Ott 112009
 

Regia di Giuseppe Tornatore. Con Francesco Scianna, Margareth Madé, Nicole Grimaudo, Angela Molina, Lina Sastri, Fotografia Enrico Lucidi – Musiche Ennio Morricone – Durata 150 min. – Italia 2009 big black cialis singles

★★½☆☆

Baarìa è il nome dialettale di Bagheria, cittadina alle porte di Palermo, dove si narra l’epopea di una famiglia siciliana nell’arco di tre generazioni, partendo dagli anni trenta fino agli ottanta, attraverso le vicende socio-storico-culturali della Sicilia in primo piano e del Paese intero sullo sfondo. Il pretesto per compiere questo percorso ce lo offre la storia d’amore tra i due protagonisti: Peppino, proveniente da un’umile famiglia di pastori ma con un’indole dotata di fortissima determinazione, e Mannina, conosciuta fin da piccola e corteggiata nonostante l’avversione della famiglia di lei, fino a sposarla e renderla madre dei suoi numerosi figli. La passione per la politica porta Peppino, cresciuto durante il ventennio, a prendere le distanze dal fascismo e sposare la causa comunista fino a divenire, nel corso degli anni, un esponente di spicco del partito. Calpestando le strade aride e polverose della Sicilia d’inizio secolo, giungiamo ad una città cementificata da abusi edilizi in barba ad ogni piano regolatore violato a suon di mazzette, così come dall’ascesa e successiva caduta del Partito Fascista ci ritroviamo a fare i conti con un ideale comune inizialmente carico di aspettative ma che porterà in seguito alla rottura tra Comunisti e Socialisti, passando infine attraverso l’egemonia della DC. Il tutto in un “affresco corale” che vorrebbe fare di questo film una pellicola epica dove, partendo dallo status di gente comune, si cerca di dare ai protagonisti una levatura universale al fine di rappresentare i sogni, le passioni, le difficoltà e le frustrazioni di un intero popolo.
Uso il condizionale perché, nonostante le buone intenzioni, il film di Giuseppe Tornatore, presentato al recente festival di Venezia e candidato agli Oscar, non convince.
Nonostante lo stile ricco e raffinato che caratterizza questa come tutte le sue precedenti pellicole, in questo lavoro sembra ossessiva la rincorsa affannosa al capolavoro che lo porta ad essere eccessivo in tutto: l’uso/abuso di carrelli, dolly e panoramiche aeree, la colonna sonora di Morricone a sottolineare quasi tutte le scene fino a diventare così ridondante che alla fine non si nota più, il continuo quanto inutile susseguirsi di cammei che scatena una sorta di “chi l’ha visto” da parte dello spettatore, la lunghezza ingiustificata della pellicola (a tal proposito va ricordato che questo fu un errore già compiuto con Nuovo Cinema Paradiso nella sua versione integrale, tagliato poi ad hoc nella versione da Oscar) ma soprattutto la storia che non cattura, resta in superficie, non coinvolge. I personaggi sono soffocati dalla ricerca ossessiva della bella immagine, della fotografia d’effetto, della musica emozionale. L’estetica prevale sul sentimento e di conseguenza sulla linea narrativa che rimane debole, carente, incapace di catturare l’attenzione in maniera continuativa. L’impressione è quella di un gran calderone, seppur molto ben confezionato, in cui a forza convivono personaggi e vicende che si susseguono in maniera disarmonica. E questo è davvero un gran peccato poiché le aspettative erano davvero alte, viste le indubbie capacità del regista, degli attori in campo e anche del grosso budget messo a disposizione dalla produzione. Il presuntuoso obiettivo di dare alla luce un nuovo capolavoro alla Bertolucci o solo di affiancarsi al più recente “C’era una volta in America” di Leone è lontano anni luce. Almeno per noi. All’Academy l’ardua sentenza.

Recensione by Claudia.

  One Response to “Baarìa”

  1. Come sempre sai descrivere bene sia quella che si poteva supporre essere l’intenzione del regista, sia il risultato, che in questo caso è piuttosto lontano dalle comuni aspettative.
    Neanche lontanamente paragonabile ai maestri da te citati, questo film mi è sembrato una interminabile serie di fotografie, belle, ma del tutto prive di emozione. Ero sempre perfettamente conscia di essere al cinema davanti ad uno schermo e neanche per un istante sono riuscita ad entrare nella storia.
    Se non lo vedete non avete perso un capolavoro!

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