Giu 192011
 

Roma, Teatro allo Scalo, dall’8 all’11 giugno 2011

★★★☆☆
Nel piccolo Teatro allo Scalo nel quartiere San Lorenzo di Roma, l’ultimo testo di Sarah Kane, prima della sua prematura e sconcertante morte, ha schiaffeggiato il pubblico lasciandolo dolorante e confuso. L’opera teatrale in questione è “Psychosis 4.48” messa in scena dal giovane regista di talento Federico Ruscito che ha optato per una regia minimalista e soavemente simbolica al fine di rendere concreto il fiume di parole scaturite da una follia purtroppo vera e sorprendentemente lucida.
Questo scritto dell’autrice inglese è l’ultimo delle sue cinque opere per teatro profondamente discusse dalla critica e dal pubblico, scritte tra il 1995 e il 1999, anno in cui la Kane si suicidò. E “Psychosis 4.48” è il racconto del percorso mentale che, con la logica infallibile della malattia, la conduce a decidere di togliersi la vita.
Il regista affida la narrazione a tre attori: due donne e un uomo, tutti e tre rappresentanti Sarah Kane, o meglio tre subpersonalità della scrittrice. E per rafforzare il senso di ciclicità del pensiero confuso e malato, fa scambiare i ruoli agli interpreti. Grazie alla bravura drammatica dei tre, alla regia puntuale e alla portata comunicativa del testo non vi è mai il rischio di smarrirsi nella comprensione globale.
Le parole ti arrivano dritte alla testa e alla pancia, anche se tu non vuoi più ascoltare quel grido di dolore e di aiuto, che nel momento stesso in cui viene espresso sa che nessuno potrà andare in suo soccorso. Solo la morte lo farà.
Morte che arriverà poco dopo aver terminato il lavoro proprio nel modo in cui lei aveva scritto di volerlo fare.
Siamo di fronte alla verità nuda e cruda, alla pazzia che proprio perché lasciata libera di correre lungo le righe e le pagine, si svela perfettamente e si lascia comprendere.
E’ un testo bellissimo, duro ma anche a tratti molto tenero, a volte grottesco a volte tragico. E’ il racconto di una mente che sa di aver perduto ogni freno e corre più veloce della sua legittima proprietaria. E’ il racconto di una ragazza che non vorrebbe proprio morire, ma che sa che per fermarsi è l’unica soluzione.
Grazie a Sarah Kane, a Federico Ruscito e agli attori Elisa Ciocca, Andrea Carpiceci, Luisa Belviso; perché ci hanno fatto vibrare di compassione e di rispetto per qualcosa che da sempre la nostra società misconosce: la malattia mentale alias la Psicosi

Recensione di Claudia Pignocchi

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