Gen 192014
 

Il capitale umano, di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio. Italia 2014 durata 109 min

★★★★☆

Un banale episodio di cronaca, di quelli che a malapena meritano un trafiletto tra le pagine locali, avvenuto nel profondo nord brianzolo, fa da elemento unificatore tra le vicende di due famiglie della zona. Lo stesso episodio viene raccontando assumendo il punto di vista di tre dei protagonisti della vicenda: un cinquantenne titolare di un’ agenzia immobiliare in disarmo che rischia tutti i propri soldi e quelli di un cospicuo prestito in banca sognando il colpo grosso di alta finanza che possa consentirgli finalmente il salto di qualità ambito e l’ingresso nel mondo dei grandi uomini d’affari e dei quartieri alti; la moglie di un importante e spietato finanziere/faccendiere senza scrupoli, annoiata dalla vita dorata fatta di shopping compulsivo, bagni nella piscina coperta della grossa villa di famiglia e che rimpiange un passato di attrice abbandonato troppo presto a favore di un’agiata ma vuota vita da first lady; la figlia dell’agente immobiliare, eterna fidanzata del rampollo dell’altra famiglia, che rifugge la monotonia della vita di provincia tra festicciole in villa, suv e scuola privata che prepari la futura classe dirigente. Il sopra citato episodio, un incidente stradale notturno dalle tragiche conseguenze, rimescola le carte, scombina i programmi, ribalta l’ordine delle cose per poi ricomporre un quadro generale solo apparentemente simile a quello iniziale. Il mondo sarà salvato dai ragazzini, ma non quelli allevati come polli da batteria nelle prigioni dorate delle scuole cattoliche, ma quelli che sfuggono dal tracciato e cercano una strada, tortuosa ma più personale e soprattutto consona alle proprie aspettative.
Il figlio legittimo della commedia all’italiana cambia totalmente registro, rischia grosso ma vince la propria scommessa. Paolo Virzì abbandona atmosfere ed ambientazioni consuete, sposta la propria analisi sulla provincia dalle zone solitamente ed abilmente frequentate trasferendosi in Brianza (scatenando le ingiustificate ire dei leghisti) riuscendo ad emozionare anche quando non strappa risate e quando le sue coerenti critiche alla società contemporanea non nascono dalle azzeccate ed indimenticabili battute di un copione brillante. Anche nella discontinuità c’è però un filo sottile che unisce questa pellicola con buona parte della filmografia del cineasta livornese: come non trovare un collegamento tra l’ambizione del misero agente immobiliare ed il desiderio di “Un’altra vita” della cassiera Ferilli nel suo film d’esordio? Un’altra costante è rappresentata dallo scontro tra classi sociali distanti e mai integrabili tra loro (i ricchi o gli intellettuali da una parte, il giovane ed introverso “fool on the hill” del film di oggi, i poveri insegnanti di liceo (Castellitto in “Caterina va in città”) gli operai di “Ovo sodo” oppure i ragazzi del call centre di “Tutta la vita davanti” dall’altra ? A tutto ciò aggiungiamo la consueta maestria nel dirigere i propri attori ed esaltarne la bravura, che lo mette al livello del migliore Scola. Su tutti, un grandioso Bentivoglio ed una Valeria Bruni Tedeschi perfetta nel ruolo di una Blue Jasmine nostrana che lascia il segno.
Nel recente le ultime prove di alcuni maestri del cinema si muovono in ambiti legati alla cosiddetta finanza creativa, ai soldi facili ottenuti senza scrupoli: l’ultimo Allen, appunto, l’atteso nuovo Scorsese e questo recente film di Virzì. C’è bisogno di uscire da questo ordine di idee, da questa corsa frenetica in nome del dio denaro, bisogna rifare i conti e ridare il giusto valore al “Capitale Umano”, oggigiorno davvero sottostimato.

recensione di Fabrizio Forno

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