Nov 292011
 

Drive, regia di Nicolas Winding Refn, con Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks, Oscar Isaac, Christina Hendricks, Ron Perlman. Durata 100 Minuti. USA 2011

★★★★★

Come in un classico film Western, l’eroe è senza nome e quasi privato dalle parole. Ryan Gosling che interpreta “Driver” fa il suo discorso più lungo all’inizio del film, spiegando la ferrea regola dei cinque minuti che gli permette di essere un pilota di macchine di prim’ordine anche per le rapine oltre alla professione diurna di stuntman. Quel breve lasso di tempo determina la sua vita. In cinque minuti si innamora di Irene (Carey Mulligan), la sua vicina di casa che vive con il figlio in attesa del ritorno del marito che si trova in prigione. In meno di cinque minuti decide di mettersi in gioco e sfidare uomini come Bernie Rose (un Albert Brooks inaspettatamente cattivo), un malavitoso uomo d’affari che ama ancora sporcarsi le mani per alcuni lavori. E lo fa per salvare Irene ed il figlio. Le sue motivazioni non sono mai direttamente proporzionali agli zero delle cifre che potrebbe guadagnare. Le parole non dette di Driver, lo strano connubio tra la freddezza nell’essere protagonista di violenze a volte gratuite e la cura che ha nel proteggere le persone che ama, lasciano intendere ad un passato pericoloso. L’animo di Driver è il film stesso. Nei primi cinque minuti capiamo che questo è un film di regia. Il regista danese Refn, al suo primo film girato in America,sposa con grande abilità l’animo europeo più incline all’indagine introspettiva con l’effetto “pulp”. Il premio come migliore regia che ha ricevuto a Cannes è ampiamente meritato. Con la recitazione a sottrarre di Ryan Gosling che lascia parlare le pieghe espressive del suo viso, finalmente ritroviamo un film dove le inquadrature e le sequenze sono parte integrante della storia che, sostanzialmente, è una storia d’amore. L’eroe senza nome venuto da un’altra città con un passato di violenza che disseppellisce esclusivamente per salvare la donna amata alla guida diuna Chevrolet, le musiche elettroniche e d’atmosfera (ne cito due : “A Real Hero” dei College/Electric Youth e la struggente “Oh my Love” di Ritz Ortolani, cantata da Katyna Ranieri), lo sguardo dichiaratamente “fetish” del regista, la violenza esasperata da sembrare irreale, la capacità di Refn di dosare tutti questi elementi e la bravura degli attori, concorrono a far diventare “Drive”un action movie sui generis, a far pensare a qualcosa di diverso. Con la sequenza dell’ascensore scopriamo che è possibile parlare di amore con un linguaggio fino ad ora proibito

Recensione di Ingrid

 Leave a Reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

(required)

(required)

*