Set 172010
 

Goteborg, 21-27 agosto 2010

★★★½☆

Di artisti pazzi e visionari è pieno il mondo, ma non sempre la loro arte è una freccia che ti inchioda alla sedia per un’ora e mezzo. E’ ciò che è accaduto in una piccola tenda da circo piantata sul waterfront di una ventosa Goteborg sul finire di agosto. Grazie al genio di un artista solitario che ha dato vita ad un insolito spettacolo intitolato “Secret” portato in scena da “Cirque Ici”. Questa compagnia francese di nuovo circo si incarna completamente nel suo fondatore Johann Le Guillerm, che si esibisce da solo nei suoi numeri avveniristi di teatro dell’assurdo unito a performances di giocolieria, di equilibrismo nonché di contorsionismo.
Ma la peculiarità più prorompente dell’artista è quella dell’invenzione. Ciò che mette in atto è estremamente originale perché parte dalla creazione di marchingegni meccanici con i quali si misura: cavalcandoli, domandoli, rotolando su di essi o sfidandoli ai coltelli. L’uomo crea la macchina, la sfida e la vince, quasi come se si trovasse al cospetto di un animale feroce e sconosciuto.
Le Guillerm per ideare “Secret” ha viaggiato per un anno in tutto il mondo a caccia di stimoli, poi si è chiuso nel suo studio parigino per due anni dedicandosi interamente alla progettazione delle sue macchine sceniche e in seguito alla loro costruzione. In fin dei conti sono le vere protagoniste dello spettacolo e lavorano con una precisione al millimetro per esaudire i capricci che il loro creatore vuole presentare sulla pista al fine di stupire, divertire ed ammaliare il pubblico come si conviene ad un vero uomo di circo.
In “Secret” tutto avviene davanti agli spettatori. Il montaggio dei diversi congegni, siano essi di legno, di ferro, o di terra e fuoco è in diretta davanti agli occhi del pubblico sotto al tendone. Ci sono diversi aiutanti molto preparati che si occupano di passargli i materiali, di rimuovere dallo spazio scenico ciò che non serve più, di assicurare corde o di cambiare angolazione ai riflettori. Si respira forte l’idea, non originalissima, che tutto ciò che concorre a fare teatro è teatro. Tant’è che al momento degli applausi tutti i cosiddetti servi di scena salutano il pubblico nello stesso momento e con le stesse modalità dell’attore principale. Non ci sono star ma tutto è condiviso democraticamente.
In nome della stessa poetica anche i due musicisti Yann Norry e Guy Ajaguin accompagnano dal vivo lo spettacolo rimanendo ai due diversi lati della pista per tutto il tempo. La musica è concepita per accompagnare le varie esibizioni, donando loro un tocco più concreto con rumori e basi registrate; ma non brilla mai di luce propria, è una sorta di tappeto sonoro, nulla di più.
A dispetto di tutto questo talento e questa straordinaria inventiva “Secret” ha però un limite: la ripetitività. Forse è proprio la regia, curata dallo stesso Johann Le Guillerm, a non convincere del tutto. Tutti i numeri prevedono la costruzione delle apparecchiature, azione di per sé piuttosto lenta, e poi in un secondo momento l’azione circense che scaturisce dalla loro meccanica. Questo modulo si ripete varie volte nello show. Forse con un attore in più si poteva interrompere questo ritmo un po’ prevedibile e inserire qualcosa che distruggesse questa perfetta successione matematica.
Il nostro artista che ci sorprende con le sue invenzioni, ci incanta con la sua bravura, ci fa ridere con il suo personaggio da domatore post atomico, ci annoia un po’ con la sua regia intuibile.
Insomma a Goteborg, quella notte ventosa, si è potuto notare che non sempre chi fa da sé fa per tre.

Recensione di Claudia Pignocchi

  One Response to “Cirque Ici: Il domatore di macchine”

  1. Ciao, sapete dirmi se ci sono ancora tourneè italiane di questo artista e dove posso “istruirmi” sia con stages e corsi sia con la visione di spettacoli, tra Roma e dil Sudi talia? sono pugliese. qui neanche l’ombra di queste particolari performances..grazieAssai!
    Gaia Merra
    Associazione Culturale AllegroAssai

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