Giu 232009
 

Regia di Richard Curtis. Con Bill Nighy, Gemma Arterton, Kenneth Branagh, Nick Frost, Philip Seymour Hoffman, Rhys Ifans, Will Adamsdale. Durata: 135 min. – Gb 2009.

★★★★☆

locandina I Love Radio Rock.jpgIl connubio tra cinema e rock’n roll ha sempre prodotto piccole perle (Alta fedeltà, School of rock, Almost famous, Across the universe per citare gli esempi più recenti). Rientra in questa categoria anche I love radio rock (nell’originale The Boat that rocked), spumeggiante commedia inglese dell’astuto Richard Curtis, già autore delle sceneggiature di Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Love Actually.
La ricetta di base è semplice: uno script divertente, una colonna sonora coinvolgente (classe ’66, forse il miglior momento per il rock made in Britain) e l’ambientazione anni ’60. Al centro della vicenda una radio pirata, Radio Rock appunto, che, ormeggiata in mezzo al Mare del Nord, trasmette rock 24 ore su 24, laddove la BBC gli dedica solo 2 ore al giorno. La radio, nonostante la clandestinità, è seguitissima: 25 milioni di persone (più di metà dell’intera popolazione britannica) si connettono quotidianamente sulle sue frequenze. Questo finisce con l’attirare l’attenzione del governo inglese, preoccupato di reprimere qualunque cosa possa accrescere rischiosamente l’esuberanza giovanile. Il Ministro Dormandy (un algido e perfido Kenneth Branagh, che abbandona i soliti panni shakespeariani per mettersi alla caccia di questo rumoroso gruppo di dj) arriva a far approvare una legge ad hoc, il Marine Broadcasting Offences Act, per mettere fuorilegge i “pirati” e rimuovere dal Paese la loro nefasta influenza. Sembra strano pensarlo oggi, ma c’è stato un tempo in cui il rock, sinonimo di ribellione, trasgressioni, abuso di droghe e libertà sessuale, era avvertito dai benpensanti come pericolosamente eversivo per la società.
La lotta tra la radio e Dormandy, tra rock e politica, musica e censura, andrà avanti per tutto il film tra esilaranti vicende, fino alla resa dei conti finale, con la discesa in campo della devota comunità di fan, che si mobilita per salvare la barca in pericolo. Il punto di vista chiave nel raccontare la vicenda è quello del giovane Carl, espulso da scuola e mandato, per singolare scelta della madre (Emma Thompson in un simpatico ma brevissimo cammeo) dal padrino Quentin, per capire cosa fare della propria vita. Quentin (l’aristocratico Bill Nighy) è a capo di Radio Rock, e comanda un eccentrico gruppo di folli, ruspanti, irriverenti, irresistibili dj. A impersonare questo equipaggio, il mostro sacro Seymour Hoffman (uno dei migliori attori in circolazione), lo scandaloso Rhys Ifans e il simpatico Nick Frost (rotondamente affascinante). Come nel più classico dei romanzi di formazione, il giovane Carl troverà davvero la sua strada, conoscerà il suo vero padre e … perchè no, anche il sesso.
Sarebbe però riduttivo limitare la descrizione del film a trama e attori: la parte da leone spetta infatti alla colonna sonora, che schiera giocatori formidabili, da Cat Stevens ai Kinks, dagli Who ai Beach Boys, da David Bowie a Otis Redding, e poi ancora Cream, Procol Harum, Jimi Hendrix.
Divertente, psichedelico, eccessivo, colorato, tutto questo è I love Radio rock. In una stagione come quella estiva che propone pochissimi film di qualità, un delizioso tuffo nel passato.

Recensione by Antonia Ori

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