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Viaggio al Termine della Notte ELIO GERMANO/TEHO TEARDO

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Feb 292012
 

Viaggio al Termine della Notte ELIO GERMANO/TEHO TEARDO: da Louis Ferdinand Celine.

Al violoncello: Marina Bertoni

ROMA EUROPA FONDAZIONE – PALLADIUM 21-26 febbraio 2012

★★½☆☆

Era molto ambizioso il progetto di trasferire in parole e musica il capolavoro “Viaggio al Termine della Notte”di Louis Ferdinand Celine, uno tra i più geniali e controversi scrittori del Novecento: Elio Germano e Teho Teardo si sono cimentati con esso, con risultati, a nostro dire, non del tutto soddisfacenti.
La piece teatrale, della durata di cinquanta minuti, in realtà prevalentemente un concerto, si avvale delle suggestioni sonore elaborate da Teho Teardo, alla chitarra, ma avvalendosi anche di un notevole campionario elettronico, accompagnato dal fascinoso violoncello di Marina Bretoni, che contribuisce a creare atmosfere avvolgenti e di intenso lirismo. Egli utilizza la Musica come flusso di coscienza della narrazione, intervallato dal drammatico ed allucinatorio monologo di Elio Germano, che declamando alcune pagine dell’opera di Celine, in una vera ed intensa lettura scenica si lancia in affermazioni provocatorie sulla vacuità della razza umana, ed in particolare sui francesi, che sembrano sempre molto attivi, riempiendo le strade di Parigi, febbrilmente, a tutte le ore, ma che le disertano, rintanandosi nelle loro case, in caso di pioggia. Egli grida rabbiosamente contro l’inutilità e l’orrore della guerra, che viene vista come tremenda avventura dello spirito umano, portato per natura alla devastazione ed all’aggressione dei propri simili, e si interroga sul senso della vita, di cui a stento riesce a cogliere l’essenza, auspicando, nichilisticamente, una morte liberatrice.
I due artisti hanno messo molto impegno per creare questo evento sonoro e verbale: Teardo, ormai da tempo creatore di colonne sonore di grande suggestione, è l’interprete italiano più efficace delle minimalismo contemporaneo, ed è splendidamente coadiuvato dalla Bertoni. Echi di Michael Nyman, di Philip Glass, di Steve Reich sono certamente rilevabili nelle sue splendide composizioni, ma un percorso coerente ed originale di sperimentazione sonora rende la sua musica sempre nuova e suggestiva. Elio Germano, che oltre che attore è abile rapper, appare sulla scena seduto ad una scrivania, illuminata da un abat jour, ed utilizza due microfoni, uno pulito, ed un altro pieno di rumori in sottofondo, che altera la sua voce. Anche se i due Autori hanno sottolineato la distinzione tra momento declamatorio della voce, e momento sonoro come rappresentazione del “Viaggio” e del movimento, chiamando, peraltro, lo spettatore a compiere un’opera di rielaborazione della materia trattata, il tutto manca purtroppo di un vero amalgama, e l’allucinatoria declamazione delle parole dello scrittore, pur a tratti efficace, si perde un po’ nel nulla, anche per la vastità e la contraddittorietà degli argomenti.
Le tematiche della misantropia e del nichilismo, le amare considerazioni su uomo, vita, amore e morte hanno una loro efficacia e inducono qualche brivido nello spettatore, ma rimane prevalente l’impressione di qualcosa di troppo breve ed incompiuto. Ciononostante lo spettacolo si lascia vedere, nella speranza che questo tipo di performance, indubbiamente sperimentali e lodevoli quanto agli intenti, trovino, nel corso del tempo, percorsi intellettuali ed esperienze interpretative di maggior spessore.

Recensione di Dark Rider

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 Posted by Dark Rider at 23:45  Tagged with: Elio Germano, Louis Ferdinad Celine, Marina Bertoni, Monologo, Piece Teatrale, Theo Teardo, Violoncello

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