Mag 012020
 

tonyallenGiunge improvvisa la notizia della scomparsa di Tony Allen, che si aggiunge alla terribile lista dei musicisti scomparsi in questo maledetto inizio di 2020, dopo Manu Dibango, Lee Konitz e molti altri.

Considerato tra i padri dell’Afrobeat, fu batterista e direttore artistico della band di Fela Kuti; lascio la nativa Lagos dapprima per Londra per poi stabilirsi definitivamente a Parigi, dove ha vissuto fino alla sua morte.

Lungo è l’elenco dei musicisti con cui ha lavorato: King Sunny Adé, Ray Lema, Manu Dibango per rimanere in ambito “africano”, ma non vanno tralasciate le collaborazioni con Archie Shepp, Susheela Raman e la clamorosa formazione, con Damon Albarn dei Blur, Paul Simonon dei Clash e Simon Tong dei Verve del supergruppo The Good, the Bad & the Queen. La collaborazione con Albarn fruttò inoltre un altro progetto sfociato nell’album Rocket Juice & the Moon, tra i migliori della prima decade del nuovo millennio,

Nella sterminata discografia, caldamente raccomandata è l’intera produzione con Fela Kuti (Afrodisiac e Expensive Shit, per esempio), l’album solista del 75 Jealousy e quello del 99 Black Voices, il già citato The Good, the Bad & the Queen e, più di recente l’album A Tribute to Art Blakey & the Jazz MessengersMa più in generale, mai come in questo caso si può affermare che dove si pesca, si pesca bene.

 

 

 

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