Giu 232015
 

Roma, Teatro Elettra, dal 9 aprile al 19 aprile 2015 

★★★☆☆

gialloSebbene siano trascorse diverse settimane da questo evento, riteniamo opportuno segnalare una esperienza teatrale non banale, sopratutto considerando il fatto che essa percorre sentieri attinenti ad un territorio solitamente abbastanza esplorato, quello della narrazione “gialla”, che in questo caso, però,  prende vita in ambienti e location fortemente “underground”, dimostrando indubbiamente una certa originalità autoriale.

Il minuscolo teatro Elettra ha ospitato per diversi giorni, una performance diretta dal regista Massimiliano Milesi, (che si è avvalso della messa in scena della attrice e coreografa Carla Aversa), ideata insieme alla Compagnia Teatrale Permis de Conduire, che da anni si occupa dell’intreccio tra Letteratura, Teatro, Arti Visive e Linguaggio corporeo; lo spunto è stato preso dai racconti “noir” di quattro nuovi scrittori, Chiara Cattozzi, Matteo Mantero, Flaviano Provitali, Stefano Terrabuoni, i quali  risultano permeate  da un “houmor nero” che conferisce agli stessi tratti ed atmosfere abbastanza inusuali.

Uno spettacolo scarno, minimalista, che però ha il pregio di catturare immediatamente  l’attenzione dello spettatore.

In scena appaiono costantemente, a volte con modalità alternate, a volte insieme, tre personaggi, due donne ( Carla Cardarelli e Paola Ermini) ed un uomo (Michele Uliano), che indossano abiti uguali, e la loro performance è tutta affidata alla parola ed alla gestualità (curata da Carla Aversa). Le cadenze “noir” dei racconti sono raffigurate in modi costantemente surreali, l’ironia ed il paradosso ne sono la cifra espressiva. La rappresentazione scorre via con ritmo incessante, ed è certamente singolare, e particolarmente lodevole, riuscire a  realizzare una tensione con una tale essenzialità e povertà di mezzi.

Certamente si nota la mano di un vero autore, il regista Massimiliano Milesi, drammaturgo, che provenendo dall’avanguardia  interdisclinare, nel teatro, nella musica, nel cinema, dimostra di conoscerne perfettamente  linguaggio e modalità espressive.

La narrazione si svolge descrivendo fatti di sangue improvvisi, che si susseguono rapidi, inaspettati, gratuiti, in una rappresentazione da Teatro dell’Assurdo originale e coinvolgente.

L’inizio è veramente insolito e folgorante, viene rappresentato in modo sorprendente, il lacerante, convulso dialogo di una donna con la sua vagina, in sala parto, che lascia indubbiamente il segno, introducendo a pieno titolo la matrice surreale dello spettacolo.

Rapido, efficace, il monologo “Io sono la Morte”, così come l’episodio che vede uno scrittore petulante perseguitare la moglie, che reagirà in modo lucido e terribile,  o quello che tratta di una persona che a suo tempo si macchiò di varie malefatte e che viene brutalmente assassinata,  nonchè quello che descrive sapidamente attualissimi  incontri al buio che sfociano in assurdi, ma ben credibili nella odierna realtà virtuale, scambi di persona.

La struttura drammaturgica cede il passo all’ironia, che è efficace e toccante,  I dialoghi spesso scivolano nell’irrazionale, nel paradossale, con una concitazione che lascia il segno  Un eloquio allucinatorio, costantemente sopra le righe, concitato, ove la violenza a lungo sottintesa, esplode improvvisamente e brutalmente, e  che anche per la bravura degli interpreti, non scade mai nel delirio fine a se stesso, ma sottintende atmosfere, totem e simboli del nostro cupo presente, descrivendo con pochi accurati tratti i nostri tic, le manie, i piccoli incubi quotidiani.

Non rimane che augurare alla compagnia (e certamente anche agli scrittori) un buon prosieguo della sua attività artistica, ed anche una maggiore visibilità.

Recensione di Dark Rider

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