Set 042018
 

Don’t Worry , di Gus Van Sant, con Joaquin Phoenix e Rooney Mara. 113 minuti. USA 2018.


★★★★☆

Don't Worry

Ho amato incondizionatamente John Callahan e le sue vignette ancor prima di conoscere lui e la sua travagliatissima vicenda personale. I suoi lavori, caustici, politicamente scorrettissimi, dal segno tremante eppure incisivo nella sua estrema sintesi, mi entusiasmavano ogni volta che sfogliavo Internazionale, rivista alla quale ero abbonata nella lontana epoca in cui si sfogliavano settimanali esclusivamente cartacei. Solo dopo, più o meno verso la fine degli anni ’90 del secolo scorso, scoprii che questo fantastico e cattivissimo vignettista era una persona disabile con un passato da alcolista. Impossibile non amarlo ancora di più per questo. Risalire la china dopo una storia del genere, mantenendo uno sguardo tanto lucido e feroce sul mondo e sulle sue storture, non poteva che essere qualcosa di straordinario. E il merito del film di Van Sant, qui al suo diciottesimo lungometraggio, è proprio quello di raccontare una storia così forte senza mai cadere nella retorica o nella banalità.

L’inferno della dipendenza, la disabilità, la disperazione che si insinua fin nei più piccoli angoli della quotidianità, la decisione di risalire malgrado tutto, grazie all’aiuto di un improbabile ma efficacissimo accompagnatore – una sorta di “Virgilio freak” tipicamente made in USA, dandy filosofo e affabulatore, anche lui con una propria vicenda tutta da scoprire – sono fotografati e montati in perfetto stile anni ’70, insieme a una serie di brevi animazioni divertenti e mai didascaliche. E’ certo un film che parla del potere salvifico dell’arte ma anche e soprattutto della necessità di scontrarsi con i propri spettri, disfacendosi degli alibi che troppo spesso ognuno di noi crea per giustificare le proprie cadute. E proprio quando non è più possibile rialzarsi può arrivare la rivelazione ultima, quella che può far cambiare tutto. Ottime le prove attoriali di Phoenix e del caro vecchio Jack Black, indimenticabile protagonista di “School of Rock”: peccato per il titolo italiano che taglia con l’accetta la battuta che dà il nome all’autobiografia di Callahan, da cui è tratto il film (“Non preoccupatevi… non potrà arrivare lontano a piedi”), come da vignetta allegata.

Astenersi benpensanti e bacchettoni, ovviamente.

"Don't worry", vignetta di John Callahan

“Don’t worry”, vignetta di John Callahan

Recensione di Ludovica Valori

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