Set 072011
 

Cose dell’altro mondo, regia di Francesco Patierno. Con Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea, Valentina Lodovini, Maurizio Donadoni, Sergio Bustric, Laura Efrikian. Durata 90 min. – Italia 2011.

★★★☆☆

In una notte buia e tempestosa, in una ricca cittadina del triveneto si avvera l’anatema pronunciato dagli studi di una seguita TV locale dall’imprenditore Libero Golfetto, che in uno dei suoi ricorrenti comizi televisivi auspica un intervento sovrannaturale che liberi le loro terre dalla piaga degli immigrati e dei clandestini. Le conseguenze di questa inspiegabile e misteriosa sparizione di massa andranno ben oltre le difficoltà di ordine pratico ed economico e sconfineranno anche nella sfera emotiva e sentimentale dell’intera comunità, messa improvvisamente in ginocchio dall’improvvisa mancanza di una larga fetta della popolazione attiva.
Il tono favolistico ed ironico scelto dal regista Francesco Patierno non deve far pensare ad una commedia senza spessore, priva di profondità e di spunti di riflessione: il film recentemente presentato fuori concorso a Venezia non cavalca l’onda dell’attualità per una mera operazione commerciale e di cassetta, bensì sceglie il registro della leggerezza e della contrapposizione tra un tema serio come quello dell’integrazione e della convivenza ed il modo grottesco, paradossale ed a volte scherzoso attraverso il quale parlarne. La scelta risulta azzeccata e convincente: facce giuste, ambientazione particolarmente azzeccata, poche ma ben assestate frecciatine che colgono appieno il bersaglio (e le polemiche scatenate dal film sin dalle riprese lo testimoniano pienamente) e, soprattutto, le prove attoriali dei due protagonisti maschili: Valerio Mastandrea, perfetta maschera tragico-comica che sembra a proprio agio nel disagio proprio ed altrui, ma soprattutto un debordante, monumentale, esagerato Abatantuono nella parte dell’imprenditore Golfetto, che ci regala un’interpretazione davvero superlativa (con qualche piccolo neo sulla pronuncia veneta a volte un po’ incerta…). Un’ultima menzione per il cameo di Laura Efrikian: un tocco di classe fatto di poche parole, tanti amorevoli e materni sguardi alternati alla fissità e l’inespressività che il suo ruolo di malata di Alzheimer richiedeva e che ruba la scena di primadonna ad una Valentina Lodovini stavolta un po’ insipida ed incolore.

Recensione di Fabrizio

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