Apr 272022
 

Roma, Auditorium Parco della Musica – 26 aprile 2022

★★★½☆

WhatsApp Image 2022-04-27 at 18.28.38In una sala Sinopoli non certo stracolma ma vivace e piena di calore si sono avvicendati due gruppi che per atmosfere e gusti musicali non hanno mai fatto mistero della loro devozione al Maestro Morricone. Ed entrambe le band hanno immediatamente tributato nell’Auditorium a lui intitolato il giusto omaggio alla sua arte. Ha iniziato Guano Padano, con un’apertura dedicata al brano L’uomo dell’armonica, dal film C’era una volta il west. Il trio lombardo presentava l’EP Back and Forth, appena pubblicato a parecchi anni di distanza dal precedente Americana, che fin dal titolo rivelava il brodo primordiale nel quale si sviluppa la loro poetica, riferibile a quella musica di frontiera, tra il folk , il blues, il surf, il tex-mex: a metà strada insomma tra Marc Ribot e, appunto, lo spaghetti western. Un live asciutto, ben calibrato e ben suonato che ha scaldato il pubblico e lo ha preparato all’arrivo della band di Joey Burns e John Convertino, quattro anni dopo l’ultima esibizione da queste parti, anch’essa con un nuovo lavoro, uscito a inizi aprile e intitolato El Mirador, che ha costituito la parte principale della scaletta della serata. Le note del flauto di Pan dal tema di Once Upon a Time in America hanno accompagnato l’ingresso della band sul palco, composta oltre che dai due già citati vecchi volponi, da altri 5 musicisti, tra cui spiccava Sergio Mendoza da Tucson, Arizona, che con disinvoltura passa dalle percussioni, al piano alla sgargiante fisarmonica, decorata con lustrini coi colori del Messico.

Il concerto si è sviluppato per cento minuti, alternando i nuovi brani (Cumbia del Polvo, la title track, Liberada, Caldera), brani recenti mai presentati dal vivo (Heart of Downtown) a vecchi successi (Frontera miscelata con Trigger, entrambe da the Black Light, il gran finale con Crystal Frontier).

Burns è un ottimo padrone di casa, non ha l’aspetto e la grinta del rocker, piuttosto quella di un elegante cowboy che ti porta a visitare il suo ranch, ma sa trascinare con eleganza e stile e il pubblico risponde con entusiasmo e partecipazione, grazie anche all’ottima ritmica del sodale Cupertino. WhatsApp Image 2022-04-27 at 18.28.39 (1)Il mix di ballads in salsa west coast, Cumbia e desert rock funziona maledettamente bene e lo spettacolo scorre liscio come l’olio, alternando brani in inglese a quelli in spagnolo: manca qualche sussulto, la scintilla del corazon, il guizzo che scombina le attese e rimescola le carte, un pizzico di pimiento che avrebbe insaporito e scaldato l’audience, pronta ad incendiarsi ad ogni sussulto emozionale. Il classico freno a mano tirato, forse dovuto all’inevitabile condizionamento che le tuttora vigenti restrizioni limita e impedisce sopra e sotto il palco quel maggiore trasporto e coinvolgimento che il repertorio dei Calexico ha dimostrato negli anni di saper dare. Resta il piacere di una musica senza frontiere, che apre orizzonti e scavalca i muri e il filo spinato dei generi e delle etichette.

recensione di Fabrizio Forno – foto di Tommaso Notarangelo

  One Response to “Calexico + Guano Padano: sotto il segno di Morricone”

  1. Condivido pienamente questa ottima recensione, aggiungendo che mi sono goduto più i Guano Padano che non i Calexico

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