Giu 192014
 

Solo gli Amanti Sopravvivono, di Jim Jarmusch, con Tilda Swinton, Tom Hiddleston, Anton Yelchin, Mia Wasikowska, John Hurt, Jeffrey Wright. Usa/Ger/Fra/Gb/Cipro, 2014, durata: 123 minuti.

★★★½☆

solo-gli-amanti-sopravvivono-locandina-italiana Jim Jarmusch è uno dei pochi registi americani che provenga dalla controcultura, senza rinnegarne essenza e fonti. Ci ha regalato film memorabili, come quello di esordio, “Permanent Vacation”, saggio di regia in 16 mm., con John Lurie, fondatore del gruppo di avanguardia postwave Lounge Lizards, che descriveva la deriva vagabonda di un giovane in una immaginaria New York postbellica, in cui si potevano già intravedere i germi del suo talento, che poi sarebbe esploso nell’affascinante “Stranger Than Paradise”, che, in un magistrale bianco e nero reiterava genialmente la poetica dei reietti e dei perdenti, e dei loro destini che si intrecciavano, e successivamente in “Dawnbailò” , commedia stralunata che aveva, oltre l’immancabile John Lurie, come mattatore il nostro Benigni.
“ Mistery Train”, ne proseguiva la poetica, stavolta utilizzando il colore, regalando una parte a Joe Strummer, che appariva nei panni di un singolare rapinatore. L’ipnotico, sepolcrale “Dead Man” era un antiwestern sobrio, con una straordinaria ed allucinatoria interpretazione di Johnny Depp, accentuata da un splendido bianco e nero .
La sua poetica, coerentemente, incontrava in “Blue in the Face”, l’umanità della New York alternativa, suggerendone un suggestivo ritratto, ed in ”Ghost Dog-Il Codice del Samurai”, ci mostrava le gesta di un moderno drop out, un killer dotato di un suo codice etico. In “Broken Flowers”, la caducità dei rapporti umani, l’incomprensione, la nostalgia dell’amore e della perduta paternità erano mirabilmente rappresentati da una straordinaria interpretazione di Bill Murray.
Il film attuale vira nel fantastico, ed è uno dei suoi più belli, ed è proprio alle atmosfere di Dead Man che sembra ispirarsi. Una storia affascinante d’amore tra due vampiri ultracentenari, Adam (Tom Hiddleston) ed Eve (Tilda Swinton), intrisa di un sottile moderno romanticismo gotico.
Lei vive a Tangeri, lui a Detroit, o meglio nei bassifondi della città, un tempo operaia, ora desertificata, isolato, sfuggendo ai suoi fan che si radunano, di tanto in tanto, sotto le sue finestre. Entrambi coltissimi, sono figli di altri tempi, hanno attraversato secoli, guerre, pestilenze, amandosi sempre, coltivando raffinati interessi letterari e musicali. Lui ora è un musicista underground, che compone ballate di funereo rock elettronico, disilluso, oramai stanco, misantropo e tendente all’oblio. Possiede molti dischi in vinile ed una collezione di splendide chitarre d’epoca. Lei perennemente vitale, sempre interessata all’arte ed alla letteratura, frequenta l’oramai vecchio e malato Christopher Marlowe, anch’egli vampiro, suo fornitore di sangue, ed al richiamo di Adam parte da Tangeri con una valigia piena di libri epocali, per risollevare e rianimare l’amato.
Entrambi coltivano una aristocratica solitudine, vivendo totalmente appartati; da tempo non si nutrono più di sangue umano, che si procurano corrompendo medici di ospedali, un po’ per assenza di aggressività, un po’ per timore che il sangue degli umani, da loro considerati ormai zombie, sia corrotto ed infetto. Ma questa considerazione degli umani deriva da una loro superiore filosofica “saggezza”, in quanto gli stessi appaiono a loro insensibili, devastano il pianeta, si combattono, non rispettano i ritmi della natura, si odiano senza limiti, non tutelano l’arte e uccidono la cultura, sanno solo consumare e distruggere, incapaci di utilizzare le straordinarie scoperte che la scienza ha realizzato nel corso dei secoli.
I due amanti vagano in auto di notte nella ex capitale della Ford e della Motown, ora allucinata e degradata, facendo a volte tappa in locali underground, fin quando non arriva la sorella di Eve, Ava, una vampira predatrice e violenta, che distrugge la collezione in vinile di Adam ed uccide, dopo averlo sedotto, Ian, l’unico contatto umano di Adam.
Cacciata via sdegnosamente la caotica, crudele sorella, i due nascondono il cadavere del ragazzo in uno dei palazzi in rovina attorno a loro, e decidono di tornare a Tangeri.
E nella splendida città marocchina, piena di vitalità e di suggestive nuove tendenze musicali, vengono a sapere della morte dell’amico Marlowe; l’assenza di sangue li costringerà a recuperare pienamente la loro essenza di vampiri, tornando ad aggredire gli esseri umani.
Onirico, inquietante, di indubbia eleganza ed arguzia, languidamente poetico, “Solo gli Amanti Sopravvivono” è certamente uno dei film più visivamente espressivi di Jarmusch.
I due protagonisti sono veramente indimenticabili: Tilda Swinton dai lunghi capelli bianchi, dagli occhi dolenti ed espressivi è molto intensa, Tom Hiddleston è lunatico, apatico e rassegnato, ed esprime profondità e dolore.
Un’opera certamente di natura “gotica”, ma fortemente surreale, elegiaca e persino ironica; un film di vampiri, ma, elegante, raffinato, stralunato. La suggestione che emana è innegabile, i due partner distanti possono comunicare senza parlarsi, in una sorta di legame spirituale, trascendente: le scenografie cupe, sepolcrali, eppure fortemente vivide conferiscono un senso alle profondità emotive che emanano dalla narrazione, che descrive con efficacia una relazione di appassionato, intenso erotismo.
Un film magnetico, ove la decadente Detroit viene descritta con tratti lugubri, come abitata da fantasmi, ove aleggia una sottile sensazione di solitudine e irreparabile degrado dell’umanità, mentre Tangeri è descritta come una fascinosa ed inquietante, onirica, nuova opportunità di esistenza.
Affascinante la galleria dei quadri dei personaggi della letteratura, della filosofia, della pittura e dell’arte in genere, da Pitagora a Duchamp, a Schubert, a Oscar Wilde, che i due protagonisti “bohemien” ad un certo punto osservano, apparentemente distaccati, che testimoniano un passato di conoscenza, di incontri frutto di una vita vissuta attraverso i secoli, in una rievocazione dolente ma appassionata, testimone di una esistenza che tende ad una eternità consapevole, senza luogo e senza tempo.

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