appena sceso dalla scaletta dell’aereo, dal vagone di un treno o dallo sportello di un bus, l’olfatto è stato il primo dei sensi ad essere sollecitato e messo alla prova; il resto è adrenalina purissima che in queste giornate afose rimpiango con tutto me stesso.
Per quanto riguarda i paesaggi, come detto in precedenza, è difficile parlare di primo impatto per ognuno di quelli visitati, tutti sanno sedurre, dall’arida e gelida Islanda, alla Norvegia pregna d’acqua, passando per la steppa finlandese e chiudendo con quella che non a caso reputo la terra di mezzo, ovvero la Svezia, colma di eterogeneità culturale e dal profondo spirito innovativo, oltre che prosperosa di un incanto che ritengo essere la mescolanza di tutti i paesi scandinavi.

Hai mai pensato ad un’ipotetica sceneggiatura per dare seguito alle tue foto?

E.B: domanda bellissima e che nessuno mi aveva mai posto.
In realtà si, ci ho pensato, anche perché col mio lavoro mi trovo spesso a “dialogare” con scrittori, registi e scenografi. Un paio d’anni fa Occhirossi festival in un’ intervista su una mia mostra dedicata all’Islanda, mi chiese se avessi mai pensato di dare un seguito al progetto, estendendolo a tutto il Nord Europa ed ora eccomi qui a raccontartelo, chissà che la prossima volta non mi troverò a parlarti di un documentario, di uno spettacolo teatrale o di un cortometraggio, nel quale con le mie immagini si possa contribuire alla realizzazione della scenografia. Non pongo limiti all’espressività, in special modo se si parla di terre nordiche e ritengo fondamentale avvalersi di collaborazioni, che più spesso di quanto si pensi possono apportare miglioramenti o nuove idee da aggiungere ad un progetto ancora in fase embrionale; la tua domanda risveglia in me questo grande desiderio e ti ringrazio non solo per avermela proposta, ma soprattutto per la visione e lo spunto. Sarebbe bello mettere in piedi una piccola struttura per discutere di questa eventualità ed estenderla ad autori e musicisti; c’è posto per tutti e magari questa intervista può rivelarsi anche un piccolo appello per le persone che la leggeranno.

Quali altri posti nel mondo vorresti esplorare, fotografare e provare a capirli in tutta la loro bellezza e complessità?

E.B: Da amante dei luoghi coperti dal ghiaccio, ti rispondo Alaska, Canada, Patagonia e Nuova Zelanda, sono posti talmente lontani e dissimili rispetto alla nostra natura, che sarebbe come evadere su un altro pianeta e là con la mia fotocamera potrei esaudire uno dei miei sogni più grandi. Spero in futuro di riuscire a visitarli, ma posso assicurarti che ce ne sono tanti altri e non tutti dal clima così rigido, infatti sono un appassionato della Spagna, ad esempio, della Turchia e di tante altre zone mediterranee; nel frattempo, però, per il mio lavoro, ho in cantiere altri progetti che riguardano luoghi non così distanti e che mi sono prefissato di portare a compimento entro il 2014. In una recente intervista ho parlato di Ostalgie, una rivisitazione in chiave moderna di ciò che rappresentò la Germania socialista, la riscoperta dei suoi valori andati, ma anche di luoghi caratteristici non molto conosciuti; a te voglio confidare uno degli ultimi eventi che stavo preparando con mio padre prima della sua scomparsa, ovvero Immoralia, un’ esposizione tutta nostrana e di digital art in cui i capolavori dell’arte italiana saranno imbrattati dalle mani sapienti di artisti del fotoritocco. Speriamo possa essere un contributo per dire un forte “mai più” ai crolli di Pompei, alla distruzione della città della scienza di Napoli e parlando della nostra città, ai crolli dell’Appia antica ed alla chiusura di cinema, teatri e tutte quelle situazioni artistico/culturali che hanno pagato il prezzo più alto per colpa della crisi economica e della mal gestione di governo che abbiamo avuto fino a pochi giorni fa. Potresti pensare che sono andato fuori tema, ma credo che le domande vadano interpretate e la mia risposta, un po’ contraddittoria quando si parla di bellezza e complessità del mondo, voleva rivolgersi anche alla mia terra nativa, colma di storia e luoghi incantevoli, troppo spesso soppiantati da abusi e mal gestione che solo una rivoluzione culturale potrebbe farci lasciare alle spalle.

Visto il tuo amore sconfinato per la musica, che ruolo gioca durante le tue session fotografiche; hai una tua playlist nel cuore e nella mente che ti segue mentre scatti?

E.B:Più che nelle session, soprattutto nell’itinerario di viaggio; ora che ci rifletto, non ascolto quasi mai dei brani mentre scatto, in genere mi deconcentrano ed io ho bisogno di percepire un contatto con la terra che sto calpestando ed ascoltare i rumori di fondo, che riescono a farmi identificare completamente con la flora e la fauna del territorio circostante. Chiaramente la musica gioca un ruolo fondamentale nella mia vita, è una delle compagne fedeli per dissolvere la tensione nei miei lunghi percorsi verso le destinazioni e generalmente prima di partire per una nazione, cerco di conoscere artisti provenienti da quelle terre per farne tesoro ed essere in un certo senso avvantaggiato sulla conoscenza di una località e le sue attività culturali. Provo a stilare una playlist per questa intervista, malgrado lascerò fuori tantissimi validi musicisti, tentando di immedesimarmi in quei luoghi incantevoli ad un passo dalla fine del mondo.

1 Yfir Borgina – Valdimar (Islanda)
2 Gothenburg – Maia Hirasawa (Svezia)
3 They’re Building, They’re Building – Nordgarden (Norvegia)
4 Goodbye – Dikta (Islanda)
5 Come Home – We Are Serenades (Svezia)
6 Salain – Tehni (Finlandia)
7 Gobbledigook – Sigur Rós (Islanda)
8 My Sea – CallMeKat (Danimarca)
9 What Else Is There? – Röyksopp (Norvegia)
10 Retaliate – Benni Hemm Hemm (Islanda)
11 I Have A Right – Sonata Arctica (Finlandia)
12 Jag Kommer – Veronica Maggio (Svezia)
13 The One Who Went Away – Motorpsycho (Norvegia)
14 Deep Inside – GusGus (Islanda)
15 Human – Carpark North (Danimarca)

Grazie Emiliano e invitiamo tutti alla tua mostra!

E.B. : Grazie a voi di Slowcult di cuore!

Intervista di Fabrizio Fontanelli

  One Response to “Emiliano Bartolucci uno sguardo attraverso i freddi riflessi del Nord”

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