Set 292014
 

Frankenweenie, di Tim Burton con Winona Ryder, Martin Landau, Martin Short, Catherine O’Hara, Atticus Shaffer (b/n durata 87 min. – USA 2012)

★★★½☆
FrankenweenieUn film appassionante ed impressionante, che incuriosisce ma non soddisfa pienamente i sostenitori di Tim Burton i quali si aspettavano, come sempre, un film pieno di originalità e sentimenti; hanno invece trovato un film diverso nell’ambientazione, non nella trama.
Tim Burton è il fanatico per eccellenza del passo uno (o stop motion) contemporaneo, il quale permette di animare pupazzi, spesso fatti in plastilina, grazie alla successione di diverse foto montate in 24 fotogrammi al secondo, come è solito fare nei film in live action. Ispirandosi agli effetti speciali dei vecchi film fantascientifici e horror anni ’30-’40, in cui si usava questa tecnica per animare piccole parti di film, e ispirandosi all’artista ceco Jan Svankmajer, Burton crea un nuovo genere d’animazione basato unicamente su di essa. Così stupisce il pubblico e la critica facendo uscire nel 1993 “Nightmare Before Christmas”, successivamente realizza “La sposa cadavere” (2005) e infine nel 2012 esce nelle sale “Frankenweenie”. Quest’ultimo è la versione adattata a film del cortometraggio omonimo, realizzato dallo stesso autore nel 1984; al contrario del film il corto non è realizzato in passo uno. In “Frankenweenie” possiamo ritrovare le stesse ambientazioni gotiche che Burton utilizza nella maggior parte dei suoi film – per citarne qualcuno “Edward mani di forbice” e “Big Fish” – e decide di utilizzare il bianco e nero in tutta la pellicola per enfatizzare l’ambientazione e la storia, per rendere il tutto più ‘dark’, fatta eccezione del titolo iniziale che al contrario è di un verde vivido. Il film racconta la storia di un ragazzo innamorato della scienza e del proprio cane e il modo in cui queste due passioni sono costrette ad incontrarsi; questo accade perché, ad un certo punto del film, il cane viene investito ed ucciso, così il ragazzo si sente costretto ad applicare le sue conoscenze per ridare la vita al proprio cane, creando così una creatura temuta dal vicinato. Il nome Frankenweenie è ispirato dal classico romanzo di letteratura gotica “Frankenstein” di M.Shelly. Il film è godibile ma manca di una scrittura compatta, questo lo porta ad avere un finale banale ma apprezzabile. Un film probabilmente rivolto ai bambini più che agli adulti.

Adriano Pucciarelli

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