
Il nuovo film di Daniele Luchetti, tra lealtà e infedeltà, ragione e sentimento, trent’anni di una coppia ben raccontati dal sessantenne regista romano e ben interpretati dall’ottimo cast.
Tratto dall’omonimo romanzo di Giulio Angioni, la storia racconta le vicende legate alla realizzazione di un agriturismo a conduzione familiare attraverso flashback che ne ripercorrono la nefasta sorte, in un’opera in bilico tra realismo e dark, restituendoci una visione ancestrale dell’isola e dei suoi abitanti.
Senza mai essere presuntuosa e, così, mirare a quell’Olimpo dei capolavori cinematografici, Domino rimane un’opera (nonostante i trenta minuti di tagli subiti nel montaggio finale, le difficoltà con la produzione danese e un battage pubblicitario decisamente poco consono per un professionista come Brian De Palma) complessivamente di buona qualità-
Avvincente e senza neanche un attimo di noia nei momenti più placidi e introspettivi, Triple Frontier è la prova della maestria e del talento di J.C. Chandor il quale, in passato, è riuscito a deliziare lo spettatore con i già citati A Most Violent Year e All Is Lost e che qui, avendo virato verso un genere a lui nuovo, dimostra di come sia possibile portare a compimento determinate sfide cinematografiche.