Gen 112011
 

HEREAFTER, regia di Clint Eastwood. Con Matt Damon, Cécile de France, Bryce Dallas Howard, Jay Mohr, Mylène Jampanoï, Thierry Neuvic, Richard Kind, Jenifer Lewis, Steve Schirripa. Durata 129 min. Usa 2010.

★★★½☆

Tre storie, tre città, tre drammi si alternano sullo schermo: l’operaio George di San Francisco a causa di una malattia patita da ragazzo ‘sente’ l’aldilà al solo contatto con gli altri, ma questo suo ‘dono’ si rivela essere anche la sua condanna ad una vita infelice e solitaria, confortata solo dall’ascolto serale di un audiolibro di Dickens. Marie, anchorwoman parigina di successo sopravvive miracolosamente allo tsunami del 2004 ma l’esser stata ad un passo dalla morte le ha sconvolto la vita, privata e professionale. Infine l’undicenne Marcus assiste impotente al telefono alla morte del fratello gemello Jason, vittima di un incidente nelle strade di Londra. Le tre vicende scorrono per due ore fino a quando non saranno profondamente modificate dal loro intrecciarsi apparentemente casuale.
Con un coraggio ed un piglio davvero sorprendenti Clint Eastwood accetta una sfida particolarmente insidiosa e ne esce per l’ennesima volta vincente: affrontare un tema rischioso come quello del soprannaturale senza mai scadere nel banale, nel grossolano new age, nel melenso e sdolcinato, riuscendo ancora una volta a catturare lo spettatore, emozionarlo e coinvolgerlo come pochi altri cineasti riescono a fare. Certo, non ci troviamo di fronte a capolavori come Letters from Iwo Jima, Million Dollar Baby o il più recente, magnifico, monumentale Gran Torino ma il vecchio ex sindaco di Carmel ci ha abituati troppo bene. La cosa davvero sorprendente è la capacità di questo giovane ottantaduenne di volersi misurare con generi diversi restando mirabilmente e coerentemente legato ad alcuni capisaldi onnipresenti nella sua poetica cinematografica: l’importanza delle relazioni umane, il dialogo ed il confronto tra generazioni e culture diverse, vita e morte che si rincorrono e ci sfidano quotidianamente. A volte si ha la sensazione che non abbia sentito sua fino in fondo questa storia di Peter Morgan commissionata da Steven Spielberg, lasciando l’impressione di una regia partecipe ma meno appassionata del solito. Resta però il grande merito di raccontarci la morte da tre diverse angolazioni con una delicatezza ed una poesia che fanno bene agli occhi e al cuore, con un paio di scene (compresa quella iniziale dello tsunami) da antologia, una colonna sonora semplicemente perfetta (da lui composta, ça va sans dire…) ed una morale tanto semplice quanto difficile da sostenere: la morte è semplicemente la fine della vita, perchè temerla così tanto? Un’ultima parola dedicata al cast: ad un Matt Damon non particolarmente memorabile fanno da contraltare la splendida Cécile de France che illumina le tenebre, lo sguardo intenso e commovente del piccolo George Maclaren che sarà difficile dimenticare, per finire con la solare, frizzante ed incontenibile vitalità di Bryce Dallas Howard, figlia del grande Ron ‘Richie Cunningham’: ancora una volta, buon sangue non mente.

Recensione di Fabrizio

  One Response to “Hereafter”

  1. […] Hereafter, regia di Clint Eastwood. Con un coraggio ed un piglio davvero sorprendenti Clint Eastwood accetta una sfida particolarmente insidiosa e ne esce per l’ennesima volta vincente: affrontare un tema rischioso come quello del soprannaturale senza mai scadere nel banale, nel grossolano new age… Leggi tutto l’articolo […]

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