Mar 052008
 

Roma, Stazione Birra, 29 febbraio 2008
Formazione: Ado Tagliapietra, Toni Pagliuca, Michele Bon

La Stazione della Birra, alle porte di Roma, è diventata il tempio del “Prog revival” italiano; tra gli animatori vanta infatti l’apporto di Jimmy Spitaleri leader dei riformati “Metamorfosi”, importante gruppo seminale del “progressive” italiano anni settanta, autori nel ‘72 del bellissimo ”Inferno” ispirato alla Divima Commedia, divenuti incredibilmente famosi in Giappone.
leOrme_1.jpgNon poteva esserci, quindi, cornice migliore per un concerto de “Le Orme”, forse il più originale gruppo “prog” di quell’epoca. Si sono esibiti, con una ottima performance, davanti ad un pubblico di ultracinquantenni nostalgici (ma erano anche presenti molti giovani).
L’ensemble non ha tradito le aspettative; dopo lo splendido inizio con una rielaborata “Sguardo verso il cielo”, di grande fascinazione e di intenso contenuto spirituale, hanno presentato una summa dei tre album centrali della loro attività: “Il Fiume”, “Elementi” e “L’infinito”, dove dimostrano di avere compreso pienamente la lezione dei maestri inglesi degli anni ’70, da Emerson, Lake e Palmer ai Van Der Graaf Generator. Le sonorità, determinate da splendide tastiere, sono maestose, avvolgenti, fortemente intrise di pathos.
Successivamente, sono stati presentati i migliori brani degli album capolavoro, soprattutto di “Felona e Sorona” primo esempio di concept album italiano ad avere successo, realizzato nel 1973 (l’anno precedente c’era stato “Inferno” dei Metamorfosi, ma non aveva avuto grande diffusione); Peter Hammill, leader dei Van Der Graaf Generator, curò l’edizione inglese traducendo tutti i testi che descrivevano mirabilmente il confronto e il rischio di collisione di due pianeti, metafora dell’eterna lotta tra il bene (il pianeta “Felona”) ed il male (il pianeta “Sorona”).
Sono stati ottimamente eseguiti anche molti brani di “Collage”, considerato un punto di passaggio dal pop d’autore dei primi anni alla maturità “progressive” degli anni settanta e seguenti.
leOrme_2.jpgSi è avuta così l’opportunità di riascoltare “Sospesi nell’incredibile”, brano introduttivo al concept album, veramente suggestivo e coinvolgente. Le splendide sonorità di questo brano ricavate da moog e mellotron ricordano a tratti, per potenza e fascinazione, i grandi cosmici tedeschi precursori della moderna musica elettronica, come, ad esempio, i grandi Tangerine Dream o gli immensi e maggiormente acustici Popol Vuh.
In “India”, scritta nel 1974 in occasione del riarmo atomico di quel Paese, c’è tutta la rabbia ed il disincanto della cultura alternativa che perde i suoi punti di riferimento ideali, soprattutto il pacifismo, di cui quel paese, forse a torto, era considerato una bandiera.
Il concerto si è svolto in un clima di forte empatia da parte del pubblico nei confronti della band; alla fine, comunque, i fans non sono rimasti delusi e la performance si è conclusa ancora sulle note rielaborate in senso “cosmico” della magnifica “Sguardo verso il cielo”.
Pur se il gruppo, a volte, cade in un vizio antico che è l’indugio nella banalità della canzone pop, bisogna dire che nel complesso esso, valorizzando soprattutto il lavoro delle tastiere, ha realizzato complessivamente uno spettacolo di buon livello.
Peccato che il batterista, forse per spezzare la tensione, si sia dovuto esibire in inutili giochi di prestigio col pubblico irritando parte dei presenti; la serata è stata comunque foriera di quelle che un tempo avremmo chiamato “buone vibrazioni” e si è conclusa con strette di mano ed autografi onorando quella cultura “tardo-hippy” che il complesso tuttora rivendica, nello spirito e negli atteggiamenti, a buon diritto, essendo figlio di un’altra epoca.

Recensione by Dark Rider

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