Set 282011
 

Roma, Accademia tedesca di Villa Massimo, 9 settembre 2011

★★★☆☆

Venerdi’ 9 settembre 2011 all’Accademia Tedesca di Villa Massimo si è svolto per il quarto anno il festival di musica elettronica Electric Campfire, evento meno popolare dell’annuale Meet In Town organizzato all’Auditorium di Roma ma comunque un must per gli amanti dell’elettronica indipendente. Il festival è organizzato in collaborazione con l’etichetta discografica Raster-Noton, fondata da un gruppo di sound artists tra cui il musicista tedesco Carsten Nicolai, alias Alva Noto, una delle personalità di spicco dell’underground elettronico: artista visuale oltre che compositore, le sue installazioni sono state ospitate, tra gli altri, dal Guggenheim Museum di New York e dalla Biennale di Venezia.
La cifra stilistica del Festival è l’interessante connubio di musica, arte e design, soprattutto attraverso la proiezione di video che accompagnano l’esibizione live degli artisti. La serata si è aperta con il video di Alva Noto dal titolo Sononda, il primo di una serie di corti – parte del più ampio progetto filmico Future Past Perfect – in cui l’artista sperimenta modulazioni musicali a bassa frequenza associate a immagini di luce naturale proiettata su superfici curvilinee. Il risultato sono rilassanti sculture di luce e suoni che ricordano le collaborazioni musicali di Alva Noto con Ryuichi Sakamoto. Ancora più interessante è il secondo video di Alva Noto proiettato a metà serata, dal titolo Uni Acronym, in cui si alternano velocemente sullo schermo i loghi di famosi acronimi di tre lettere ormai entrati a far parte del linguaggio universale (da RAM a SMS passando per MTV e UFO): le immagini sono accompagnate da una base ritmica ossessiva su cui si staglia la voce mesmerizzante di Anne-James Chaton che legge gli acronimi come fossero brani di narrativa. L’impressione è di assistere a uno dei filmati di propaganda del film Orwell 1984 di Michael Radford e il pubblico sembra caduto in trance: siamo tutti in silenzio a osservare la consacrazione di questi nuovi totem sociali, alcuni di noi a scandagliare mentalmente il significato di acronimi e loghi meno conosciuti… del resto, si chiama o no arte concettuale? Il video non solo è ben fatto per grafica, suoni, scelta della voce recitante e ritmo, ma anche l’idea di fondo è ironica e intelligente: la comunicazione passa attraverso un linguaggio universale e unificante, basato su micro-unità di informazione quali gli acronimi che scandiscono quotidianamente le giornate del nostro villaggio globale.
La serata prosegue con le esibizioni live di due musicisti tedeschi, Robert Lippok e Grischa Lichtenberger, entrambi posizionati dietro a un lungo tavolo fornito di notevole apparecchiatura elettronica, tra cui ovviamente un numero indefinibile di immancabili Mac (se siete tipi da batteria, basso, tastiera e chitarra, l’Electric Campfire non fa proprio al caso vostro). Le esibizioni dal vivo più interessanti sono tuttavia quelle di Anne-James Chaton e Senking. Oltre all’apparizione vocale nel video di Nicolai, il francese Chaton esegue una performance di “poesia sonora”. Chaton nasce come poeta ma ha al suo attivo numerose collaborazioni con musicisti di rock ed elettronica. La sua poesia recita il materiale “povero” della contemporaneità: con la sua voce da basso profondo si esibisce su una scarna base musicale elettronica che lo accompagna nella lettura dell’effimero quotidiano narrato da scontrini, ricevute bancarie, volantini pubblicitari, tessere promozionali, biglietti da visita, dell’autobus e del treno. Esegue la performance restando immobile di fronte al pubblico, con lo stesso timbro vocale di un monaco tibetano che recita il suo mantra ripetitivo.
Jens Massel, anche conosciuto con il nome d’arte Senking, è un compositore di Colonia il cui sound richiama il dubstep londinese ammorbidito da una linea melodica e malinconica in stile Angelo Badalamenti. Esordisce nel 1995 con sperimentazioni techno, per poi muoversi tra l’elettronica e l’ambient attraverso l’uso di rumori meccanici, campionatura di sonorità jazz e vocalità scarnissime. Insieme ad Alva Noto, in Italia Senking è forse il più conosciuto tra gli artisti della rassegna e viene accolto verso fine serata da un pubblico a questo punto desideroso anche di ballare. Senking inizia in sordina con atmosfere rarefatte e suoni più sperimentali e astratti per poi sapientemente coinvolgere una platea già entusiasta in un crescendo di sonorità dance, che si trasformano al termine della sua esibizione in un vero e proprio dj-set condotto da Olaf Bender (alias Byetone, co-fondatore dell’etichetta Raster-Noton con Nicolai). Gli assorti fruitori di elettronica d’ascolto fanno gradualmente largo a un pubblico più giovanile che invade lo spazio concerti per ballare, quasi a ricordarci la doppia anima del genere elettronico, musica colta d’avanguardia (Electric Campfire docet) ma anche contaminazioni pop, house e dance da discoteca per chi ha semplicemente voglia di divertirsi. Se entrambi i generi vi intrigano, il prossimo settembre non fatevi sfuggire questo festival: per l’ingresso (gratuito) basta una e-mail di prenotazione all’Accademia Tedesca di Roma, che offre generosamente l’evento nel suo elegante parco di Villa Massimo.

Recensione e foto di Bonnie Babs

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