Giu 032018
 

Ciao Odette e bentornata su Slowcult!Ho notato con piacere che sei tornata a produrre musica!
Raccontaci la gestazione di questo lavoro

O.D.M: Grazie Slowcult! Questo lavoro nasce dopo un lungo periodo di gestazione in effetti. Già da diversi anni collaboro con l’artista belga Jan De Block, con cui ho anche all’attivo il progetto Miss O, e con cui ho scritto tanti brani. Molti di questi erano stati pensati inizialmente per il nuovo album di Miss O ma poi ci siamo resi conto che erano molto coerenti – per mood ed arrangiamenti – ad altri due/tre brani che avevo scritto negli anni e che avevano un’impronta un po’ più folk.
Abbiamo quindi deciso che forse era il caso di pubblicare a breve un album a mio nome e non come Miss O. Da quel momento abbiamo iniziato a divertirci all’idea e abbiamo anche inserito una cover nel lavoro, cosa che non avevo mai fatto in passato. Tuttavia tanti anni di esperienza con brani made in USA portati in giro per l’Europa nel mio spettacolo live “L’America di Odette” mi ha ispirato a propormi anche nella veste di interprete. Così pochi mesi, prima del lancio del lavoro, è nato anche l’arrangiamento originale del brano “Circle”, una cover tratta dal primo album della brava Edie Brickell negli anni ’80 e che è uno dei miei cavalli di battaglia dello spettacolo.

La tua musica è sempre immersa in una dimensione molto spirituale, porti sempre l’ascoltatore a farsi delle domande e ad andare oltre. Quali sono state le scintille di ispirazione di questo lavoro? L’Isola di Bali presumo sia stata una forte esperienza, avendo avuto modo anche io di avere una Bali Experience un po’ di tempo fa!

O.D.M: Mi fa piacere che venga colto l’aspetto più spirituale delle mie proposte sonore. È una componente di me che sempre di più trasparirà dai miei pezzi. Non sono stata ispirata solo dal viaggio a Bali, che in realtà ha fatto da set al mio primo video dell’album, “Non-existence” ed è un posto meraviglioso, ma in generale da una visione della vita che negli anni è maturata e comprende sempre di più una componente di forte spiritualità che cerco di calare anche nelle mie esperienze quotidiane e nella mia musica.
“Infinity Pool” nasce sì da brani scritti nel tempo con temi differenti, dalle storie di amore ai più vari sentimenti contradditori dell’animo umano, ma il filo conduttore a cui mi piace legare queste nuove canzoni è l’esistenza di un percorso evolutivo che tocca a tutti noi, che ne siamo coscienti o no, e che si manifesta nelle piccole e grandi cose che ci avvengono in ogni momento. La piscina dell’infinito è il brodo primordiale a cui tutti tendiamo nel nostro “viaggio” come umani, il grande grembo materno dell’infinito che è la vera meta. Sta solo a noi decidere quali tappe intraprendere in questo viaggio e quante volte tornare per imparare sempre le stesse lezioni.

Hai da sempre una visione molto internazionale della tua musica, che percezione hanno di noi musicisti italiani all’estero?

O.D.M: Mi verrebbe da dire che il pregiudizio musicale più forte su di noi all’estero è assimilare tutta la musica italiana ai volti e nomi più noti, come Zucchero, Pausini, Ramazzotti. Sono sempre quelli i nomi che emergono durante gli incontri con altri artisti o la gente comune straniera.
Il mio socio Jan rimane sempre incredulo quando gli descrivo le playlist standard delle nostre radio: da loro la musica che noi consideriamo alternativa è mainstream e si ascolta sulla maggior parte delle radio, e sto solo parlando di un piccolo paese come il Belgio! Diciamo che purtroppo siamo ancora un po’ indietro!

Cosa stai ascoltando in questi ultimi tempi e cosa stai leggendo? Consigliaci qualcosa

O.D.M:Oh… non faccio testo per le letture, leggo solo saggi di materie olistiche e libri di studio, difficile che io prenda in mano un romanzo!
Per la musica più comune rimango legata a gruppi come Elbow, Dead can Dance, Daughter – per farti alcuni nomi tra quelli presenti nelle mie playlist – e come artisti singoli ti direi l’evergreen Aimee Mann o Feist. Negli ultimi anni ho scoperto anche il nordico Olafur Arnalds e Max Richter che evocano proprio le atmosfere minimaliste ed emotive che preferisco in questo periodo.

Grazie Odette! Un piacere averti ritrovato!

O.D.M: Ma grazie a voi!

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